Suchergebnisse

In the 16th century, thanks to Classicism and a taste for ancient quotes, a new term started being used in Spanish, which was formed from the name of the Athenian legislator Solo. This term was Solonino. It went unnoticed for a very long time after first being employed, only to be later considered a fake. Afterwards, it appeared in the writings of some authors, sometimes explicitly censured, whilst in some others' it was put forward as an alternative option; yet, on other occasions, it was simply applied to the name, as originally invented. This article firstly presents some examples of these uses taken from works written between the 16th and 20th centuries and, secondly, focuses on who invented the term, the reasons behind this invention, and on what they based their ideas. ; En el siglo XVI, con el clasicismo y el gusto por las citas antiguas, empieza a utilizarse en castellano un término nuevo, añadido al nombre del legislador ateniense Solón: Solonino. Inadvertido mucho tiempo tras su primera mención y considerado después una falsedad, aparece desde entonces en algunos autores, comentado con censura explícita unas veces, presentado otras como opción alternativa y otras, aplicado sin más al nombre propio tal y como se inventó. En este artículo se presentan, en primer lugar, algunos ejemplos de estos usos, entresacados de obras escritas entre los siglos XVI y XX, para pasar después a ver quién lo inventó, por qué lo hizo y en qué se basó al hacerlo.

In questa voce bio-bliografica viene descritto l'aspetto filosofico-politico di So-lone. Noto come uno dei Sette Sapienti, nel legislatore si riscontra una concezione obiet-tiva della legge, cioè scopre la legge naturale della vita in comune, sia sociale che politica. Nell'Elegia delle Muse, il legislatore dà conto del suo modo di agire, assumendo su di sé la paternità e, con essa, la responsabilità delle sue azioni politiche. Anzi, il suo modo d'agire è totalmente trasfuso in una norma, che supera la sua personalità e la sua effimera vita, donandosi alla storia. Solone fu ispirato nella sua azione dal Nómos, cioè da una Norma riconosciuta obiettivamente da tutti. In particolare, il Nómos soloniano, oltre ad assorbire in sé la forza numinosa di Kratos quale elemento maschile, si immerge in Phiúsis, ovvero la natura dell'essere e del divenire, del micro e macrocosmo. E dalla Phiúsis, che è il diritto di natura, giustizia coerente nelle sue manifestazioni, elemento femminile ricettivo e quieto tanto quanto spietato e vindice, il Nómos riemerge come forza che serve per imporsi nella polis corrotta.

Solon's reform in Athens (early 6th century BC) is the subject of wide discussions: an organic constitutional reform (politeia) or individual sectoral laws? Plato's testimony has received limited attention from critics, who are mainly focused on the passages from Charmides and Timaeus, alluding to the kinship (syngheneia) between the two. Indeed, the philosopher is not generous with details and does not explicitly describe the 'constitution of Solon'; however, a thorough examination of the references – in as chronological an order as was possible – has revealed clear data and an evolving thought. Unlike Aristotle and Herodotus, Plato outlines a somewhat reductive portrait of Solon as a poet and wise man; but, as a legislator, in his dialogues of maturity Plato repeatedly counts Solon among the 'greats' of the past, those who, through reforming the politeia, have fixed their State bodies identity. Finally, in the Laws, his last work, Plato shows his expertise on some of the Solonic laws and expresses a mild appreciation for their author. On the whole, while Plato's testimony does not contradict Aristotle's much more thorough and favorable one, neither does it coincide with it: on the person of the legislator, as well as on the thorny questions connected to his 'constitution'– such as the ideology of the 'mixed constitution' and that of the Athenian patrios politeia – the positions of the two philosophers prove to be distant, both in the conceptual framework and in the political judgment. ; La riforma di Solone in Atene (inizi VI sec. a.C.) è oggetto di ampia discussione: riforma costituzionale organica (politeia) o singole leggi settoriali? La testimonianza di Platone ha ricevuto scarsa attenzione da parte della critica, concentratasi prevalentemente sui passi del Carmide e del Timeo che alludono alla parentela (syngheneia) tra i due. In effetti, il filosofo è piuttosto avaro di particolari e non descrive esplicitamente la 'costituzione di Solone'; tuttavia, dall'esame completo dei riferimenti, per quanto possibile in ordine cronologico, emergono alcuni dati chiari e un pensiero in evoluzione. A differenza di Aristotele ed Erodoto, Platone delinea un ritratto alquanto riduttivo del Solone poeta e sapiente; ma, quale legislatore, nei dialoghi della maturità lo annovera ripetutamente tra i 'grandi' del passato, che con riforme della politeia hanno fissato l'identità dei propri organismi statali. Infine nelle Leggi, l'ultima sua opera, Platone mostra di conoscere bene alcune leggi soloniche ed esprime un blando apprezzamento per il loro autore. Nel complesso, la testimonianza platonica non contraddice quella molto più approfondita e favorevole di Aristotele, ma nemmeno vi coincide: sulla persona del legislatore, come anche sulle spinose questioni connesse alla sua 'costituzione', quali l'ideologia della 'costituzione mista' e quella della patrios politeia ateniese, le posizioni dei due filosofi risultano distanti, sia nell'impianto concettuale che nel giudizio politico.

1966 legte Eberhard Ruschenbusch in der Historia – Einzelschrift 9 seine Sammlung der Fragmente des solonischen Gesetzeswerks aus dem Jahr 594 v.Chr. in den Originalsprachen vor. Nun folgen, aus dem Nachlass des 2007 verstorbenen Verfassers herausgegeben, die Übersetzung der 93 Fragmente, auf die Ruschenbusch die Rekonstruktion des solonischen Gesetzeswerks gründete, und ein wissenschaftlicher Kommentar, der dieses Gesetzeswerk in all seinen Dimensionen erschließt. Dabei zeigt sich Ruschenbuschs einzigartige Kennerschaft, die in gleicher Weise den Überlieferungszustand und den rechts- und sozialgeschichtlichen Gehalt der Texte betrifft. Er setzt sich kritisch mit der älteren Literatur auseinander und macht Ernst mit der Einsicht, dass erst das gesamte soziale und rechtliche Umfeld zusammen mit den Gesetzestexten das Recht Athens in archaischer Zeit ausmacht.