Proposte per l'integrazione nei servizi sociali e sanitari: formazione e azione dell'Unità di valutazione multidimensionale distrettuale
In: GREX., Rapporti e ricerche 5
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In: GREX., Rapporti e ricerche 5
L'uso dei suoli rappresenta quasi sempre un compromesso fra esigenze sociali, economiche e ambientali diverse. Il paradigma della sostenibilità nella sua duplice accezione "debole" e "forte" intercetta il tema del "consumo" e del "risparmio" di suolo, nella misura in cui le tendenze urbanizzative dimostrano la predilezione politica a promuovere gli interventi di "consumo" della risorsa; pertanto, la molteplicità di valori compresenti nei processi di trasformazioni dell'uso del suolo stimola l'opportunità di "co-generare valore" e la visione di un nuovo progetto di città, basato sulla produttività e competitività di un territorio. Il lavoro di ricerca si sintetizza nel perseguire due macro-obiettivi, uno di carattere concettuale, l'altro di carattere metodologico-operativo: il primo coniuga le definizioni dei concetti che si attribuiscono al suolo con il riconoscimento dei valori ed offre interessanti occasioni di analisi teorica ed empirica soprattutto sugli aspetti legati alla governance degli usi del suolo, in particolare, sulla possibilità di gestire gli usi dei suoli quali commons; il secondo concerne la revisione dell'approccio metodologico di costruzione degli "indicatori compositi" a supporto dei processi di pianificazione, di gestione e di trasformazione del suolo, attraverso l'inserimento di una fase di analisi spaziale che sottenda ragionamenti valutativi nel quadro proposto dal manuale OCSE (OECD, 2008); la definizione sul piano operativo di una metodologia per l'acquisizione dei dati e l'analisi delle informazioni che sia in grado di descrivere lo status quo, proporre possibili scenari futuri di valorizzazione, sulla base di dati oggettivi e preferenze (espresse o meno), punti di vista, suggerimenti e raccomandazioni con un sempre maggiore livello di trasparenza. L'attività di "valutazione degli effetti della pianificazione locale sul consumo di suolo" del progetto CS@Monitor costituisce il caso di studio. L'obiettivo del progetto, affidato dalla Regione Puglia alla società InnovaPuglia e al MITO-Lab, concerne la costruzione di indicatori in grado di descrivere e quantificare le variazioni dell'uso del suolo a fini urbanizzativi, utili all'aggiornamento delle politiche regionali di governo del territorio. L'applicazione della proposta metodologica ad un problema reale evidenzia la natura ciclica del processo valutativo che diventa un "processo di apprendimento" di tipo dinamico, flessibile ed adattivo, in grado di evolversi in base ai possibili cambiamenti. Pertanto, la costruzione di "indicatori compositi spaziali" potrebbe essere integrata negli strumenti di valutazione quali VAS, VIA affinché il dialogo costante tra gli elementi della dimensione globale e quelli della dimensione locale possa realmente monitorare che gli interessi individuali e i benefici economici delle trasformazioni degli usi del suolo non prevalgano sugli interessi collettivi.
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Per le organizzazioni sanitarie la cooperazione in rete rappresenta un'alternativa strategica per bilanciare una spesa sempre crescente e per ristrutturare un'offerta dei servizi ospedalieri spesso inadeguata alla domanda. In merito, infatti, a seguito delle riforme che hanno interessato il settore sanitario nel rispetto dei paradigmi del New Public Management, il forte orientamento verso logiche di mercato, criteri e strumenti di governo propri delle imprese private ha favorito il coinvolgimento di queste ultime nei processi di finanziamento e di erogazione dei servizi delle aziende sanitarie. Tale processo è tuttora in atto, soprattutto in Italia. In questo Paese, infatti, la politica di spending review in ambito sanitario ha alimentato l'interesse scientifico e istituzionale verso il tema, sebbene ancora oggi non vi sia unanimità sul significato di partnership. Ciò è dovuto, in particolare, al pluralismo delle idee e ai molteplici approcci adottati nell'inquadramento del fenomeno che hanno favorito lo sviluppo di diversi filoni sul tema, trasversali a varie discipline. Sebbene tali circostanze favoriscano lo sviluppo del dibattito, esse ostacolano il perseguimento di un consenso generale su ciò che le partnership rappresentano e su come debbano essere esaminate. Nel contesto sanitario, le partnership tra pubblico e privato (d'ora in avanti PPP) costituiscono una soluzione di governo delle relazioni adottata frequentemente. Inoltre, nel rispetto delle nuove modalità di gestione dei servizi pubblici, la letteratura sulle partnership ha analizzato diversi aspetti del fenomeno, concentrandosi in particolare sulle determinanti istituzionali della collaborazione, sui criteri di selezione dei partner, nonché sui costi e sui benefici per la gestione dei processi di cura. Da un'accurata analisi della letteratura, è emerso però che le modalità di valutazione della performance delle PPP operanti in sanità, pur essendo un tema di indiscusso interesse nell'arena accademica nazionale e internazionale, allo stato attuale, non è stato ancora sistematicamente interpretato. In merito, è importante notare che la gran parte degli studi si è concentrata sull'efficienza delle partnership, trascurando l'esame delle performance intangibili legate, ad esempio, alla soddisfazione degli stakeholder e alla qualità dei processi interni. Inoltre, è stato dedicato spazio limitato alle partnership che le aziende sanitarie istituiscono con gli enti non-profit, sebbene esse rappresentino una soluzione sempre più praticata. Partendo da tali considerazioni, la presente ricerca si propone un duplice obiettivo. Sul piano teorico, il lavoro ha lo scopo di sistematizzare gli studi sulla valutazione della performance delle PPP operanti in ambito sanitario, con particolare riferimento alle partnership messe in atto con le organizzazioni non-profit. Dal punto di vista pratico, invece, la tesi si propone di sviluppare uno strumento, che in ossequio alle best practice e alle indicazioni fornite tanto dalla letteratura quanto dai practitioner, consenta di valutare la reale efficacia delle partnership in questione. L'elaborato si sviluppa in tre capitoli. Nel primo, è offerta una rassegna della letteratura sul dibattito accademico nazionale e internazionale in tema di PPP, con particolare riferimento in ambito sanitario. La sistematizzazione degli studi sulle partnership in tale contesto consente di individuare due filoni di riferimento: i) le modalità attraverso le quali configurare le partnership per la soddisfazione dei destinatari dei servizi prestati e, ii) il contributo che i privati offrono nella gestione dei processi di cura. Sulla scorta di queste premesse, è compiuta un'analisi degli studi sulle partnership istituiti tra le aziende sanitarie pubbliche e le organizzazioni non profit. Infine, coerentemente all'obiettivo della ricerca, il capitolo offre una review della letteratura sugli strumenti di valutazione delle performance delle aziende sanitarie, focalizzandosi su quelli adottabili dalle PPP. Nel secondo capitolo, è descritta la metodologia di ricerca adottata, motivando la scelta del case study longitudinale sviluppato seguendo un approccio di tipo partecipativo. Inoltre, si descrivono in dettaglio le tre fasi in cui si è articolata la ricerca, con particolare riguardo alla raccolta dei dati e alle relative fonti. In merito, come illustrato estesamente nella sezione in discorso, lo studio è stato condotto attraverso una ricerca sul campo avvalendosi della collaborazione del Dipartimento di Ematologia di un Istituto di Ricovero e di Cura a carattere Speciale e di una Associazione non-profit che ne supporta buona parte delle attività. Nel tentativo di colmare il gap esistente nella letteratura dedicata alla valutazione delle performance delle Partnership tra Pubblico e Privato operanti in sanità, nel terzo capitolo è stato sviluppato un modello di misurazione e valutazione dell'impatto delle partnership. In particolare, partendo dall'analisi del caso esaminato e dalla letteratura sul tema è stata sviluppata una Balanced Scorecard personalizzata per cogliere le diverse dimensioni di risultato su cui incidono le PPP di cui si discute, allo scopo di proporre uno strumento aggiornabile, replicabile e fruibile per tutte le realtà di questa natura. I risultati dello studio mostrano gli effetti positivi della partnership sui processi di cura e di ricerca svolti dal Dipartimento di Ematologia esaminato e sui relativi risultati economico-finanziari, come pure i risvolti favorevoli per la soddisfazione dei pazienti e dei dipendenti. Nel contempo, inoltre, lo strumento proposto mette in luce i punti di debolezza della PPP guidando i successivi interventi strategici. Pertanto, la presente ricerca offre diversi contributi sia sotto il profilo teorico che pratico. In primo luogo, evidenzia la mancanza di strumenti adeguati per la valutazione delle PPP operanti in ambito sanitario e si propone di colmare tale gap attraverso un adattamento degli strumenti adottati dalle aziende sanitarie tradizionali. In secondo luogo, estende i confini delle ricerche sulla valutazione delle performance delle PPP in ambito sanitario. In particolare, a differenza degli studi sulle partnership tra aziende sanitarie pubbliche e imprese private for profit, la presente ricerca sposta l'attenzione su quelle con enti privati non-profit, in qualità di destinatari del forte interesse scientifico degli ultimi anni. Infine, lo sviluppo del modello multidimensionale presentato nelle sezioni conclusive del lavoro consente di valutare l'impatto delle partnership con riferimento alle molteplici dimensioni di risultato da esse prodotte sia sotto il profilo finanziario che non finanziario. Pertanto, la ricerca fornisce un contributo ai professionisti del settore attivi nelle aziende sanitarie pubbliche interessate da partnership con imprese private.
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The need to contain healthcare expenditure, looking at quality of assistance as well, has lead recently to the implementation of new assistance paradigms. Home hospitalization is intended to improve quality of assistance, because it ensure the patients to remain in their own environment, assisted by their families. The relevance of such issues is even higher when the assistance is directed towards cancer patients. The purpose of the paper is analyzing level of costs for alternative assistance programs for cancer patients. The analysis has been carried out for Regione Calabria (Italy). Patients in the sample have been distinguished into several groups according to their health conditions as inferred by a multidimensional evaluation: patients' multidimensional evaluation has been correlated with the level of costs.
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La ricerca è stata condotta e strutturata a partire dall'esigenza di individuare una metodologia per effettuare l'analisi gestionale delle diverse categorie tipizzate di paesaggio agrario regionale. A tal proposito sono state indagate le carenze informative più rilevanti, dando così avvio al primo step dedicato ad approfondire le possibili connessioni tra le diverse tipologie di dati utili allo scopo. Dopo l'identificazione delle basi informative necessarie e la riflessione sulla tipologia di strumento di cui dotarsi, è nato dunque il Database Integrato per la Spazializzazione del Presidio Agricolo Toscano (DISPAT) al fine di indagare il tema della gestione agricola del territorio regionale. Una volta creato il DISPAT, sono state effettuate specifiche elaborazioni secondo vari tematismi e si è iniziato a ragionare sul quadro concettuale d'insieme rilevando che, oltre al livello della pianificazione territoriale a scala regionale, tale SIT poteva essere implementato anche ad altri livelli operativi come: la programmazione per le politiche di sostegno economico alle attività agricole; la pianificazione territoriale e urbanistica a diversa scala; e la progettazione. Il lavoro presentato si è ispirato ad un'ampia intersettorialità, cercando di mettere in relazione studi specialistici per ricostruire un contesto dinamico in cui, nonostante alcune possibili confusioni terminologiche e incomprensioni imputabili alle differenti tradizioni culturali, lo strumento/elemento strutturale di connessione è l'utilizzo del GIS (Geographic information system). La struttura della tesi è stata così articolata: si è partiti da un inquadramento teorico e fenomenologico per approfondire il problema dell'organizzazione e distribuzione spaziale del presidio territoriale ad opera delle aziende agricole, per poi passare alla rassegna degli strumenti metodologici cui si è fatto ricorso, e presentare dunque il quadro regionale dell'attività agricola, concludendo con l'implementazione del DISPAT.
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In: https://morethesis.unimore.it/theses/available/etd-06252013-003432/
L'attività d'intermediazione è stata caratterizzata da un processo di forte innovazione finanziaria, la quale ha dato origine a prodotti e meccanismi finanziari più complessi e opachi che hanno trasformato fortemente la struttura dei mercati finanziari. Queste complessità hanno reso indispensabile un intervento legislativo finalizzato a creare un quadro normativo capace di colmare le lacune e la scarsa omogeneità della disciplina esistente. Per riuscirci diviene necessario comprendere, in senso dinamico, l'interconnessione tra fiducia e trasparenza caratteristica del rapporto investitore- intermediario. Nella definizione delle disposizioni normative, in particolare per la valutazione di adeguatezza, viene riconosciuta la tolleranza al rischio del cliente come informazione necessaria per determinare un investimento adeguato alla profilatura e specificità del cliente. La struttura normativa europea si fonda sulla configurazione teorica finanziaria classica relativa alle scelte di portafoglio e alla formazione dei prezzi sui mercati finanziari. Gli studi di finanza comportamentale hanno, analizzando nei processi decisionali la combinazione di emotività e razionalità, evidenziato diversi aspetti problematici relativi alla capacità descrittiva del modello classico quali l'ipotesi di efficienza dei mercati e la perfetta razionalità alla base delle scelte d'investimento. Abbandonando le ipotesi caratteristiche della teoria dei mercati efficienti, tali studi risultano in grado di fornire risposte migliori sul reale andamento dei mercati finanziari. L'investitore diviene "emotivo" e il processo si sviluppa a partire da fattori cognitivi intuitivi e emotivi. I concetti di rischio e avversione al rischio rappresentano, però, i pilastri fondamentali sia della teoria finanziaria classica sia degli studi di finanza comportamentale. Se nella teoria classica il rischio viene definito unidimensionale, oggettivo e orientato a una prospettiva macro; negli studi di finanza comportamentale il rischio viene considerato come soggettivo, multidimensionale e definibili a partire da una valutazione micro delle caratteristiche specifiche dell'investitore. L'analisi comparata tra teoria classica e comportamentale consente di comprendere gli errori commessi nel processo di trasformazione delle disposizioni normative in prassi operative e di analizzare le nuove proposte teoriche e legislative formulate al fine di aggiustare i processi di valutazione degli investitori. Nell'effettuare tale trasformazione gli intermediari finanziari, sottolineando la necessità di misurare il grado di tolleranza al rischio attraverso meccanismi riconducibili a una valutazione oggettiva, hanno riconosciuto come strumento di misurazione ottimale i questionari. Risulta, dunque, indispensabile comprendere la funzionalità di tali strumenti nel processo di formulazione di stime attendibili. Valutare la tolleranza al rischio del cliente è una delle attività più importanti per tutti gli intermediari presenti sul mercato; nonostante la valutazione della tolleranza al rischio rappresenti una delle principali componenti per la formulazione di portafogli individuali, accademici e professionisti sembrano ancora lontani da una formulazione unanime di metodi di rilevazione di questa variabile. Da un punto di vista normativo è stata sottolineata la necessità di verificare la coerenza delle risposte fornite tramite la somministrazione dei questionari al fine di evitare posizioni contraddittorie. L'assenza di un metodo standard e unitamente condiviso ha condotto all'utilizzo di differenti tecniche per la misurazione della tolleranza al rischio. L'obiettivo primario risulta finalizzato a individuare un metodo rigoroso per misurare la tolleranza al rischio e superare gli errori cognitivi e condizionamenti che solitamente vengo attivati.
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The fragility of the Italian territory, due both to the particular morphological conformation of the emerged lands and to their relatively young geological structure, to an unfortunate governance system that has been implemented in the last forty years which has encouraged soil consumption while reducing the resources for maintenance, contributes greatly to making devastating the effects of natural phenomena on the ground. The ordinary management of the territory and the securing of security are today two fundamental themes of the political debate, since they can significantly influence not only the protection of human life but also the reduction of public spending. The problem of emergency planning can therefore assume a preponderant position compared to that of the traditional urban plan. If the priority need today is to guarantee citizens a safe territory, then even the urban transformations can be directly influenced by it or even subordinated. It is therefore necessary to introduce a new approach to the old land management model, in which the discipline of economic and strategic evaluation must be given priority, capable of efficiently and effectively distributing the resources destined to mitigate the vulnerability conditions of the territory. DOI: http://dx.medra.org/10.19254/LaborEst.17.08
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La valutazione ed il confronto tra le performance di unità tra loro antagoniste (ad esempio, paesi, università o altre istituzioni economiche, sociali o politiche) riguarda spesso un aspetto multidimensionale ed ascrivibile ad una variabile latente non osservabile nella sua interezza; diventa quindi necessario far ricorso ad una molteplicità di indicatori e ad un criterio di sintesi delle informazioni in essi contenute, che spesso risultano correlate tra loro. Il presente lavoro si prefigge di valutare gli effetti della presenza di correlazione tra gli indici elementari, sulla graduatoria costruita mediante un indicatore composito. La valutazione consiste nel verificare, sulla base di alcune simulazioni, se e come diversi livelli di correlazione tra le variabili elementari possano indurre variazioni nella graduatoria finale.
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In: Sociologia del lavoro, Heft 161, S. 148-170
L'interesse per la qualità del lavoro è nato attorno agli anni Sessanta del Novecento con una peculiare commistione tra scopi istituzionali e di ricerca. La questione di che cosa si intenda con qualità del lavoro è lontana dall'essere risolta. Anzitutto, le dimensioni rilevanti per la sua misurazione hanno ancora un carattere largamente stipulativo e sono soggette a molti ripensamenti legati alle contingenze in cui vengono proposte. Inoltre, affidarne la valutazione ai lavoratori coinvolge un complesso intreccio di svariati fattori: individuali, culturali, sociali ed economici. Il saggio adotta la prospettiva della soddisfazione dei bisogni degli individui attraverso il lavoro. A partire dai dati della sesta wave della European Working Condition Survey, l'autrice propone un set di indicatori di qualità del lavoro e li mette in relazione con la soddisfazione generale per il proprio impiego.
Il presente Proponimento di tesi, nasce sulla scia del progetto PRACTICE (Planning rethinked Ageing Cities through innovative Cellular Environments) un progetto bilaterale Italia- Svezia, effettuato congiuntamente dal CITERA (Centro Interdipartimentale Territorio, Edilizia, Restauro e Ambiente), della facoltà di Architettura La Sapienza di Roma, e la Scuola di Architettura e Ambiente Costruito, del dipartimento di Pianificazione Urbana del KTH – Royal Institute di tecnologia di Stoccolma,con l'obbiettivo di realizzazione di una certificazione per edifici Age-Friendly, e la sua applicazione su edifici di diversa tipologia. Il programma ha previsto una ricerca multidisciplinare, in cui venissero valutati gli ambienti abitativi, a scala residenziale-edilizia, il contesto urbano, e quello sociale, al fine di definire le soluzioni più adatte all'accessibilità e fruibilità degli spazi, così da consentire una maggiore autonomia della popolazione anziana nel proprio ambiente. Il progetto di ricerca, nasce come conseguenza di analisi effettuate nel tempo, in cui si è verificata e dimostrata la reale necessità di rendere le città più "consapevoli" delle esigenze di una popolazione che tende sempre più ad invecchiare. Se da un lato l'aumento della longevità rappresenta una conquista del mondo moderno, derivato dall'evoluzione in campo medico, tecnologico e al miglioramento delle migliori condizioni, di vita, dall'altro tale tendenza richiede necessariamente un'adeguata capacità di rinnovamento interdisciplinare che coinvolga quindi non soltanto le politiche sanitarie e socio-assistenziali, ma anche e soprattutto quelle urbane, attraverso un'attenta azione pianificatoria in grado di trasformare spazi in luoghi accessibili ed inclusivi. Le città, sono infatti da considerarsi "smart" e capaci di adattarsi a nuovi scenari attraverso piccoli accorgimenti, a approcci innovativi. All' interno di questo nuovo scenario, l'invecchiamento rappresenta una nuova sfida, raccolta e fronteggiata, con gli strumenti ipotizzati in questo progetto di tesi. Il processo di invecchiamento è ovviamente una realtà biologica, difficile da definire univocamente, ma che ha una sua dinamica, in parte fuori dal controllo umano, in parte soggetta alle costruzioni mentali che ogni società attribuisce a questo particolare periodo della vita. 5 L'istituto Nazionale sull'Invecchiamento, ha affermato che nel suo senso più ampio, l' invecchiamento si riferisce solamente ai cambiamenti che si verificano durante l'arco della vita". Nei paesi in via di sviluppo infatti, il tempo cronologico ha poca o nessuna importanza nell'identificazione della vecchiaia, che viene invece associata al momento in cui il contributo attivo della persona non è più possibile. L'Attività di Ricerca, dopo aver esaminato modelli esteri e analizzato le problematiche attinenti gli anziani, ha elaborato uno specifico sistema di analisi utilizzato per la realizzazione di una certificazione, impostata per definire quanto un edificio sia stato pensato o sarà progettato a misura di anziano. E' stata quindi effettuata una valutazione multicriteriale dal punto di vista edilizio, urbano e sociale. La certificazione si comporrà di schede valutative impostate secondo la struttura di quelle impiegate dal Protocollo Itaca, basato sull' SB Method, uno dei sistemi più efficaci oggi riconosciuto a livello internazionale. La valutazione è impostata secondo una gerarchia di aree, categorie e criteri. Ogni area infatti rappresenta macro temi che si ritengono significativi ai fini della valutazione finale e comprende più categorie (in numero variabile) ciascuna delle quali definisce maggiormente nel dettaglio un particolare aspetto dell'area di appartenenza. Le categorie sono, a loro volta, suddivise in criteri, che rappresentano le voci di valutazione del protocollo, e vengono utilizzati per caratterizzare le performance dell'ambiente costruito, urbano e sociale, attraverso l'attribuzione di un punteggio che varia da -1 a 5. Successivamente, tali schede sono state concretizzate attraverso l'elaborazione e diffusione di questionari specifici, ad esperti del settore (medici, psicologi, ingegneri, architetti, addetti agli anziani), che potessero fornirci delle risposte adeguate alle categorie da noi selezionate, così da poter definire un punteggio realistico e concreto, base di ogni scheda. E' stata in fine applicata tale certificazione a casi studio selezionati, all' interno della regione Lazio, al fine di creare un database contenente informazioni utili, relative alle caratteristiche degli edifici residenziali, valutandone gli aspetti critici, e ipotizzando delle soluzioni migliorative, tali da renderli completamente age- friendly. Si è pensato perciò di catalogare e paragonare in base a epoca di costruzione e tipologia edilizia i casi studio, evidenziandone le criticità, così da poter 6 standardizzare delle opere di miglioria utili al fine di una progettazione futura, più consapevole e vicina alle esigenze di una popolazione che tende sempre più ad invecchiare. In ultimo sono stati ipotizzati successivi sviluppi a tale progetto, attraverso un approccio multidimensionale, integrato e innovativo, che potesse consentire la valutazione e certificazione di un modello progettuale elaborato in ambiente BIM e GIS, tale da contenere informazioni utili, al fine di indirizzare la scelta dei progettisti e dei pianificatori in relazione alla collocazione deli edifici, dei servizi e delle infrastrutture, per la realizzazione di progetti a misura di anziano.
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Dottorato di ricerca in Scienze ambientali ; Sistemi agricoli ed ecologici sono intimamente connessi (l'agricoltura gioca un ruolo importante nei modelli ecosistemici) e l'attività agricola concreta in se concetti di gestione e cambiamento ambientale atti alla produzione di beni (in primis gli alimenti). Durante il secolo scorso, l'attività agricola si è intensificata caratterizzandosi sia nella crescente dipendenza da fattori esterni sia nella conversione delle coperture del suolo. Sebbene tale processo abbia incrementato la produttività, la sostenibilità di numerosi agroecosistemi è stata compromessa. Nei Paesi sviluppati la situazione è particolarmente critica e richiede una riorganizzazione del settore agricolo al fine di recuperare la sostenibilità venuta meno. Al fine di affrontare le questioni emergenti connesse con la crescita demografica mondiale e la veemenza tecnologica nella biosfera, assume una fondamentale importanza il quantificare la sostenibilità degli agroecosistemi. La sfida dei ricercatori è quindi quella di bilanciare le questioni bio-fisiche con quelle socio-economiche per promuovere lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura. In Europa sono presenti modelli di sviluppo rurale sostenibile ed essi devono essere maggiormente compresi, esplorati e diffusi in quanto magnifici esempi di conoscenza acquisita tramite la tradizione e il sapiente uso del suolo. Il principale obiettivo della presente ricerca è quello di produrre un'indagine ambientale ed economica finalizzata alla progettazione e gestione di agroecosistemi sostenibili. Al fine di perseguire tale obiettivo, è necessario adottare un approccio multidimensionale capace di associare le caratteristiche agroecosistemiche alla gestione sostenibile. Questa ricerca vuole contribuire alla costruzione di una Scienza della Sostenibilità tramite la definizione di soluzioni pratiche capaci di incrementare la sostenibilità agricola, con minime ripercussioni sui livelli produttivi. La ricerca (articolata in vari studi) ha riguardato la valutazione della sostenibilità di alcuni agroecosistemi, a livello gerarchico di paesaggio (Lazio meridionale) e aziendale (Lazio meridionale, Provincia di Viterbo e Isola di Terceira), tramite indicatori di diversità (paesaggio e azienda) e di input/output (azienda). Gli studi condotti a livello di paesaggio hanno analizzato la sostenibilità ambientale in termini di metriche territoriali distinguendo l'ecoregione in base ad alcune caratteristiche (proprietà, altimetria e fitoclima). I risultati forniscono un profilo ecoregionale dell'Italia centrale dove i modelli storici di uso del suolo sono sopravvissuti a testimonianza della capacità umana di bilanciare il proprio sviluppo in base al contesto locale. Anche se i recenti cambiamenti sociali hanno portato a una maggior irruenza antropica e tecnologica sull'ambiente, la tradizione nei modelli d'uso del suolo (tramandata tra le generazioni mediante la cultura, l'educazione e le regolamentazioni locali) ha contribuito nel mitigare l'impatto umano ed ha agire da cuscinetto per la resilienza degli ecosistemi. Gli studi condotti a livello aziendale hanno analizzato la sostenibilità ambientale ed economica, in termini di circolazione dei flussi di materia ed energia, confrontando alcuni regimi gestionali contrastanti (biologico e convenzionale, misto e non misto). In generale, i risultati mostrano migliori prestazioni delle aziende biologiche rispetto alle convenzionali in ragione dell'organizzazione aziendale maggiormente portata al reimpiego della energia-materia prodotta e alla minor richiesta di energie ausiliari esterne provenienti da fonti non rinnovabili. Gli studi confermano il ruolo fondamentale degli allevamenti in quanto componente essenziale a migliorare l'efficienza e la sostenibilità aziendale (tale ruolo non viene sempre riconosciuto in termini sociali ed economici). In situazioni di bassa diversificazione strutturale e forte ascendente politico sul processo decisionale aziendale (come ad esempio sull'isola di Terceira) i costi ambientali dell'agricoltura possono aumentare significativamente. Al fine di informare in maniera appropriata i soggetti (pubblici e privati) coinvolti nel processo decisionale, sono necessarie maggiori risorse di conoscenza e di finanziamenti per misurare e monitorare le condizioni di sostenibilità dell'agricoltura. ; Agricultural and ecological systems are directly connected (agriculture plays an important role in ecosystem patterns) and the agroecosystems convey a high sense of stewardship care and historicity as food providers. During the last century, agriculture activity has intensified worldwide, characterized by an increasing dependence on external inputs and on land cover conversion. Although agriculture intensification has increased productivity, the sustainability of many agroecosystems has been compromised. In developed Countries the situation is particularly critical and requires a reorganization of the agricultural sector which would recover the sustainability failed. The measurement of agroecosystems sustainability has become of supreme importance, now essential to address the obvious problems related to the large population growth and technological vehemence in the biosphere. Defining socio-economical and bio-physical balance is a fundamental challenge for researchers in order to promote the sustainable development in agriculture. In Europe examples of sustainable rural development should be better acknowledged, explored and disseminated as meaningful case studies of traditional knowledge and wise land use. The main objective of the present research is to provide environmental-economic frameworks in order to design and evaluate agroecosystem sustainability. To achieve this objective, a multidimensional approach is needed that combines the feature of the agroecosystems with sustainable management. This research want to be a contribution in building a science of sustainability developing practical ways of improving sustainability in agriculture, with minimal impact to production. This research (containing various studies) has concerned the assessment of agroecosystem sustainability at landscape (Southern Lazio) and farming (Southern Lazio, Viterbo Province, Terceira Island) level based on the use of diversity (landscape and farming studies) and input/output (farming studies) indicators. Landscape level studies have analyzed the environmental sustainability in terms of landscape metrics distinguishing the landscape according to some characteristics (ownership, elevation and phytoclimate). Results provided a profile of an ecoregion in Central Italy, where historical land-use patterns are still alive on the territory and testify the capacity of human beings to develop a balanced relationship with their context of life at local level. Even if recent changes in society trends bring about more demographic pressure and more environmentally-aggressive technological fixes, tradition in land use patterns transferred from generation to generation through culture, education, regulations and action at local level, can help mitigate human impact and operate as a cultural buffer for ecosystem resilience. Farming level studies have analyzed the environmental and economical sustainability in terms of energy and material fluxes circulation comparing groups of farms in contrasting management regimes (organic vs. conventional; mixed vs. non-mixed). In general terms, results shows a diffuse better performance of organic farms respect to conventional ones because their organization was based on increased re-use of on-farm produced energy-matter flow and reduced demand of external inputs of non renewable energy-matter sources. The studies have confirmed the fundamental role of livestock as crucial agroecosystem component that improves the efficiency and sustainability of farms (this role is not yet acknowledged by society in economic terms). In situations of low structural diversification and strong policy ascendancy on farm decision making processes, the agricultural environmental costs may be enhanced significantly (eg.: Terceira Island). More intellectual and financial resources for measuring and monitoring sustainability conditions in agriculture are necessary, in order to appropriately inform decision making processes at both institutional and individual level.
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La ricerca analizza, attraverso strumenti modellistici innovativi, la soddisfazione lavorativa espressa da un campione di occupati italiani, confrontando i profili di risposta dei laureati pre riforma e di quelli post riforma. Il caso di studio si basa su un data frame costruito a partire da dati forniti dal Consorzio AlmaLaurea e finora mai impiegati a tale scopo. In particolare, i dati qui utilizzati riguardano due edizioni dell'Indagine annuale sulla Condizione Occupazionale dei Laureati di AlmaLaurea sugli occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo, provenienti dal "vecchio ordinamento" (laureati nel 2005 e intervistati nel 2010) e dal "nuovo ordinamento", specialistici e a ciclo unico (laureati nel 2007 e intervistati nel 2012). Obiettivo di questo lavoro è lo studio della job satisfaction, e delle sue principali componenti, nella loro connessione con le caratteristiche socio-economiche ed ambientali del lavoratore laureato. Lo studio ha preso avvio dall'analisi della letteratura, con l'approfondimento del quadro teorico di riferimento e delle problematiche definitorie, tenendo in considerazione anche i principali indici di job satisfaction esistenti. È emerso come il tema del benessere dei lavoratori abbia assunto nuovamente rilevanza sostanziale nell'attuale panorama degli studi sociali. Dopo una stagione di interesse intermittente, in special modo nel nostro Paese, si è riaccesa difatti l'attenzione sulla condizione, e parallelamente, sulle percezioni e le attese dei lavoratori, anche attraverso le indagini sul raccordo tra sistema educativo ed universitario e mercato del lavoro. Tale interesse muove dalla natura essenziale che la dimensione lavorativa riveste nel legame tra il singolo e l'ambiente in cui si esprime, in special modo relativamente agli aspetti "progettuali" dell'esistenza: dalla eventuale decisione di trasferirsi altrove alle scelte di costruzione familiare, dalle condizioni abitative alle caratteristiche delle forme associative, dalle opportunità di formazione/specializzazione ai profili di consumo, etc. La soddisfazione sul lavoro viene interpretata sia come indicatore di qualità del lavoro che come forte "predittore" del benessere globale dell'individuo. Da taluni autori è considerata una variabile attitudinale, utilizzata in connessione o in aggiunta alle covariate economiche, come reddito e possibilità di spesa. Questo quadro postula che essa dipenda dall'equilibrio tra input (come il grado di istruzione raggiunto, l'orario di lavoro, lo sforzo/fatica che si deve compiere) e output (intesi come salari, fringe benefits, status e immagine esteriore, aggiunti ad altri aspetti derivanti dal lavoro che si svolge). Sebbene l'argomento sia divenuto terreno comune di approfondimento di studiosi di diversa provenienza (in special modo, economisti e psicologi dell'organizzazione) ma anche di esponenti della sfera decisionale e politica, la materia non ha ancora trovato, per quanto riguarda soprattutto il nostro Paese, adeguato spazio nella letteratura sociologica. Nelle Scienze Sociali in generale, e in special modo nelle prospettive analitiche di tipo quantitativo, il problema della misurazione delle dimensioni di interesse riveste un ruolo centrale. Nell'ambito di ricerca approfondito in questo studio, si sono affrontate problematiche non trascurabili tanto relativamente all'impostazione teorica dei modelli di analisi, quanto alla successiva rilevazione e misurazione delle dimensioni che si è scelto di rilevare. Sui temi di nostro interesse, la discussione sulla riforma della scuola e dell'università, assieme a quella sul fabbisogno di laureati nel nostro Paese, ha recentemente approfondito l'analisi del disallineamento tra domanda e offerta di capitale umano, tratto solo per taluni fisiologico della dialettica tra sistemi educativi e mercato del lavoro. Si è ritenuto pertanto che l'analisi delle determinanti della soddisfazione lavorativa dei laureati potesse fornire utili indicazioni nel disegno degli interventi diretti tanto al mercato del lavoro che ai settori dell'istruzione e della formazione professionale, dell'università e dell'alta formazione, in un contesto, come quello italiano, attraversato da profonde e recenti trasformazioni e territorialmente assai eterogeneo. In questo quadro teorico, il lavoro di ricerca mira a specificare un prototipo originale per lo studio della valutazione della job satisfaction e l'ipotesi che si intende sottoporre a controllo è che l'applicazione della riforma dell'offerta formativa universitaria italiana abbia influenzato i livelli generali di job satisfaction, tenuti fermi taluni parametri da cui non si può prescindere per l'analisi della soddisfazione lavorativa "in tempi di crisi". Obiettivo specifico di questa ricerca è perciò approfondire, con strumenti innovativi, le determinanti della job satisfaction dei laureati italiani che, a nostro avviso, possono fornire utili indicazioni nel disegno degli interventi diretti tanto al mercato del lavoro che ai settori dell'istruzione e della formazione professionale, dell'università e dell'alta formazione, in un contesto, come quello italiano, attraversato da profonde e recenti trasformazioni e territorialmente assai eterogeneo. L'analisi è stata sviluppata attraverso i due ampi data-set di proprietà del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea che consistono, dopo un accurato screening preliminare, in 17.387 soggetti e 55 variabili per i laureati pre riforma (rilevazione 2010) ed in 25.523 soggetti e 116 variabili per i laureati post riforma (rilevazione 2012). Sono stati uniformati i campi di variazione di alcune variabili e si è scelto di lavorare su 36 variabili comuni ad entrambe le edizioni. Agli intervistati è stato chiesto di esprimere la propria percezione soggettiva rispetto all'attività svolta su una scala ordinale da 1 a 10 (modificata opportunamente per le elaborazioni modellistiche, al fine di minimizzare il problema dello scale usage heterogeneity). Ai rispondenti , in particolare, è stato sottoposto un quesito relativo alla valutazione sintetica del livello di soddisfazione globale percepito e 14 items specifici: Stabilità, Sicurezza del lavoro; Coerenza con gli studi fatti; Acquisizione di professionalità; Prestigio; Rispondenza agli interessi culturali; Utilità sociale del lavoro svolto; Indipendenza o autonomia del lavoro; Coinvolgimento nei processi decisionali; Flessibilità dell'orario e dei temi di lavoro; Tempo libero; Luogo di lavoro; Rapporti con i colleghi sul luogo di lavoro; Prospettive future di guadagno; Prospettive future di carriera. I risultati vengono illustrati per sottogruppi, distinti per: genere, gruppo disciplinare di laurea (secondo le definizioni ISTAT), area geografica di provenienza e di residenza lavorativa, settore economico di attività, stato giuridico e tipologia contrattuale, effetto del reddito, background familiare, voto finale, età e tempo di permanenza all'università oltre la durata legale, etc. Dalle analisi esplorative è emerso come la soddisfazione globale sia piuttosto elevata, per entrambe le edizioni dell'indagine, in coerenza con la letteratura internazionale in materia: il solo fatto di avere comunque un'occupazione, in special modo "in tempo di crisi" e in un contesto di sofferenza generalizzata, potrebbe spiegare livelli di soddisfazione comunque più elevati di quanto ci si aspetterebbe (Gallie, 2013, tra gli altri). Sul piano metodologico, considerata la natura di variabile latente, composita e multidimensionale della job satisfaction, si è scelto di utilizzare opportuni modelli per l'analisi dei dati ordinali. In alternativa ai classici Logit e Probit, questa ricerca utilizza uno strumento inferenziale innovativo che appartiene alla famiglia dei modelli statistici mistura noti come CUB Models, la cui principale caratteristica, dal punto di vista interpretativo, è la possibilità di esplicitare il contributo delle componenti latenti che determinano la risposta assieme ad una efficace visualizzazione grafica. In sintesi, le analisi svolte confermano come la job satisfaction, intesa come predittore del benessere degli individui, rappresenti una variabile "complessa", dipendente da diverse componenti, originate, oltre che dall'attitudine individuale, dall'esperienza universitaria, dal settore di occupazione e dal contesto di provenienza del rispondente. Il nostro studio rimarca il ruolo delle caratteristiche individuali nello spiegare la maggiore o minore soddisfazione. Degni di nota sono i contributi delle covariate età, gruppo disciplinare di appartenenza, titolo di studio dei genitori. L'evidenza empirica del complesso dei dati utilizzati e l'analisi degli ipotetici profili di risposta mostrano, rispetto all'età, risultati coerenti con la classica relazione tra età e life satisfaction, o well-being più in generale, come tipicamente dimostrato dalla happiness/treadmill economics. Già poco dopo i 30 anni, piuttosto invariabilmente, i rispondenti mostrano un decremento della soddisfazione espressa, rispetto agli appartenenti alle classi di età immediatamente precedenti. Sono comunque le classi di età impegnate nella costruzione della propria vita, non solo lavorativa, a mostrare un andamento di questo tipo, certamente influenzato altresì dalle condizioni di precarietà e di difficile matching tra competenze acquisite e condizioni occupazionali effettivamente sperimentate. Una caratteristica peculiare dei "nuovi" laureati è il maggior livello di soddisfazione espresso rispetto alla coerenza tra i contenuti acquisiti nel corso degli studi e l'occupazione svolta, a segnalare una maggiore specializzazione delle lauree di nuovo ordinamento. Rilevante, a livello generale, appare il ruolo "mancato" del reddito nell'influenzare la probabilità di risposta. Contro le attese, gli aspetti retributivi non paiono esercitare un effetto notevole nell'espressione della job satisfaction. In particolare, le differenze di reddito non sembrano apparire rilevanti nel confronto di nostro interesse tra le due edizioni dell'Indagine AlmaLaurea. Ancora una volta emerge che entrare nel mercato del lavoro durante una crisi di dimensioni globali fa sì che i laureati siano "più felici" in tutti i casi e indipendentemente dal loro reddito, per il solo fatto di avere una occupazione: una percezione "affettiva" che conduce all'incremento della soddisfazione espressa rispetto al lavoro svolto. Sebbene la ricerca sulle attitudini lavorative e sulla qualità delle occupazioni si sia lungamente focalizzata sugli aspetti estrinseci del lavoro, ci sembra probabile che sia il confronto "situazionale" a determinare la soddisfazione espressa. È la comparazione con i risultati del gruppo dei pari, in special modo rispetto alla realizzazione o meno delle aspettative maturate, a spiegare una maggiore o minore job satisfaction. Nelle Scienze Sociali in generale, e in special modo nelle prospettive analitiche di tipo quantitativo, il problema della misurazione delle dimensioni di interesse riveste un ruolo centrale. Nell'ambito di ricerca approfondito in questo studio si sono affrontate problematiche non trascurabili tanto rispetto all'impostazione teorica dei modelli di analisi, quanto alla successiva rilevazione e misurazione delle dimensioni che si è scelto di indagare. La struttura formale delle elaborazioni analitiche qui presentate e, in particolare, il modello omnibus proposto in questo contesto, dimostrano di essere uno strumento flessibile e "sintetico". Attraverso un'unica formulazione parametrica, è possibile infatti estrarre molteplici informazioni rispetto alle attitudini dei rispondenti nei confronti degli items relativi alla job satisfaction. Da un punto di vista applicativo, tali informazioni possono essere desunte dalla struttura delle distribuzioni di probabilità di risposta e, in particolare, dalla loro posizione, asimmetria e concentrazione in talune modalità. Tale malleabilità, assieme alla parsimonia dei parametri stimati, rappresenta un valore aggiunto ottenuto nella cornice teorica della modellistica prescelta.
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The current contribution is embedded in a broader research framework, based on an action-research project that started from the need of institutional innovation in a local welfare system, whose actors deal with social and educational policies addressed to the adult disability area. The project aimed at developing a new inter-institutional model of co-assessment and co-design for and with the adult with disabilities, developed at the same time as the establishment of the Multidimensional Disability Assessment Unit and in connection with the institution of the role of the case manager (cm). The action-research pathway then evolved into an evaluative research pathway aimed at analysing and implementing the service itself with a view to increasing the benefit for the users. One of the specific objectives of this second extension of the project is to explore and deepen the role of the cm, a professional figure activated within the action-research pathway. This contribution describes an introductory segment that constitutes an initial reflection to interpret and construct the profile of this professional figure, in terms of job description. ; Il presente contributo si inserisce all'interno di un più ampio quadro di ricerca, innestato a partire da un progetto di ricerca-azione che ha preso avvio da esigenze di innovazione istituzionale presenti in un sistema locale di welfare, i cui attori si occupano di politiche sociali ed educative indirizzate all'area della disabilità adulta. Il progetto ha avuto l'obiettivo di sviluppare un nuovo modello interistituzionale di co-valutazione e co-progettazione per e con la persona adulta con disabilità, elaborato in contemporanea alla costituzione dell'Unità di Valutazione Multidimensionale della Disabilità e in connessione all'istituzione della figura del case manager (cm). Il percorso di ricerca-azione è poi confluito in un percorso di ricerca valutativa che ha l'obiettivo di analizzare e implementare il servizio stesso in un'ottica di un maggiore beneficio per gli utenti. Uno ...
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In: http://hdl.handle.net/10280/1329
La tesi si compone di tre capitoli. Il primo capitolo è una rassegna critica che intende spiegare come mai la riforma del sistema sanitario in Cina non funziona come ci si aspettava. Comparando il caso cinese con le con le riforme avvenute in Messico e Vietnam, vengono individuate alcune ragioni metodologiche sia di policy design che di valutazione d'impatto. Il secondo capitolo propone una fusione tra la letteratura sulla spesa medica e la letteratura inerente alla misurazione multidimensionale della povertà. Viene così analizzato l'impatto della spesa medica non-rimborsabile sul benessere generale. Il nostro studio suggerisce che, nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo, specialmente lì dove il sistema sanitario è agli esordi, le famiglie tendono ad essere messe in condizione di povertà più per colpa di problematiche legate agli aspetti sanitari che per una vera e propria scarsità monetaria. Ne segue che il design e le valutazioni delle politiche di welfare dovrebbero avere un respiro più ampio e non focalizzarsi soltanto sulla povertà in termini di reddito. L'ultimo capitolo è un tentativo di valutare gli impatti di un esperimento sociale 'block-randomized' in Cina. E' stata utilizzata la metodologia Difference-in-Difference per stimare l'average treatment effect con un insieme di variabili relative alle spese mediche non-rimborsabili. I risultati dimostrano come i poveri possano beneficiare di più da questo tipo di interventi. ; The thesis consists three chapters. The first one, a critical review, aims at explaining why health care system reform in China does not work as expected. By comparing the case of China with the cases of Mexico and Vietnam, we try to find the explanation from the policy design and evaluation methodology. The second chapter proposes to combine catastrophic health expenditure literature with multidimensional poverty literature to analyze the impact of out-of-pocket health expenditure on overall well-being. Our study suggests that, in the rural area of developing countries, especially where health care system is in its infancy, households may be driven into poverty by health-related deprivation more than monetary deprivation. Therefore, policy-makers should evaluate and design welfare policy from a broader perspective other than only focusing on addressing the monetary poverty. The last chapter attempts to evaluate the impacts of a block-randomized social experiment in rural China, which implemented the provider payment intervention on outpatient services. Difference-in-difference methods are employed to estimate the average treatment effect with a set of outcome variables related to out-of-pocket health expenditure. We find that the poor may benefit more from the interventions.
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Negli ultimi anni, il fenomeno della violenza domestica è diventato un problema sociale rilevante nel nostro Paese, a causa di un numero di femminicidi sempre maggiore. Oggigiorno molti casi di cronaca nera sottolineano, molto spesso, l'inadeguatezza della prevenzione, della metodologia di contrasto alla violenza e della tutela garantita alle vittime, troppo spesso lasciate sole dalle istituzioni, specialmente se non sporgono denuncia alle autorità competenti. Proprio da qui è nata l'idea di evidenziare le criticità e le problematiche all'interno del sistema normativo e di politiche sociali pubbliche nell'affrontare casi di violenza domestica, con l'obiettivo di arrivare a formulare procedure e strategie appropriate per riempire quelle lacune evidenziate nel nostro Paese. Dunque, la Tesi ha prodotto una procedura e una strategia sperimentale possibile da attivare ogni qualvolta che una vittima di violenza domestica chiede aiuto e supporto in un servizio pubblico territoriale. Tale strategia condivide molti dei principi fondamentali del Metodo Scotland tra cui la fase del tutoraggio, la valutazione del rischio e la presa in carico multidimensionale. Dunque, la Tesi propone una strategia di supporto e sostegno alle vittime di violenza domestica, introducendo la figura dell'As.S.Vi. e sottolineando la necessità di una valutazione del rischio e di una presa in carico multiprofessionale e multidisciplinare, proprio per evitare il continuo delle violenze e dei femminicidi.
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