ITALIANO: In questo saggio è ricostruito il carteggio di Giuseppe De Blasiis (1832-1914), primo professore di Storia dell'ateneo napoletano. Protagonista della storiografia ottocentesca italiana, a lui si deve l'assetto scientifico della Società Napoletana di Storia Patria, di cui fu socio fondatore e in seguito presidente. I suoi studi sul Medioevo, senza tralasciare l'Età moderna, e soprattutto la sua vasta conoscenza delle fonti documentarie e bibliografiche napoletane lo resero interlocutore privilegiato per chiunque volesse accostarsi alla storia del Mezzogiorno continentale. / ENGLISH: This essay focuses on the correspondence of Giuseppe De Blasiis (1832-1914), the first professor of History at the University of Naples. In his leading role as a 19th century Italian Historian, he was responsible for the scientific structure of the Neapolitan Society of National History, of which he was a founding member and later president. Thanks to his studies on Medieval History and Modern Age, as well as to his vast knowledge of the Neapolitan documentary and bibliographical sources, he became the privileged interlocutor for anyone who wanted to approach the history of southern continental Italy.
In questo volume è ricostruito il carteggio di Giuseppe De Blasiis (1832-1914), primo professore di Storia dell'ateneo napoletano. Protagonista della storiografia ottocentesca italiana, a lui si deve l'assetto scientifico della Società Napoletana di Storia Patria, di cui fu socio fondatore e in seguito presidente. I suoi studi sul Medioevo, senza tralasciare l'Età moderna, e soprattutto la sua vasta conoscenza delle fonti documentarie e bibliografiche napoletane, lo resero interlocutore privilegiato per chiunque volesse accostarsi alla storia del Mezzogiorno continentale.
La Società Napoletana di Storia Patria fu creata nel 1875 per volontà di alcuni politici e studiosi napoletani, mutuando la sua struttura dalle società storiche già sorte. Come gli altri istituti italiani, anche il sodalizio napoletano ebbe come primari interessi l'edizione di fonti, la difesa della propria autonomia, il tentativo di conciliare piccola e grande patria. Lo scopo era duplice: rafforzare il legame tra la popolazione e la dinastia sabauda ed evidenziare, tramite le memorie locali, il contributo dato al processo di nation building. Attraverso la ricostruzione biografica di alcuni membri della società storica napoletana, si comprende bene che nulla di ciò che accadeva in città era lontano dall'istituto: dal controllo dell'istruzione pubblica alla tutela dei monumenti, all'amministrazione degli enti di beneficenza. Pur essendoci già prestigiosi cenacoli culturali, la società storica seppe creare infatti un'ampia rete di rapporti, grazie anche al numero aperto delle iscrizioni e a una quota associativa tutto sommato accessibile. Le vicende di questo istituto, qui ricostruite dall'anno di fondazione al 1946 attraverso fonti documentarie inedite e una ricca bibliografia, si rivelano pertanto utili per chi voglia conoscere da vicino le dinamiche culturali del Mezzogiorno continentale all'indomani dell'Unità.
ITALIANO: La Società Napoletana di Storia Patria fu creata nel 1875 per volontà di alcuni politici e studiosi napoletani, mutuando la sua struttura dalle società storiche già sorte. Come gli altri istituti italiani, anche il sodalizio napoletano ebbe come primari interessi l'edizione di fonti, la difesa della propria autonomia, il tentativo di conciliare piccola e grande patria. Lo scopo era duplice: rafforzare il legame tra la popolazione e la dinastia sabauda ed evidenziare, tramite le memorie locali, il contributo dato al processo di nation building. Attraverso la ricostruzione biografica di alcuni membri della società storica napoletana, si comprende bene che nulla di ciò che accadeva in città era lontano dall'istituto: dal controllo dell'istruzione pubblica alla tutela dei monumenti, all'amministrazione degli enti di beneficenza. Pur essendoci già prestigiosi cenacoli culturali, la società storica seppe creare infatti un'ampia rete di rapporti, grazie anche al numero aperto delle iscrizioni e a una quota associativa tutto sommato accessibile. Le vicende di questo istituto, qui ricostruite dall'anno di fondazione al 1946 attraverso fonti documentarie inedite e una ricca bibliografia, si rivelano pertanto utili per chi voglia conoscere da vicino le dinamiche culturali del Mezzogiorno continentale all'indomani dell'Unità. / ENGLISH: The Neapolitan Society of Homeland History was created in 1875 through the will of some Neapolitan politicians and scholars, who borrowed its structure from previously established historical societies. Like the other Italian institutions, the Neapolitan association was also primarily interested in the publication of sources, the defense of autonomy, and the attempt to reconcile the smaller and the larger nation. The objective was twofold: to reinforce the ties between the local people and the Savoy dynasty, and to underline, through historical memory, the local contribution made to the process of nation building. Through the biographical reconstruction of some members of the Neapolitan historical society, it is well understood that nothing that happened in the city took place far from the institution; from the control of public instruction to the protection of monuments, to the administration of charity organizations. Although there were already some prestigious cultural associations, the historical society knew how to create a wide network of relationships, thanks to the policy of open membership and a fairly accessible membership fee. The events which took place at this institution, reconstructed here from its founding to 1946, through previously unpublished documentary sources and a full bibliography, are thus useful for those who wish to learn about the cultural dynamics of southern continental Italy and the period following the Unification.
[English]: The Neapolitan Society of Homeland History was created in 1875 through the will of some Neapolitan politicians and scholars, who borrowed its structure from previously established historical societies. Like the other Italian institutions, the Neapolitan association was also primarily interested in the publication of sources, the defense of autonomy, and the attempt to reconcile the smaller and the larger nation. The objective was twofold: to reinforce the ties between the local people and the Savoy dynasty, and to underline, through historical memory, the local contribution made to the process of nation building. Through the biographical reconstruction of some members of the Neapolitan historical society, it is well understood that nothing that happened in the city took place far from the institution; from the control of public instruction to the protection of monuments, to the administration of charity organizations. Although there were already some prestigious cultural associations, the historical society knew how to create a wide network of relationships, thanks to the policy of open membership and a fairly accessible membership fee. The events which took place at this institution, reconstructed here from its founding to 1946, through previously unpublished documentary sources and a full bibliography, are thus useful for those who wish to learn about the cultural dynamics of southern continental Italy and the period following the Unification / [Italiano]: La Società Napoletana di Storia Patria fu creata nel 1875 per volontà di alcuni politici e studiosi napoletani, mutuando la sua struttura dalle società storiche già sorte. Come gli altri istituti italiani, anche il sodalizio napoletano ebbe come primari interessi l'edizione di fonti, la difesa della propria autonomia, il tentativo di conciliare piccola e grande patria. Lo scopo era duplice: rafforzare il legame tra la popolazione e la dinastia sabauda ed evidenziare, tramite le memorie locali, il contributo dato al processo di nation building. Attraverso la ricostruzione biografica di alcuni membri della società storica napoletana, si comprende bene che nulla di ciò che accadeva in città era lontano dall'istituto: dal controllo dell'istruzione pubblica alla tutela dei monumenti, all'amministrazione degli enti di beneficenza. Pur essendoci già prestigiosi cenacoli culturali, la società storica seppe creare infatti un'ampia rete di rapporti, grazie anche al numero aperto delle iscrizioni e a una quota associativa tutto sommato accessibile. Le vicende di questo istituto, qui ricostruite dall'anno di fondazione al 1946 attraverso fonti documentarie inedite e una ricca bibliografia, si rivelano pertanto utili per chi voglia conoscere da vicino le dinamiche culturali del Mezzogiorno continentale all'indomani dell'Unità.