La sinistra sbagliata: riflessioni sul declino politico e culturale della sinistra italiana
In: Frontiere
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In: Frontiere
In: I saggi 143
In: Metascience: an international review journal for the history, philosophy and social studies of science, Band 33, Heft 1, S. 123-126
ISSN: 1467-9981
In: Philosophy & technology, Band 33, Heft 2, S. 349-355
ISSN: 2210-5441
In: Studi sul mondo antico 10
In: Philosophy & technology, Band 27, Heft 3, S. 479-484
ISSN: 2210-5441
In: Philosophy & technology, Band 27, Heft 3, S. 423-439
ISSN: 2210-5441
L'obiettivo di questo lavoro è di indagare quali potessero essere le fonti alternative su cui i cittadini della Roma tardorepubblicana, nell'esercizio autonomo delle loro facoltà di giudizio, avrebbero potuto fare affidamento per formare la propria opinione e se la diversificazione delle fonti fosse in grado di produrre un'indipendenza decisionale in sede di voto. In particolare, propongo l'individuazione di due principali sorgenti di riferimento: la prima sono le manifestazioni culturali di diffusa accessibilità, specialmente di matrice popolare, in cui trovasse posto in qualche forma una rappresentazione della politica diversa da quella propagata dall'élite; la seconda è la diffusione di informazioni e notizie attraverso la comunicazione interpersonale, vettore della costruzione di un clima d'opinione e di una precoscienza sui fatti di rilievo rispetto alla quale la posizione dell'élite senatoria veniva a sovrapporsi. L'intento non è quello di attribuire alla plebe romana lato sensu l'engagement e l'ardore critico che le élite intellettuali illuministiche, cui propriamente si riferisce la definizione di opinione pubblica di Habermas, dedicavano al dibattito politico, bensì quello di suggerire che i cittadini fossero dotati degli strumenti per esaminare autonomamente la realtà politica e dell'interesse per adoperarli, come in effetti, in numerose circostanze, sembrano aver fatto. Nello svolgimento dell'analisi del primo ordine di fonti si dedica uno spazio privilegiato al teatro e, in particolare, alle forme e ai modi in cui esso poteva farsi interprete dell'attualità politica, con l'obiettivo di evidenziare l'impossibilità da parte dei membri dell'élite senatoriale di esercitare sulla politicizzazione dei teatri un controllo efficace. Si propone inoltre un confronto basato sull'analisi linguistica e letteraria di alcuni testi mimici e testimonianze di satira popolare, per mostrare la possibilità di un assorbimento dei contenuti satirici del teatro nell'orizzonte cognitivo della plebs urbana. La seconda sezione della ricerca si concentra sui fenomeni che parlano a favore di una comunicazione interpersonale indipendente, dalla nascita alla fissazione in communis opinio, dalla propaganda dell'élite: in particolare, la precocità e credibilità dei rumores rispetto ai dispacci ufficiali; i tentativi di intercettazione messi in campo dalla classe politica per controllarne gli effetti sull'opinione pubblica; l'esistenza di situazioni che favorivano la conversazione spontanea sui fatti politici. Una parte rilevante di questa sezione è occupata dalla disamina di questo terzo aspetto, la cui importanza nel processo comunicativo è resa evidente dalla forte tendenza della società a strutturarsi in gruppi più o meno grandi di cittadini, dal quartiere, ai collegi, alle tribù, che agevolavano l'aggregazione e il confronto su temi rilevanti di interesse pubblico; a questo fatto si aggiunge il radicamento del dibattito sull'attualità politica nelle abitudini sociali dei cittadini di Roma, evidenziato dall'uso di questi ultimi, ampiamente rilevato dalle fonti, di radunarsi in gruppi di conversatori, talvolta attirati da un intrattenitore. Alcune testimonianze esplicite delle fonti letterarie lasciano pensare che la consuetudine col dibattito acquisita dai cittadini nelle abitudini comunicative quotidiane avesse modo di essere esercitata attivamente, talvolta, anche nelle pubbliche assemblee, dove forse la presa di parola da parte di cittadini non appartenenti all'élite era richiesta e concessa più spesso di quanto non si sia teso a ritenere finora. Tale acquisizione legittimerebbe l'ipotesi che il contributo al dibattito politico delle fasce popolari della società si svolgesse, o potesse svolgersi, anche in via diretta nelle sedi costituzionalmente deputate allo scontro politico. L'esito della riflessione svolta nel corso della ricerca conduce alla delineazione di una struttura politico-sociale in cui le manifestazioni di dissenso o assenso espresse dalla popolazione urbana non legata all'élite non risultano in molti casi essere riconducibili ad una opinione comune generata o plasmata dalla pubblicistica di un'oligarchia onnipotente, poiché esistevano fonti diversificate, e in alcuni casi indipendenti, cui il singolo cittadino poteva prestare ascolto. La realizzazione in proposte di legge delle istanze espresse dalle correnti di opinione in diversi casi nel corso della storia della tarda repubblica mostra che la capacità d'indipendenza non era un connotato sterile dell'opinione pubblica romana, ma anche uno strumento di partecipazione ed influenza concreta sul dispositivo politico-decisionale.
BASE
In: Mondoperaio: rivista mensile periodico dei socialisti, Band 13, Heft 2, S. 8-10
ISSN: 0392-1115
In: Mondoperaio: rivista mensile periodico dei socialisti, Heft 3, S. 8-10
ISSN: 0392-1115
In: Le nuove ragioni del socialismo: mensile di cultura e politica riformista ; mensile del Movimento per le Ragioni del Socialismo, Band 4, Heft 40, S. 15-17
In: Philosophy & technology, Band 36, Heft 3
ISSN: 2210-5441
In: Philosophy & technology, Band 33, Heft 2, S. 283-308
ISSN: 2210-5441
In: Philosophy & technology, Band 30, Heft 2, S. 239-258
ISSN: 2210-5441
In: International journal of public sector management, Band 37, Heft 6, S. 748-767
ISSN: 1758-6666
PurposeThe purpose of this study is to investigate the application of citizen satisfaction (CS) as a tool for measuring performance by arm's length bodies (ALBs) in local governments across eleven countries, addressing central questions about its functionality and influencing factors.Design/methodology/approachWe employ a hybrid inductive-deductive explorative study design, characterized by an iterative interpretative approach guided by sensitizing concepts. Expert interviews are analyzed through template analysis and cover eleven countries where ALBs are present due to decentralization and outsourcing.FindingsOur study uncovers limited real-world applications of CS in evaluating public service delivery by ALBs. Expert interviews reveal insights into factors potentially influencing CS use, such as the level of autonomy of local governments, state traditions and austerity measures. A research agenda is formulated for further investigation.Originality/valueContributing to the CS debate, our study focuses on its application in evaluating public service delivery by ALBs. The explorative design, expert opinions and theoretical foundations enhance understanding, offering insights into factors potentially shaping CS use in this context. The study proposes a research agenda, propelling further investigations into this underexplored, yet emerging, area.