Analysing asylum in Britain and Germany from a historical and conceptual perspective, this book provides a comparative study of asylum and refugee policies.
Anche se il numero di richiedenti asilo in Europa sta calando, le politiche di asilo della maggior parte degli Stati membri dell'Unione continuano ad essere condizionate dalla paura di un ipotetico aumento. Di conseguenza, gli Stati membri si rifiutano di affrontare la questione del numero crescente di persone intrappolate tra Eurodac e Dublino II. Tra questi, le migliaia di persone che transitano attraverso la Grecia e la Spagna, dove in teoria dovrebbero presentare domanda di asilo, ma dove in realtŕ hanno scarse possibilitŕ di presentare la richiesta, quasi nessuna chance che la stessa venga esaminata in modo adeguato e ancor meno che lo status di rifugiato venga loro concesso. Questo articolo affronta due questioni. Si argomenterŕ che la preoccupazione degli Stati membri consiste di fatto nel ridurre al minimo il numero delle persone in grado di richiedere asilo, piuttosto che nell'assicurare l'accesso a questo status a tutti coloro che potrebbero averne i requisiti; in altre parole, la retorica dell'abuso č uno stratagemma per evitare la responsabilitŕ di garantire protezione alle persone che ne hanno bisogno. In secondo luogo, si sosterrŕ che l'assunzione sottesa a questi diversi provvedimenti, ovvero che non si ha il diritto di scegliere dove presentare la domanda, dŕ evidenza del fallimento nel riconoscere i richiedenti asilo come esseri umani autonomi (o esseri umani tout court) e del motivo per cui queste politiche non funzionano nemmeno dal punti di vista degli Stati.
Abstract Since the increase in the numbers of asylum‐seekers arriving in Europe in the early 1990s, European countries of asylum have been implementing new and increased controls over entry and making conditions more difficult for asylum‐seekers while they are waiting for a decision on their case. This paper explores the ways in which four European asylum regimes use the deportation, detention and dispersal of asylum‐seekers in an attempt to control and exclude them from national societies and territories. Germany, France, Italy and the UK have different migration histories and have introduced different asylum policies at different times; but all have in common the increasingly draconian response to asylum‐seekers since the 1990s. The paper looks at the stated rationale for introducing and extending dispersal, deportation and detention. EU governments have introduced these measures, arguing that they will deter "fraudulent" asylum claims. While the number of claims has fallen in the last five years to the lowest level since 1988, there is no evidence that this is due to such policies. It is clear, however, that these policies penalize all asylum‐seekers, breach their human rights, damage the receiving societies as a whole, and as such should be abandoned.