Vengono qui proposti due saggi di Claudio Meldolesi (1942-2009) nella loro veste originaria: Profilo di Gustavo Modena. Teatro e rivoluzione democratica, un libro del 1971 ormai introvabile, e Modena rivisto, breve ma sostanzioso ritorno su alcuni nodi cruciali della precedente monografia, sollecitato dallo spettacolo Negli spazi oltre la luna. Stramberie di Gustavo Modena, promosso e realizzato dallo studioso insieme all'attore regista Renato Carpentieri (Teatro La Soffitta di Bologna, 24 marzo 1983). La visione politica di Modena (1803-1861), uomo del Risorgimento, e la nuova figura di attore cittadino da lui inaugurata; la centralità della recitazione come linguaggio autonomo di creazione e l'uso della «sfasatura»; la tensione pedagogica e l'invenzione della compagnia dei giovani; le grandi interpretazioni e il sogno di un teatro altro, fra Saul, le rappresentazioni dantesche e il riferimento a Shakespeare; la scrittura epistolare e letteraria con le sue accensioni teatrali e i suoi rabbiosi rifiuti: attraverso questi e altri nodi vengono riproposte l'arte e la vita di uno dei maggiori attori italiani. Here we present two books by Claudio Meldolesi (1942-2009) in their original form: his 1971, out of print monograph Profilo di Gustavo Modena. Teatro e rivoluzione democratica, and Modena rivisto, a short but substantial revisitation of some of the crucial points analyzed in the earlier study. The latter work was stimulated by the performance piece Negli spazi oltre la luna. Stramberie di Gustavo Modena, which was written and promoted by Claudio Meldolesi together with actor/director Renato Carpentieri (Teatro La Soffitta di Bologna, March 24, 1983). The art and life of Gustavo Modena (1803-1861), one of Italy's most important actors, is thoroughly explored through a meticulous reconstruction of his political vision as a participant in Italy's Risorgimento and his efforts to create a new figure, that of the actor/citizen. Other major topics addressed in the studies are the centrality of performance as an autonomous creative language; his use of "sfasatura" (out of sync timing); his attention to pedagogy and his invention of the "young actors company"; his great performances and dream of an "Other" type of theater, between his re-enactments of Saul, Dante's cantoes, references to Shakespeare; and, finally, his epistolary and literary writings characterized by his theatrical enthusiasm and wrathful refusals.
With the volume Constitutional Documents of Italy and Malta 1787-1850, the collected and annotated Italian constitutional documents of this epoch are now available for the first time. This publication contains 135 Italian constitutional documents, beginning with the pre-revolutionary constitutional projects of Tuscany (Pietro Leopoldo Stati, 1787) and ending with the draft constitutions for the Kingdom of Lombardy-Venice (Statuto Costituzionale del Regno Lombardo-Veneto, 1850), published here for the first time. The second of two part-volumes contains, in alphabetical order, the regional const
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La tesi ha come oggetto una storia istituzionale del tribunale dell'Inquisizione di Modena durante il primo trentennio della sua attività, a partire dall'istituzione della cosiddetta "nuova" Inquisizione nel 1598. Fino a quel momento il tribunale modenese era stato una vicaria del Sant'Ufficio ferrarese, ma, con la devoluzione della città alla Santa Sede, Modena assurge a capitale dei domini estensi e, contestualmente, a sede di un'Inquisizione generale. L'analisi impiega diversa documentazione per la ricostruzione del funzionamento e dell'attività del tribunale e dei suoi inquisitori, privilegiando l'aspetto del doppio controllo: quello del Sant'Uffizio sul tribunale modenese e quello di Modena sui territori sottoposti alla sua giurisdizione. Si fornisce anzitutto un breve stato dell'arte che, da una parte mette a fuoco alcuni punti salienti del dibattito storiografico sul tema dell'Inquisizione in Italia, dall'altra fornisce un ragguaglio delle principali pubblicazioni che si sono servite della documentazione relativa all'attività del tribunale modenese, in particolare di quella conservata presso l'Archivio di Stato di Modena. Viene dunque illustrata la situazione politica del ducato estense, territorialmente ridotto in seguito alla devoluzione di Ferrara e che subisce un totale riassestamento, non solo territoriale, ma politico, sociale e religioso. È fondamentale collocare l'attività dell'Inquisizione modenese entro le vicende del periodo per poter capire i meccanismi attraverso cui essa riuscì ad impiantarsi e ad esercitare il suo controllo, con le conseguenti negoziazioni e definizioni/ridefinizioni di rapporti, soprattutto tra potere politico e tribunale ecclesiastico che, a propria volta, non può essere pienamente inteso senza considerare quali fossero i rapporti dei duchi d'Este con Roma in quel momento di transizione. Altro aspetto importante da tenere presente è quello relativo ai rapporti tra vescovi e inquisitori. Attraverso l'analisi di documenti (soprattutto sinodi, carteggi e fascicoli del foro vescovile) si è potuto appurare che, negli anni in oggetto, non si verificarono episodi di conflitti o frizioni tra le due figure di giudici. I vescovi modenesi del primo Seicento mantenevano infatti un rapporto di collaborazione con gli inquisitori, dedicandosi principalmente a compiti pastorali e a ruoli diplomatici a servizio della famiglia ducale. Dopo aver presentato il contesto ed aver fornito alcune informazioni sugli istituti di conservazione presso i quali è stata condotta la ricerca, si entra nel vivo della trattazione, presentando l'attività degli inquisitori operanti durante il trentennio considerato attraverso la loro corrispondenza. Le lettere, sebbene siano espressione dell'istituzione - e quindi del punto di vista - dominante, offrono delle informazioni preziose circa la realtà di cui davano conto. Lasciano emergere, in effetti, alcune delle situazioni su cui si è voluto porre maggiore attenzione: i conflitti territoriali e di competenze con le diverse figure di ordinari nei territori sottoposti a diocesi diverse da Modena o nullius diocesis, ma anche problemi di carattere economico, legati alla condizione di povertà del tribunale. Ciò su cui tuttavia si insiste particolarmente sono i conflitti di natura giurisdizionale con la corte. Sebbene, infatti, il duca non fosse in una posizione di forza rispetto al Sant'Uffizio - e, quindi, rispetto ai giudici di fede locali - è pur vero che in talune situazioni si crearono delle frizioni e dei contrasti piuttosto accesi, soprattutto in materia di ebrei - data la tradizionale protezione accordata loro dai duchi estensi sin dal tempo di Ferrara capitale - e nei casi in cui ad essere coinvolti in reati spettanti l'Inquisizione fossero nobili e stipendiati del duca. Un aspetto, in particolare, merita di essere sottolineato all'interno di questo discorso: i rapporti del tutto peculiari dell'Inquisizione modenese con quello che era il personaggio politico più influente degli anni oggetto del presente studio: Giovanni Battista Laderchi, detto l'Imola. Era questi, infatti, ad essere l'interlocutore dei giudici di fede in diverse situazioni più di quanto non lo fosse lo stesso duca. L'esistenza di documentazione inquisitoriale (fascicoli e denunce) relativa a questo personaggio permette di avere un'idea del suo peso e della sua pericolosità, dal punto di vista del tribunale di fede. L'attività dei primi inquisitori generali di Modena coincide con la fine dell'emergenza ereticale che aveva caratterizzato la seconda metà del Cinquecento, ovvero con la fase dell'istituzionalizzazione dell'Inquisizione, che inizia ad orientarsi verso altri reati, varcando sempre più i confini del foro della coscienza per approdare verso la realtà del quotidiano, dei comportamenti, delle superstitiones, dei rapporti considerati più a rischio: fra tutti, quelli tra i confessori e le loro penitenti - che portarono ad una crescente attenzione nel perseguimento della cosiddetta sollicitatio ad turpia - e quelli tra cristiani ed ebrei. Dopo aver seguito le vicende attraverso la corrispondenza, si è tentata una ricostruzione dell'attività del tribunale e dei suoi giudici da un altro punto di vista, seguendo i processi veri e propri. Si sono quindi analizzati, a livello quantitativo - attraverso l'uso di un inventario - anche i tipi di reati commessi, per evidenziare l'evoluzione della stessa attività. A questo punto si è compiuto un passaggio ulteriore, mettendo a confronto questi ultimi dati con quelli emergenti dalla corrispondenza. Lo scopo di quest'analisi è quello di capire quali casi venissero comunicati - e per quali motivi - alla Sacra Congregazione e quale fosse, di conseguenza, il livello del controllo di Roma sull'Inquisizione modenese. Per dare un'idea concreta di alcuni dei temi trattati durante l'analisi, all'interno dell'ultima sezione si trova una selezione di casi di studio, che mostrano i modi concreti di procedere verso una serie di reati e verso differenti tipologie di imputati. Questo permette di capire quali fossero le situazioni che destavano l'attenzione degli inquisitori, o se piuttosto non intervenissero motivazioni particolari nel determinare il loro orientamento. In questo senso vanno tenuti presenti tutti gli elementi sottolineati nelle sezioni precedenti, in riferimento ai personaggi coinvolti (nobili, donne, ecclesiastici, ebrei, etc.), ai conflitti con la corte (nei casi di ebrei e nobili), alle tendenze generali dell'Inquisizione nel corso del XVII secolo. Si vedrà altresì quali erano i reati di eresia contro cui si procedeva - o non si procedeva più - a quest'altezza cronologica, quando l'eresia era stata ormai completamente debellata, sia in generale, che nel particolare, ossia in una delle realtà che più aveva contribuito ad allarmare Roma e da cui era scaturita la decisione di tornare a servirsi dei tribunali dell'Inquisizione. Nell'Appendice documentaria che chiude il lavoro si trovano trascritti tre documenti prodotti nel periodo in esame. Il primo è un modello di editto, che i cardinali della Sacra Congregazione avevano ritenuto di dover inviare a tutte le sedi inquisitoriali per uniformare la formazione degli editti. Gli altri due documenti, invece, sono due prontuari ad uso degli inquisitori: "Modo et ordine, che osserva il Reverendo Padre Inquisitore nell'essercitare il suo Officio nella Città di Modena" e "Contro di quai persone proceda il Santo Officio della Inquisitione", ritenuti particolarmente interessanti in quanto pienamente rispondenti alle esigenze dell'analisi condotta: il primo si riferisce ai casi in cui erano coinvolti a vario titolo (come imputati o come testimoni) personaggi a servizio del duca e nobili legati alla corte; il secondo, invece, precisa quali casi fossero compresi entro le principali categorie di reati perseguiti dal tribunale dell'Inquisizione.
The Italian demographic reality has made evident an "unhealthy" situation which would obviously get worse with the birth-rate decreasing even further. The research was intended to verify if evidence does exists, such as to supply at least an inversion trend of the phenomenon. The province of Modena, made of 47 districts, was taken as an example. As shown by some scientific surveys, Modena is one of the most advanced at a socio-economic level. The detailed nature of the survey required a specific and through examination by a previous partition of the of the territory (according to its altitude and the tipologies of the districts) and the calculation of the indices of the demographics dynamics in its essential components, as well as regarding to the "renewal of the working population" of those areas. From the contrasting typologies, a progressive growth of the birth-rate has become evident in the semi-urban and urban districts for the considerable decrease of the same phenomenon in the semi-rural districts. However, the optimistic trend will have to face serious obstacles in order to a reproductive behaviour appearing irreversible. In the meantime it cannot be excluded that the individual might come to attach "social value" to procreation, perhaps with the help of government provisions of a socioeconomic nature.