Following Karl-Otto Apel's death on 15 May 2017, this obituary gives an overview of his academic and intellectual biography from the perspective of someone who knew him personally.
This article tries to explain and interpret the discourse ethics of Karl Otto Apel and their last Foundation. In a historic moment where it seems that already not is it must be based anything, in where the ideas have been relined by the forcefulness of the facts, in an era where modernity has been questioned and Postmodernity, is born at a positive moment where democracies totter by lack of dialogue, is necessary to investigate and elucidate the philosophical position of a thinker honest and consistent with his position as Apel. Here I explain what are the philosophical topics of which part to build his own speech. In addition, it examined critically its ethics proposal. ; Este artículo intenta explicar e interpretar la ética discursiva de Karl Otto Apel y su fundamentación última. En un momento histórico donde pareciera que ya no se debe fundamentar nada, en donde las ideas han sido rebasadas por la contundencia de los hechos, en una época en donde la modernidad se ha puesto en tela de juicio y ha nacido la posmodernidad, en un instante positivo donde las democracias se tambalean por falta de diálogo, es necesario investigar y elucidar la postura filosófica de un pensador honesto y consecuente con su postura como Apel. Aquí explico cuáles son los tópicos filosóficos de los cuales parte para construir su propio discurso. Además, examinó críticamente su propuesta ética
Die vorliegende Arbeit untersucht das Konzept eines Kosmopolitismus aus der Perspektive der philosophischen Ethik. Sie tut dies am spezifischen Beispiel der praktischen Philosophie Karl-Otto Apels. Ziel dabei ist es, ein grundlegendes Verständnis von der Geschichte und den Theorien des Kosmopolitismus zu gewinnen sowie hieraus einen umfassenden Kosmopolitismusbegriff (Arbeitsbegriff) zu entwickeln, mit welchem dann die praktische Philosophie Karl-Otto Apels auf einen Kosmopolitismus à la Apel hin erkundet und analysiert werden kann. Die Arbeit teilt sich dementsprechend in drei Teile. In Teil I (Theorien des Kosmopolitismus) werden die wichtigsten Etappen der europäischen Begriffsgeschichte von Kosmopolitismus seit der Antike sowie seine wichtigsten globalgeschichtlichen Entstehungszusammenhänge seit dem 19. Jahrhundert nachgezeichnet, als auch eine Vielzahl an aktuell wirkmächtigen Konzepten und Theorien des Kosmopolitismus aus den Wissenschaften und vor allem aus der praktischen Philosophie vorgestellt und diskutiert. In Teil II (Kosmopolitische Erkundungen bei Karl-Otto Apel) wird in die Philosophie Apels eingeführt. Zuerst in seine philosophischen Grundlegungen, dann in seine Diskursethik. Jene wiederum wird auf drei Teilbereiche aufgefächert vorgestellt: eine Universalethik («Ethik Teil A»), eine Verantwortungsethik («Ethik Teil B») und eine «angewandte» Diskursethik. Die erkundeten Inhalte werden im Anschluss in Teil III (Schlussfolgerungen) auf ihre kosmopolitischen Implikationen im Sinne des zuvor gewonnenen Arbeitsbegriffs hin analysiert und zu einem Apelschen «Quasi»-Kosmopolitismus zusammengeführt. Dieser wird dann zum Abschluss im Spektrum der präsentierten Theorien und Konzepte des Kosmopolitismus ausblickhaft verortet. ; The master thesis in hand examines the concept of Cosmopolitanism in perspective of philosophical ethics. It does that exemplarily within the practical philosophy of Karl-Otto Apel. The thesis is structured in three parts. Part I ("Theorien des Kosmopolitismus") starts with an overview over the milestones of conceptual history of cosmopolitanism since the ancient world till the 20th century and over aspects of the most recent political, cultural and legal history related to the phenomenon cosmopolitanism. Moreover respectively basically this first part presents most diverse contemporary concepts and theories of cosmopolitanism within and beyond philosophy. Part II ("Kosmopolitische Erkundungen bei Karl-Otto Apel") gives a profound introduction on Apels philosophy, with emphasis on his ethics. The purpose of that 'explorations is to explore all the relevant contents for a theory of cosmopolitanism. In part III ("Schlussfolgerungen") the explored contents will be analyzed and synthesized to a (experimental) coherent theory of cosmopolitanism á la Apel, which finally will be located in the range of the presented current discourse of cosmopolitanism in practical philosophy. ; verfasst von Mag. phil. Julian Pehlivan ; Abweichender Titel laut Übersetzung des Verfassers/der Verfasserin ; Karl-Franzens-Universität Graz, Masterarbeit, 2018 ; (VLID)2705266
Die europäische Diskursethik und die lateinamerikanische Philosophie der Befreiung artikulierten Anfang der 70er Jahre das weitverbreitete Bedürfnis nach grundlegenden gesellschaftlichen Veränderungen. Inzwischen stoßen allerdings diskurstheoretische Vernunftmoralen und neomarxistische Befreiungsphilosophien nicht nur im postmodernen Denken auf tiefe Skepsis. Vor dem Hintergrund wachsender sozialer Ungleichheit in Nord und Süd und der zunehmenden Macht populistischer bzw. fundamentalistischer Strömungen scheint es gegenwärtig jedoch durchaus angebracht zu sein, mögliche Errungenschaften der Diskurs- und Befreiungsethik in einer präzisen und zugleich kritischen Auseinandersetzung mit ihren theoretischen Grundlagen zu rekonstruieren und damit vorschnellen Abschiedsreden nochmals ins Wort zufallen. In einer vorsichtigen, die universalistische Orientierung prinzipiell bewahrenden Rekontextualisierung der Moraltheorien von Karl-Otto Apel und Enrique Dussel werden einerseits Möglichkeiten für gegenseitige Korrekturen und Ergänzungen zwischen Diskurs- und Befreiungsethik, andererseits aber auch Perspektiven für eine interkulturell orientierte Ethik als Fundament einer Kritischen Theorie der globalen sozialen Frage analysiert
Verfügbarkeit an Ihrem Standort wird überprüft
Dieses Buch ist auch in Ihrer Bibliothek verfügbar:
La tesi ha l'obiettivo di esporre e analizzare criticamente i temi più importanti del pensiero di Karl-Otto Apel. Nei tre capitoli in cui è suddivisa la tesi si presenta inizialmente la posizione di Apel su uno specifico argomento, e poi si compie un'analisi critica di essa facendo riferimento alla letteratura secondaria (in particolare tedesca) riguardante la filosofia apeliana. Lo scopo finale del lavoro è quello di evidenziare l'originalità, i punti di forza e i punti deboli della pragmatica trascendentale sviluppata da Apel, la quale si sostanzia nell'ambizioso tentativo di rinnovare la filosofia trascendentale partendo dalle irrinunciabili acquisizioni della svolta linguistica che ha caratterizzato il pensiero filosofico del XX secolo. Il primo capitolo ha come oggetto il concetto più peculiare della riflessione apeliana: quello di fondazione ultima (Letztbegründung). Tale concetto è centrale sia in riferimento alla filosofia teoretica sia in riferimento alla filosofia pratica, e per questa ragione la sua analisi precede la trattazione specifica della teoria della verità e dell'etica del discorso. Nella prima parte del capitolo si illustra l'evoluzione del concetto negli scritti apeliani, in particolare il significato che assume la nozione di "riflessione" negli anni Ottanta, in seguito all'influenza esercitata sulla filosofia di Apel dalle analisi di Wolfgang Kuhlmann in riferimento alla fondazione ultima. Apel riprende da Kuhlmann la problematica nozione di fondazione ultima strettamente riflessiva, con la quale i due autori tentano di superare le numerose obiezioni che sono state rivolte alla Letztbegründung. Dopo l'esposizione delle principali critiche a tale nozione e l'illustrazione di una possibile alternativa alla fondazione ultima strettamente riflessiva, nell'ultima parte del capitolo si analizza più nel dettaglio l'argomento trascendentale sviluppato da Apel e si chiariscono ulteriormente le ambiguità del concetto di riflessione che egli adopera. Infine, si propone una ridefinizione degli argomenti trascendentali e, a partire da ciò, si traggono le conseguenze per la filosofia apeliana. Nel secondo capitolo, dopo la disamina del fondamentale rapporto tra la questione circa la giustificazione di validità della conoscenza e la questione concernente la costituzione del senso dell'oggettività all'interno del pensiero di Apel, si entra nel dettaglio della sua concezione del linguaggio. La corrente filosofica dominante lungo l'intera storia del pensiero occidentale privilegia la funzione rappresentativa del linguaggio, relegando la dimensione comunicativa di esso a oggetto di studio di discipline esterne alla filosofia. Secondo il pensatore tedesco, invece, l'aspetto distintivo del linguaggio umano è costituito dalla sua doppia struttura performativo-proposizionale. Nel capitolo si ricostruisce la teoria del significato che emerge dalle riflessioni apeliane, la quale si fonda su una particolare interpretazione della teoria degli atti linguistici sviluppata da Austin e Searle, e da cui emerge un'ambiguità di fondo rispetto al rapporto tra semantica e pragmatica. Successivamente, di conseguenza, si approfondisce tale rapporto ricorrendo alle considerazioni di altri autori sul tema, in particolare Wilfrid Sellars e Robert Brandom. Nell'ultima parte del capitolo si analizza la teoria della verità e della realtà sviluppata da Apel, Più nello specifico, si affrontano le critiche che sono state rivolte all'identificazione di verità e consenso argomentativo nella comunità ideale della comunicazione, e alla concezione del consenso ideale come un'idea regolativa che è implicita nella pratica argomentativa e senza la quale le nostre asserzioni perderebbero il loro senso. L'aspetto maggiormente problematico riguarda il ruolo del consenso come criterio determinante di verità. Infine, si approfondisce la dicotomia nominalismo-realismo concettuale per comprendere pienamente il peculiare realismo apeliano, che egli riprende da Peirce. Nel terzo capitolo e ultimo capitolo si affronta il tema dell'etica del discorso. Nella prima parte, dopo aver illustrato la strategia di Apel volta alla fondazione post-metafisica di un'etica universale, si analizzano le obiezioni fondamentali che sono state mosse contro di essa, in particolare riguardo alla possibilità di fondare norme morali partendo dai presupposti del discorso argomentativo e circa il rapporto tra dimensione volitiva e dimensione cognitiva nella riflessione etica di Apel. Nella seconda parte del capitolo, dopo la disamina della distinzione tra la parte A dell'etica del discorso, riguardante la fondazione di norme morali fondamentali, e la parte B, concernente l'applicazione delle norme nelle situazioni storiche concrete, si approfondisce il rapporto tra morale, diritti umani e democrazia che caratterizza il pensiero apeliano. Da questo punto di vista il confronto con Habermas risulta illuminante. Nell'ultima parte del capitolo, infine, si mettono in luce le criticità della parte B dell'etica del discorso di Apel, in particolare del tentativo di fondare la parte B derivandola dalla parte A, e si propone una strategia alternativa che consenta di valorizzare la proposta etica apeliana evitando il pericolo di un eccesso di formalismo.