Obiettivo di questa nostra ricerca estato quello di delineare il ruolo svolto dal Consell di Barcellona nel quadro dei rapporti instauratisi fra la Corona d'Aragona e la Sicilia durante il periodo di regno di Giacomo II. Per realizzarlo cí siamo basati essenzialmente su fonti custodite presso l' Archivio della Corona d'Aragona e l'Archivio Storico della Citta di Barcellona. Dal momento però che in quest'ultimo la documentazione di epoca medioevale risulta consistente soltanto a partire dalla metà del XIV secolo, relativamente al periodo che qui ci interessa l'indagine è stata condotta in particolare sui registri della serie Llibres del Consell, nella sezione del Consell de Cent, di cui i primi diecí volumi, compilati negli anni 1300-1327, risalgono per l'appunto al tempo di Giacomo. In questi registri è contenuta la documentazione più svariata: nomine dei consellers e di altri ufficiali municipali, giuramenti, ordinanze etc., ma vi si conserva anche -ed è ciò che per noi si è rivelato maggiormente utile -copia delle lettere inviate dagli stessi consellers al loro sovrano, ai rappresentanti di altri consigli cittadini e ai monarchi di altri paesi. Le restanti notizie che includiamo provengono, come già detto, dall'Archivio della Corona d'Aragona. ; Peer reviewed
Prendendo le mosse dall'analisi delle ricerche di ambito internazionale, e attraverso l'attento spoglio della documentazione disponibile, questo studio intende ricostruire azioni e funzioni di uno dei più importanti e potenti uffici municipali della capitale catalana: il Consolato del mare. La ricerca si snoda su più piani complementari, a partire dalle prime tracce lasciate dal Consolato nel Duecento. Tra la fine del XIV e il pieno XV secolo l'istituzione divenne protagonista di un vero e proprio salto in avanti, grazie allo sviluppo delle funzioni relative all'amministrazione della giustizia marittimo-mercantile e l'elaborazione di progetti di politica economica. Avendo ormai maturato capacità di negoziazione coi diversi soggetti locali (governi cittadini e Corona) e internazionali (Consolati, poteri stranieri cristiani e non), nonché indispensabili competenze in termini di fiscalità, il Consolato si affermò come luogo di difesa di interessi economici e politici
L'esilio è spesso una punizione, sia esso una condanna o una costrizione autoinflitta. Tuttavia, talvolta, l'esperienza dell'allontanamento dalla propria patria può trasformarsi in una nuova occasione di vita, in un'opportunità di ripartire, di ricominciare. In un'epoca di importanti stravolgimenti per l'Europa moderna come il XVIII secolo una famiglia di nobili veneziani decaduti legò i suoi destini a quelli di un nuovo regno, governato da un sovrano ambizioso, desideroso di equiparare questa nuova entità territoriale alle grandi potenze dell'epoca. Il Regno in questione è il Regno di Napoli. Il sovrano Carlo di Borbone. Il primo protagonista di questa storia è il conte Stati Gicca, suddito veneziano, originario di Drimades, nella regione albanese di Cimarra, ex tenente della Repubblica di Venezia, poi degradato a bandito e cacciato fuori dai confini della Serenissima . Attraverso quest'ultimo, viene intrapresa un'operazione di reclutamento nei territori di Albania e Macedonia, le cui popolazioni sono ritenute bellicose e adatte al combattimento, seppur poco disciplinate per poter far parte di reggimenti regolari. Gicca, però, non si limita ai territori ottomani, ma sconfina in quelli veneziani, guadagnandosi una condanna a morte che lo costringerà ancora di più all'esilio. Sulla sua testa il governo veneziano pone una taglia di cento zecchini e a causa sua viene catturata una nave di reclute da parte di corsari dulcignoti nella convinzione che si trovasse a bordo della stessa . Stati Gicca, nonostante l'opposizione ufficiale del residente veneziano a Napoli , conduce a Capua, dopo essere sbarcato a Bari, il corpo di volontari reclutato. Qui viene istituito il Battaglione Real Macedonia (poi denominato ufficialmente Reggimento Real Macedonia), il cui comando viene assegnato allo stesso Gicca , posizione in cui resterà, seppur con alterne fortune, fino alla sua morte. Dalla sua esperienza di esule nasce la nuova fortuna della famiglia, tutta inquadrata all'interno del reggimento. Il figlio, Attanasio Gicca, infatti, succederà al padre nel ruolo di tenente generale, ma l'altro vero "protagonista" di questa famiglia di esuli è colui che in qualche modo compie il viaggio di ritorno verso la madrepatria Albania, quando ormai la Serenissima è diventata un discorso di un passato cancellato da Campoformio: Michele Gicca, maggiore del Reggimento Real Macedonia. Questi si ritrova a vivere da protagonista la rivoluzione napoletana del 1799: inviato a parlamentare con i rivoltosi, decide di disertare e unirsi ai rivoluzionari, prendendovi parte come maggiore del nuovo corpo militare che l'esperienza repubblicana mette in atto. Condannato a morte con la repressione borbonica, viene graziato grazie all'intercessione dei suoi compatrioti del Reggimento Real Macedonia e nel 1801, dopo la pace di Firenze, scarcerato. Da qui, dalla fine del Gicca borbonico e il principio del Gicca rivoluzionario inizierà il ritorno nella madrepatria. Il 17 Ottobre 1806, infatti, il conte Michele Gicca viene nominato dal nuovo sovrano Giuseppe Bonaparte console presso la Repubblica delle Sette Isole Unite. Un lavoro da spia, senza alcuna patente ufficiale, che è di grande importanza per il Regno di Napoli data la presenza di un numero allora sconosciuto di truppe russe di stanza a Corfù, minaccia immediata per il corpo di occupazione francese presente sul territorio del regno, insieme ovviamente alle truppe inglesi presenti in Sicilia. La scelta ricade dunque sul conte Gicca, albanese di nascita, ricco possidente in patria e cittadino proprio di Corfù, iscritto per diritto di nascita al Libro d'oro della nobiltà corfiotta e quindi, secondo la costituzione del 1803, al Sincilio della Repubblica Settinsulare per l'Isola di Corfù . L'espulsione e l'esilio è forse però nel destino dei Gicca in quanto il conte non riesce neppure a mettere piede sul suolo di Corfù: l'Alta Polizia dell'isola, infatti, gli intima di prendere il primo corriere per Otranto e di tornarvi con tutta la sua famiglia, nonostante egli sostenga di essere sull'isola solo per affari personali e protesti contro un invito a salpare al quale non si adduce alcun motivo. Sarà solo con la cessione alla Francia delle Isole Ionie dopo la pace di Tilsit che il console riuscirà a sbarcare nuovamente sull'isola, restando in carica fino alla fine del decennio francese. Nell'anno di esilio forzato, dal momento della sua nomina sino al suo effettivo insediamento, sarà proprio dalla madrepatria Albania, dalla sua residenza di Drimades, che il console Gicca riuscirà ad informare il Regno di Napoli degli spostamenti dei russi e di tutto ciò che accade in quelle zone. La proposta di articolo vuole tentare di ricostruire le vicende di quella che, come da titolo, si definisce una famiglia di esuli, partendo dall'esilio dalla Repubblica di Venezia e la costruzione di una nuova vita nel Regno di Napoli del conte Strati Gicca, e chiudendo il cerchio declinando il ritorno in patria, seppur in veste di agente dello "Stato di adozione" dell'erede del conte, il console Michele Gicca.
Implementation of development in the district of Puncak Jaya regency Yamo still found the existence of some constraints affecting the effectiveness of work among employees. Constraints in question concerns the improvement of the quality of personnel resources that are not optimal so that needs to be improved through education, training and staffing in order to perceive the efforts made in the quality of personnel resources to achieve development goals Yamo District of Puncak Jaya. Type of study used a descriptive study using informants determination by purposive sampling, and data collection techniques done in the form of interviews, and literature. Data analysis techniques used qualitatively to make the transcript then arranged in a matrix form and then analyzed using content analysis method of data reduction. The results showed that the quality of personnel resources on civil servants in the District Yamo Puncak Jaya regency is very low resulting in productivity did not correspond with the expectations of society that need special attention from the local government through the development of education, training, and placement of the right employees to improve the quality of the source human.
Secondo le tradizioni indiane, molto tempo prima della scoperta dell' America da parte degli Europei, 1' Equatore costituiva un possente regno, abitato dai Quicha o Quitu e detto appunto regno di Quito. Verso il decimo secolo una nazione straniera, proveniente dalle rive dell' Océano Pacifico e denominata dei Cara, avrebbe invaso il paese e soggiogato i Quitu, governando gloriosamente per circa cinque secoli, finche nel 1475 Huaina Capac, Inca del vicino Perú, sottomise alia loro volta i Cara, trasportó la propria sede a Quito e regnó per trentott'anni con molto splen- dore sopra una gran parte dell'America meridionale.
La ricerca che ha condotto ai risultati che qui si presentano ha ricevuto finanziamenti dallo European Research Council nell'ambito del Settimo Programma Quadro della Unione Europea (FP7/2007-2013) / ERC grant agreement n° 295960 - COSMED / The research leading to these results has received funding from the European Research Council under the European Union's Seventh Framework Programme (FP7/2007-2013) / ERC grant agreement n° 295960 – COSMED