Tra autonomia locale e dinamiche regionali: storia di Fliunte dall'VIII al IV secolo a.C
In: Documenti e studi 57
Includes bibliographical references (p. [297]-329) and index
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La presente tesi esamina alcuni aspetti della vasta area della disabilità mentale servendosi anche di una ricerca di tipo qualitativo. La scelta del tema nasce dalla voglia di raccontare i traguardi raggiunti da chi, in passato, ha vissuto relegato tra le mura di un manicomio e di come il servizio sociale sia diventato indispensabile per la riabilitazione dei pazienti psichiatrici. La tesi prende ispirazione anche dalla mia esperienza di tirocinio curriculare presso una Comunità Terapeutica Assistita in cui, tramite l'osservazione partecipante, ho valutato il trattamento di cura e riabilitazione dei pazienti e del ruolo espletato dall'assistente sociale, inoltre, si arricchisce di un'esperienza comparativa presso l'Associazione Alba di Pisa. In passato si parlava di follia ed il folle era colui che, a causa della sua pericolosità sociale, andava relegato nelle case di internamento e poi nei manicomi dove veniva sottoposto a trattamenti "terapeutici" disumani; veniva privato di un'identità e dignità. Nel contesto italiano una figura di spicco che ha lottato per un rinnovamento dell'assistenza psichiatrica, denunciando i danni prodotti dal manicomio, fu Franco Basaglia. Tra i suoi numerosi contributi si ricorda anche la Legge 180; la legge, oltre a ridare una nuova visione della malattia, ha portato all'istituzione del DSM e ad una nuova organizzazione della salute mentale. La figura dell'assistente sociale si è insediata nell'ambito della salute mentale intorno agli anni 50/60 svolgendo compiti meramente esecutivi e come figura subordinata al medico, poi la sua necessaria presenza fu sancita dalla Legge in ambito sanitario 833/78; divenne figura indispensabile grazie anche alla sua capacità di fare rete, di rilevare e valutare il bisogno e di coordinare gli interventi per produrre un piano di lavoro integrato e garantire prestazioni socio-sanitarie come stabilito dal D.LGS 229/99 e sancito poi dalla Legge quadro 328/00. Uno dei servizi di cui il DSM si serve per la riabilitazione dei pazienti psichiatrici, che hanno superato la fase acuta della malattia, è la Comunità Terapeutica Assistita che prevede la riabilitazione dei pazienti, coinvolgendoli attivamente nel loro trattamento e nelle attività tecnico riabilitative per l'acquisizione di un ruolo sociale, che non sia solo quello di malato mentale. Esso rappresenta un modello di integrazione socio-sanitaria prevedendo al suo interno figure quali quella dell'assistente sociale, psicologo, pedagogista, educatore e medico psichiatra. I traguardi raggiunti sono tanti. Il passaggio da folle come soggetto irrecuperabile da isolare a disabile mentale, da riabilitare e reintegrare seguendo un approccio bio-psico-sociale, volontarietà dei ricoveri e attività tecnico-riabilitative volte all'inclusione sociale è stato molto lungo e per molti aspetti è ancora in corso. Oggi continuiamo a fare i conti con scarsi interventi in termini di prevenzione, manca l'individuazione dei contenuti LIVEAS, assistiamo ad un tardo riconoscimento della figure sociali preposte alla riabilitazione e permangono difficoltà nel garantire percorsi di post-riabilitazione adeguati.
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The essay examines the only extant fragment of Cadmus' historical work, its title and the ancient scholars' critical judgment on its style and content, in an effort to rebuilt the political, historical and cultural background with regard to the period in which it was written. The data emerging from this analysis strongly let us establish a chronology to the middle sixth century B.C. This result also agrees with the information provided by the ancient sources.
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Si deve ad un devoto della dea, autore di una dedica nel III d.C. a Capua,la splendida sintesi sulla dimensione raggiunta dalla sua protettrice che egli definisce Tu, una quae es omnia, dea Isis . La dea che arriva a Roma è già diventata unica, onnipotente, myrionima e dotata di infinite competenze. Questo lavoro, dedicato alla presenza della dea e dei synnaoi theoi nelle città di Verona, Aquileia e Trieste, costituisce un primo contributo allo studio dell'introduzione e dell'affermazione dei culti isiaci nell'Italia Settentrionale. Tale questione, per nulla 'locale',si rivela invece strettamente connessa ai problemi storici,politici e culturali che segnarono le tappe di diffusione del culto a Roma e nel mondo mediterraneo.Una particolare attenzione è dedicata all'approfondimento delle 'immagini' della dea, poliedrica e mutevole nelle sue competenze e, quindi, nelle forme in cui si presenta.Un ricco apparato di materiale 'isiaco' completa, nella concretezza della lettura iconografica, la parte teorica relativa alle raffigurazioni della dea myriónima e dei suoi páredroi .
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Questa relazione esamina la rappresentazione di Cupidi trovata in un mosaico del quarto secolo ad Aquileia, in un'area situatat tra l'antico foro e il porto. Fontana sostiene che il mosaico, che rappresenta alcuni Cupidi alati incorniciati da una ghirlanda di fiori e folgie, potrebbe essere datato o al tempo dell'imperatore Costantino (mosaici simili sono stati rinvenuti nel palazzo di Costantino a Treviri) o al tempo di Costanzo II. In entrambi i casi, il mosaico e il palazzo al quale apparteneva possono costituire un campione esemplare di un periodo di rinascimento politico e economico della città di Aquileia nella tarda antichità. ; This paper examines a depiction of Cupids found in a fourth-century mosaic at Aquileia in an area between the ancient forum and the harbour. Fontana argues that the mosaic, which represents a number of winged Cupids framed by a garland of flowers and leaves, could date back either to the time of the emperor Constantine (similar mosaics have been found in the palace of Constantine at Trier) o to the age of Constantius II. In either case, the mosaic and the palace to which it would have belonged are likely to constitute an exemplary sample from a period of political and economic renaissance of the town of Aquileia in late antiquity.
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In: Polymnia
In: Studi di archeologia 12
In: Antichità altoadriatiche volume 86
In: Polymnia
In: Studi di archeologia 7
We report on a virtual workshop aimed at advancing a new synthesis of techno-cultural patterns at the Pleistocene-Holocene boundary in Europe. We respond to the growing need of developing meta-analytical frameworks for comparing and eventually integrating disparate regional datasets and stress the opportunities of collaborative approaches. We propose that expert-sourced lithic data is a promising means of conducting systematic archaeological meta-analyses, and that the compilation and examination of similar continental-scale datasets may be an important research goal in the future. ; Wir berichten über den 2. Workshop im Rahmen des CLIOARCH-Projekts, der darauf abzielte, auf eine neue Synthese technokultureller Langzeitentwicklungen an der Pleistozän/Holozän-Grenze in Europa hinzuarbeiten. Wir reagieren damit auf den wachsenden Bedarf nach einem metaanalytischen Fundament für den Vergleich und die eventuelle Integration von heterogenen regionalen Datensätzen in der Archäologie des Spätpaläolithikums und frühesten Mesolithikums und betonen insbesondere die reichhaltigen Möglichkeiten, die kooperative Ansätze hierbei bieten. Wir schlagen vor, dass das Expert-Sourcing von vorgefilterten lithischen Informationen eine vielversprechende Grundlage zur Durchführung systematischer archäologischer MetaAnalysen ist und dass die Zusammenstellung, Untersuchung und Konservierung ähnlicher großräumiger Datensammlungen ein wichtiges Forschungsziel für die Zukunft sein könnte. ; CLIOARCH is an ERC Consolidator Grant project and has received funding from the European Research Council (ERC) under the European Union's Horizon 2020 research and innovation programme (grant agreement No. 817564).
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