Tutela della salute ed organizzazione sanitaria
In: Studi di diritto delle amministrazioni pubbliche 21
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In: Studi di diritto delle amministrazioni pubbliche 21
In: Quaderni CESIFIN N.S.,51
In: Quaderni del CEIMS
In: Annali dell'Istituto Storico Italo-Germanico in Trento
In: Monografie 24
In: Collana di scienze e tecniche psico-sociali per il lavoro, l'impresa, le organizzazioni 7
L'igiene ospedaliera in Italia ha una lunga e solida storia che però richiede una necessaria riflessione per poter restare al passo con quelle che sono le innovazioni e gli sviluppi dei sistemi sanitari anche connessi a quelle che sono le attività dell'Unione Europea. A livello europeo infatti esistono diverse tradizioni nazionali che riguardo l'igiene ospedaliera e per questo motivo l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha adottato il termine "controllo delle infezioni e igiene ospedaliera" per poter così includere tutti i professionisti sanitari dei singoli Paesi. La nostra proposta è sia quella di modificare il termine di "igiene ospedaliera" in "igiene delle organizzazioni sanitarie" per poter focalizzare l'attenzione anche ai numerosi livelli di cura non ospedalieri, sia di adottare la seguente definizione: "tutte le attività volte a garantire, in modo appropriato, scientificamente valido ed efficiente, l'assistenza in un ambiente sicuro, confortevole e salubre per i pazienti, i caregiver e gli operatori sanitari". L'igiene ospedaliera ed i suoi professionisti sono un pilastro necessario per garantire la qualità e la sicurezza dell'assistenza sanitaria in Italia. ; Although hospital hygiene has a long history in Italy it is necessary to reflect about it because of the innovation in healthcare systems and because of the evolution due to European Union related activities. Different traditions exist in European countries about hospital hygiene and European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) adopted the term of "infection control and hospital hygiene" which includes all the engaged European healthcare professionals. We propose to modify hospital hygiene as "healthcare organisation hygiene" in order to focalise the attention to all care settings not only hospitals and to adopt the following definition: "all activities aimed to guarantee, in an appropriate, scientifically sound and efficient way, that structures and processes support healthcare practices in a safe comfortable and healthy environment both for patients, caregivers and healthcare workers". Hospital hygiene and its professionals, besides the long tradition, still remain a relevant pillar in guaranteeing quality and safety of healthcare in Italy.
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At head of title: Avv. G. B. Cereseto. ; Contents.--vol. I. Introduzione. pte. 1. Organizzazione dell'amministrazione sanitaria. pte. 2. Esercizio delle professioni sanitarie ed affini. Appendice alla pte. 1: Le autorità sanitarie e il regolamento generale 3 febbraio 1901, n. 45.--vol. II. pte 3. Istituti sanitari di pubblica assistenza.--vol. III. pte. 4. Tutela della pubblica igiene. pte. 5. Sanità marittima-sanità militare. pte. 6. Polizia sanitaria degli animali. ; Mode of access: Internet.
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In questo lavoro si cerca di mettere in evidenza i tratti caratteristici del sistema sanitario italiano, osservato anche sotto il profilo aziendalistico. Si analizzano gli ambiti in cui l'aziendalizzazione ha maggiormente inciso nella creazione del nuovo modello di organizzazione sanitaria. Poi, viene inquadrato il profilo storico del SSN, per meglio comprendere le ragioni delle scelte giuridico-politiche che hanno caratterizzato le recenti riforme. In particolare, ci si sofferma sugli interventi legislativi più significativi in materia sanitaria, dall'entrata in vigore della Costituzione ad oggi. In seguito, si affrontano i seguenti argomenti: l'atto aziendale ed il suo ruolo nel processo di aziendalizzazione; la dirigenza sanitaria, i poteri, le competenze ed il ruolo all'interno dell'organizzazione; le forme di collaborazione tra gli enti del Servizio sanitario nazionale e i soggetti privati, con particolare riguardo alle sperimentazioni gestionali; l'attività contrattuale delle aziende sanitarie per l'acquisizione di beni e servizi; il sistema di contabilità economico-patrimoniale e analitica per centri di costo. Per i rilevanti e complessi rapporti tra sanità e welfare, non manca un'attenzione ai servizi sociali e al sistema integrato dei servizi socio-sanitari, alla luce delle privatizzazioni e della riforma del welfare. Infine, uno sguardo al modello piemontese. Si prende in esame il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-15 e la legislazione sanitaria vigente, ricercando i principi e gli elementi che caratterizzano l'aziendalizzazione della sanità in Piemonte ed il superamento delle logiche competitive, con i più recenti provvedimenti orientati alla cooperazione interaziendale.
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La tesi intende presentare i risultati di una ricerca sull'integrazione socio-sanitaria nella regione Lazio. L'integrazione tra sociale e sanitario è tema su cui da oltre 40 anni si confronta la comunità scientifica e si sono susseguiti numerosi interventi normativi ma che rimane sostanzialmente irrisolto, segnato da una traduzione operativa in cui permangono incertezze e contraddizioni. Al di là delle enunciazioni legislative e degli impegni programmatici, infatti, l'effettivo raccordo tra gli attori impegnati nel processo di integrazione resta un obiettivo ancora da conseguire. Per riflettere sulla questione dell'integrazione socio-sanitaria e sull'evidente scarto tra il dettato normativo e la prassi operativa la ricerca si è mossa su un doppio binario. Da una parte ha approfondito il quadro teorico e normativo di riferimento tenendo presenti soprattutto i diversi orientamenti della letteratura in materia e le indicazioni contenute nel P.S.N. 1998-2000. Dall'altra ha inteso mettere a fuoco la trama concreta con cui l'integrazione socio-sanitaria si realizza in uno specifico contesto territoriale, cercando di tracciare il profilo che oggi riveste nella regione Lazio. Con particolare riferimento alla realtà laziale, l'analisi si è indirizzata verso il confronto tra la rappresentazione dell'integrazione socio-sanitaria così come emerge negli atti regolamentari che presiedono al suo funzionamento territoriale e l'assetto organizzativo che realmente le sue attività conoscono nei tre momenti del percorso che il cittadino/utente svolge all'interno dei servizi, sociali e sanitari: l'accesso, inteso come primo momento in cui il cittadino viene in contatto con i servizi socio-sanitari; la valutazione e presa in carico, ovvero il processo attraverso il quale viene analizzato il bisogno ed assunta la decisione se – e come – rispondervi; l'intervento/trattamento, momento centrale dell'operatività dei servizi sociali e sanitari. Il lavoro di ricerca ha consentito di approfondire le seguenti questioni: la coerenza dell'impianto normativo regionale rispetto al quadro nazionale e agli sviluppi del dibattito scientifico e professionale; l'esistenza o meno di una effettiva corrispondenza tra il quadro normativo regionale in materia di integrazione socio-sanitaria e le prassi operative realizzate sui territori;i punti di forza e le criticità dell'attuale modello di integrazione, sia a carattere generale sia nei suindicati momenti del percorso dell'utente all'interno dei servizi; la valutazione che i protagonisti del processo danno della sua efficienza e della sua efficacia; le condizioni che si segnalano come favorevoli o sfavorevoli per lo sviluppo di una cultura dell'integrazione. La ricerca – condotta tra giugno 2009 e novembre 2010 – si è avvalsa di una metodologia di tipo quantitativo (questionario con domande strutturate) a cui si è accompagnato un approfondimento a carattere qualitativo (focus group con testimoni privilegiati). L'indagine ha coinvolto i principali attori impegnati nell'integrazione socio-sanitaria: 55 referenti di distretto edun campione di assistenti sociali nel percorso quantitativo e 2 gruppi di professionisti di specifiche aree distrettuali, appartenenti ad A.S.L. ed enti locali nell'approfondimento qualitativo. La tesi si articola in due parti; la prima, costituita dai primi 3 capitoli, ripercorre le tappe della ricerca teorico-concettuale. Il capitolo 1, dopo una iniziale definizione terminologica, ripercorre in senso storico l'evoluzione delle normative nazionali che, dalla Costituzione repubblicana ai giorni nostri, hanno predisposto le condizioni, introdotto al tema, descritto e regolamentato l'integrazione tra ambiti sociale e sanitario, parallelamente alle riflessioni degli esperti. Il capitolo si conclude con una sintesi di quelli che si possono considerare, ad oggi, gli elementi concettuali dell'integrazione sociosanitaria. Il capitolo 2 rappresenta un'apparente "pausa" dal tema dell'integrazione poiché contiene una sintetica analisi delle diverse linee di pensiero delle tre possibili prospettive di analisi della normativa relativa all'integrazione: la prospettiva economica, quella organizzativa e quella personalistica. Il capitolo 3 utilizza le prospettive presentate nel cap. precedente per rileggere le normative, cercando di cogliere in ciascuna di esse gli specifici riferimenti attribuibili alle diverse prospettive; si conclude con una sintesi, attraverso la quale comprendere globalmente in quali direzioni si sono mosse le diverse normative nel periodo considerato. La seconda parte della tesi riguarda specificamente l'integrazione socio-sanitaria nella regione Lazio, indagata attraverso la ricerca empirica. Si apre con un capitolo, il 4, che presenta una prima introduzione alla realtà regionale, attraverso un sintetico excursus delle normative dagli anni '70 ad oggi, seguito da un'analisi dei principali atti in tema di programmazione ed organizzazione dei servizi sociali e sanitari. Il capitolo si conclude con una presentazione dei tratti principali dell'assetto territoriale e demografico delle 12 A.S.L. regionali, e dei relativi distretti. Con il capitolo 5 si entra nel vivo della ricerca empirica, analizzandone le risultanze a carattere generale, legate all'interesse degli attori istituzionali coinvolti, alle modalità di collaborazione e di co-progettazione, ai professionisti coinvolti ed alle tipologie di bisogni cui globalmente si rivolge, nello specifico caso del Lazio, l'integrazione. Il capitolo 6 cerca invece di tratteggiare un quadro della realizzazione dell'integrazione osservandola da un punto di vista particolare, quello del percorso dell'utente all'interno dei servizi; l'analisi prende in considerazione tre momenti di tale percorso ritenuti particolarmente significativi: l'accesso, la valutazione e presa in carico e gli interventi, quest'ultimi esaminati attraverso l'approfondimento di buone prassi, scelte dagli intervistati. Il percorso empirico della ricerca si conclude con il capitolo 7, che presenta alcuni elementi a carattere valutativo sull'integrazione nella regione, indagati presso tre differenti tipologie di attori: i referenti distrettuali, gli assistenti sociali, ed alcuni testimoni privilegiati, ovvero gruppi di operatori che lavorano in esperienze di tipo integrato.
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XXX ; Le MR raggruppano circa 7-8.000 forme morbose con una bassa diffusione nella popolazione (prevalenza <5/10.000), molto differenti tra loro, ma che dal punto di vista di sanit? pubblica vengono affrontate come un unico contenitore globale, in quanto rispondono a comuni problematiche assistenziali . Le MR richiedono competenze mediche esperte; costituiscono la sfida specialistica e tecnologica pi? avanzata (maggior parte delle MR sono di origine genetica); necessitano di avanzamenti nella ricerca scientifica ed in particolare della ricerca clinica . La bassa prevalenza si accompagna spesso a scarse conoscenze, ci? causa ritardo nella diagnosi e nel corretto trattamento . Le MR presentano numerosi quesiti, molto complessi legati a: organizzazione sanitaria, ricerca, eticam metodi per il monitoraggio; . Il quadro complessivo configura le MR come un grande tema di sanit? pubblica Partendo dalla necessit? di migliorare l'assistenza sanitaria dei pazienti con malattie rare, di pianificare gli interventi, nonche' migliorare le conoscenze scientifiche sono state intraprese specifiche politiche sanitarie a riguardo: . Le MR sono considerate una priorit? di sanit? pubblica in tutti i PSN dal 1998 in poi . Sono stati predisposti specifici atti normativi (dal DLg.vo 124/1998 al DM 279/2001, agli Accordi Stato-Regioni) . Sono stati predisposti finanziamenti speciali per il cofinanziamento di specifici programmi regionali per l'attuazione dei PSN in matteria di MR . Tutte le iniziative in Italia sono coerenti con le indicazioni della Commissione Europea
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In: https://morethesis.unimore.it/theses/available/etd-02122015-114453/
La mutata e crescente richiesta di salute, nell'attuale contesto socio-economico, deve orientare le politiche sanitarie verso l'adozione di nuovi modelli organizzativi che possano meglio integrare tra loro le diverse professionalità, le risorse e le tecnologie nel percorso di cura intraospedaliero ed anche nei rapporti tra ospedale e territorio. Per rendere più fluidi e condivisi i vari processi assistenziali è necessario adottare, e potenziare, nuovi supporti informatici che, in questa ottica di necessario cambiamento, comporterebbero numerosi e indubbi vantaggi: favorisce la continuità assistenziale (miglior condivisione di dati clinici tra operatori), permette una valutazione dei risultati in termine di salute, riduce il rischio di errore per gli operatori (sia nei processi assistenziali che nella gestione della documentazione in termini di completezza e comprensibilità), migliore tracciabilità del percorso clinico-assistenziale, archiviazione e reperimento di dati clinici ai fini del controllo di produttività, controllo della spesa sanitaria e per fini statistici ed epidemiologici. Alla luce di questi cambiamenti nel 2014, al Centro Oncologico di Modena, è stato avviato un progetto di riorganizzazione interna per Aree Omogenee di intensità di cura, sulla base di un progetto regionale del 2012 che vede coinvolta l'A.O.U. Policlinico. Sempre nello stesso anno è stato svolto un Audit Clinico interno sulla corretta gestione e tenuta della documentazione infermieristica che ha fatto emergere diverse criticità nella gestione e tenuta della documentazione. Questi due importanti, e concomitanti, eventi hanno orientato gli sforzi di un gruppo di lavoro verso l'implementazione a livello informatico di uno strumento per la valutazione dell'intensità di cura dei pazienti e per l'informatizzazione della documentazione infermieristica per ottenere così una Cartella Clinica Integrata Informatizzata. COMNEt (software già in utilizzo per la gestione dei pazienti Onco-Ematologici) è stata la base di partenza su cui lavorare e ad oggi è già stato integrato con un sistema di valutazione di Intensità di cura secondo metodo Tri-Co (Triage di corridoio) che determina il livello di intensità/complessità assistenziale sulla base delle due dimensioni del paziente: stabilità/instabilità clinica (scala NEWS) e di autonomia/dipendenza (scala IDA). La terza dimensione della persona, comprensione-scelta, verrà valutata con scale ESAS e Karnofsky, al fine di correlare la percezione del paziente e il livello di intensità/complessità assistenziale. Sulle base delle più recenti indicazioni regionali per la Cartella Clinica Integrata, l'applicativo è già stato ampliato con un diario clinico integrato che consente di interfacciare l'attività medica e infermieristica in una unica pagina di cronistoria dell'attività clinico-assistenziale del paziente. Al fine di una corretta pianificazione assistenziale sono state inserite le scale di valutazione (Braden, Conley, CAM, scala Nutrizionale). La gestione della terapia avviene con software Aziendale integrato con COMNet per la gestione delle terapie antitumorali. Si sta ancora lavorando per sviluppare un sistema di pianificazione assistenziale che, partendo dal modello concettuale di riferimento secondo Gordon, definisca un core-set di diagnosi Nanda e dei relativi NIC e NOC, prevalenti nei pazienti Onco-Ematologici. Il 2015 vedrà la conclusione del progetto di intensità di cure e il sistema informatizzato permetterà di valutare i risultati al fine della validazione del sistema e della implementazione definitiva nell'organizzazione. Il completamento della pianificazione assistenziale infermieristica nel sistema informatizzato permetterà di ultimare la cartella clinica integrata informatizzata al fine di garantire tracciabilità del percorso clinico assistenziale del paziente secondo un approccio olistico e multidisciplinare.
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Come risaputo "La pandemia da Covid19 ha comportato anche in Italia la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, con la conseguente previsione legislativa di un ampio strumentario di possibili restrizioni dei diritti e libertà individuali e collettivi, in funzione della salvaguardia del bene primario della vita umana e della salute individuale e collettiva. Il sacrificio di diritti e libertà individuali, riconosciuti e garantiti dalla Costituzione e protetti mediante riserva di legge, in primis della libertà di circolazione (per la quale la riserva di legge è ritenuta relativa) e della libertà di impresa, nella ponderazione con il bene primario della vita e della salute, è giustificato dal principio di precauzione e incontra a sua volta un limite invalicabile nel principio di proporzionalità e in quello di pertinenza e appropriatezza. Nel corso dell'elaborato vengono analizzate le conseguenze dell'emergenza Covid-19 sul processo amministrativo e sulla tutela dei diritti dei privati.Con l'articolo 84 del decreto legge 17 marzo 2020, n.318 (c.d. "Cura Italia") , il Governo ha predisposto un assetto di disposizioni emergenziali al fine di "ricercare un delicato punto di equilibrio atto a contemperare, da un lato, la tutela della salute dei consociati, bene giuridicoche assurge al rango di "diritto fondamentale" così come enunciato dall'art. 32 della Costituzione e, dall'altro, l'effettività della tutela giurisdizionale delle situazioni giuridiche soggettive, così come sancita anzitutto dall'art. 24 della stessa Carta fondamentale" . Si possono a tal proposito individuare tre diverse fasi legislative che hanno inciso sulla materia: - Fase I (8 marzo 2020 - 15 aprile 2020), durante la quale viene disposta la sospensione di tutti i termini processuali , tranne che per il procedimento cautelare e il rinvio d'ufficio a data successiva al 15 aprile 2020 di tutte le udienze pubbliche e camerali, fissate dall'8 marzo 2020 al 5 aprile 2020. Come si avrà modo di specificare nel prosieguo della trattazione, in tale periodo, la tutela cautelare di tipo collegiale viene sostituita dalla tutela cautelare monocratica, con conferma dei provvedimenti monocratici da parte del collegio dopo la data del 15 aprile 2020; - Fase II (16 aprile 2020 - 30 giugno 2020), nella quale tutte le controversie fissate per la trattazione passano in decisione, senza discussione orale, sulla base degli atti processuali già depositati, riconoscendo alle parti la facoltà di presentare brevi note scritte. - Fase III (1° giugno 2020 - 31 luglio 2020), durante la quale agli avvocati difensori è consentito prendere parte all'udienza, ma unicamente tramite 9 collegamento da remoto. Dopo quanto analizzato, emerge proprio la peculiarità del processo amministrativo,la disciplina del processo amministrativo ai tempi della pandemia: (i) ha dosato con saggezza i canoni di precauzione e di proporzionalità. (ii) ha avuto un elevato grado di resilienza rispetto alle esigenze e difficoltà indotte dalla pandemia, sia quanto agli strumenti di lavoro (processo telematico e udienze da remoto), sia quanto agli istituti processuali che possono assicurare una proficua interlocuzione tra giudici e difensori anche a distanza; (iii) ha garantito con misure generali, locali, e caso per caso, il diritto di difesa di tutte le parti processuali; (iv) ha assicurato la continuità della funzione giudiziaria consentendo agli operatori della giustizia amministrativa – messi in condizione di lavorare nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria - di dare il loro contributo perché il Paese non si fermi e riparta.Le gravi emergenze, come quella drammaticamente rappresentata dalla pandemia da coronavirus, idonee a recare un pregiudizio potenzialmente irreversibile all'esistenza stessa di un ordinamento giuridico e della comunità che lo compone, riportano all'attenzione, non solo del giurista, la funzione originaria che assolve ogni forma di organizzazione socio-politica, vale a dire la garanzia di sopravvivenza dei propri consociati. Le scelte istituzionali per fronteggiare l'emergenza sanitaria, soprattutto nella fase più acuta, sono state adottate secondo una scala discendente di interessi da preservare, al cui apice si collocano la vita e la salute dei singoli componenti della comunità politica di riferimento ma le criticità maggiori si sono verificate: a) nel sistema delle fonti, sul duplice versante dei rapporti tra governo e parlamento e tra i diversi livelli territoriali di governo; b) nel bilanciamento dei valori costituzionali in gioco. La frammentazione normativa delle "regole dell'emergenza" si è rivelata uno dei punti maggiormente critici sul versante delle fonti, uno dei dati più sconcertanti è costituito dalla "sovrapposizione tra diversi modi di produzione emergenziale del diritto", la produzione normativa emergenziale si è scontrata con due criticità della strumentazione ordinaria: la repentina mutevolezza della situazione di fatto, cui sembrava non riuscire a far fronte la stessa decretazione d'urgenza; il conflitto tra diversi valori tutti di rango costituzionale necessariamente da bilanciare, il bilanciamento è stato effettuato prevalentemente al livello normativo secondario (o nei decreti-legge, che però il parlamento non faceva a tempo a modificare e convertire) ma una buona "quota" di tale bilanciamento è stato rimesso all'applicazione delle misure: quindi all'amministrazione e al giudice. Del resto è fisiologico, e anzi necessario, che, con l'espandersi dei poteri pubblici emergenziali, il giudice di quei poteri assuma un ruolo di tutela dei diritti e degli interessi in gioco, esponendolo alla necessità di effettuare egli stesso quel bilanciamento che non è compiutamente effettuato nella norma. Sullo sfondo impera proprio il bilanciamento degli interessi che, sia pure mediato dall'esercizio del potere amministrativo, è rimesso in ultima analisi proprio al giudice, questo perchè il giudice amministrativo si è rivelato il giudice "ad accessibilità immediata".
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