Arte e scienza internazionale: il "modernismo" fascista negli anni Venti
L'ipotesi di fondo del libro si basa sulla constatazione che la scienza e l'arte siano, insieme al lavo-ro, gli strumenti principali con i quali il duce ha aderito allo Zeitgeist del modernismo. Integrando lo studio del Congresso internazionale di fisica tenuto a Como nel 1927 con altri eventi culturali di marca fascista – la partecipazione italiana all'"Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes" del 1925 e il Congresso internazionale di matematica svoltosi a Bologna nel 1928 – emerge nel disegno come nella pratica di Benito Mussolini, un filo conduttore che passa per l'arte e la scienza. Due campi da considerare con attenzione particolare da parte del nuovo regime allo scopo innanzi tutto di conquistare credibilità e reputazione in ambito internazionale, ma anche due campi su cui operare per obiettivi politici interni, a partire da quello di legare al fascismo strati differenziati di operatori intellettuali, che dovevano contribuire a formare quella nuova classe dirigente di cui il regime aveva bisogno