Lineares Programmieren
In: Schriften zur angewandten Wirtschaftsforschung, 4
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In: Schriften zur angewandten Wirtschaftsforschung, 4
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Intro -- Vorwort zur deutschen Ausgabe -- Vorwort -- Inhalt -- I. Satzverknüpfungen -- II. Klassen und Unterklassen -- III. Aufspalten und Zählen -- IV. Wahrscheinlichkeitstheorie -- V. Vektoren und Matrizen -- VI. Finanzmathematik -- VII. Lineares Programmieren -- VIII. Die Theorie der Spiele -- Anhang -- Sachverzeichnis.
In: Interdisciplinary systems research, ...
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In: Truppenpraxis: Zeitschrift für Taktik, Technik u. Ausbildung, Heft 12, S. 876-884
ISSN: 0041-3666
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In: The journal of conflict resolution: journal of the Peace Science Society (International), Band 24, Heft 2, S. 241-252
ISSN: 0022-0027, 0731-4086
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In: Defence and peace economics, Band 13, Heft 5, S. 353-363
ISSN: 1024-2694
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La progettazione di sistemi elettronici nel settore dell'image e video processing sta prendendo sempre più campo, data la crescente diffusione sul mercato di apparecchi portatili per l'acquisizione di immagini statiche e video. La realizzazione di sistemi dedicati all'elaborazione delle immagini trova impiego a partire da sistemi industriali e militari di video sorveglianza, fino alle applicazioni di tipo consumer, come videocamere, fotocamere e telefonia di terza generazione. Da non sottovalutare sono anche gli impieghi in attività di tipo automotive e nella robotica. Un particolare settore di interesse per la ricerca scientifica ed industriale è lo studio di tecniche per il miglioramento delle immagini acquisite in condizioni di illuminazione non ottimali. Queste problematiche trovano ampio riscontro nelle applicazioni citate in precedenza. Infatti, per ottenere immagini soddisfacenti, sarebbe necessario regolare continuamente alcuni parametri, si pensi ad esempio al diaframma di una macchina fotografica o alla regolazione del fuoco. Questi sistemi cercano di riprodurre alcune capacità dell'apparato visivo umano, che di per sé è un sistema reazionato, in grado di rispondere agli stimoli esterni costituiti da luce e colori. L'occhio umano, infatti, è in grado di distinguere contorni e colori di un oggetto in vari casi di illuminazione, come la luce solare diretta, l'illuminazione artificiale o la penombra. Un sistema elettronico invece in generale risente delle condizioni esterne e, in alcune situazioni, non è in grado di acquisire correttamente le immagini. Si presentano spesso fenomeni di sotto e sopra esposizione, specialmente se le informazioni sono state acquisite in condizioni ambientali di illuminazione non uniforme, come ad esempio in controluce o in presenza di intense fonti luminose in ambienti bui. In questi casi, si può incorrere nel rischio di perdere parte delle informazioni contenute nell'immagine o, quantomeno, di ottenere una scarsa visibilità di alcuni dettagli. Esistono degli algoritmi fondati su vere e proprie teorie della percezione, in grado di ottimizzare l'illuminazione di un'immagine, preservando i dettagli e recuperandone altri laddove l'acquisizione è stata problematica. I sistemi classici, quali l'equalizzazione di istogramma ed il ricorso a filtri di tipo FIR o IIR non forniscono soluzioni soddisfacenti, poiché tendono a sbiancare uniformemente l'immagine sorgente semplicemente traslando tutti i valori acquisiti verso i valori del bianco. Il risultato è buono nelle aree scure dell'immagine, ma dove la luminosità era già soddisfacente si perdono dei dettagli. Tra le tecniche proposte, un metodo interessante è quello del Retinex, che ha origine dall'omonima teoria di percezione del colore ideata dall'americano Edwin Herbert Land nel 1971. L'obiettivo di questo lavoro di tesi è implementare l'algoritmo Retinex, già disponibile come software per utilizzo su PC in programmi di fotoritocco, su circuiti digitali a basso consumo di potenza ed a bassa complessità in modo da poter realizzare il miglioramento della qualità delle immagini in tempo reale, direttamente sul dispositivo di acquisizione. I principali problemi da affrontare saranno ottenere un basso consumo del circuito per poter pensare di operare su dispositivi portatili alimentati a batterie e la semplificazione degli operatori non lineari con altri implementabili sui moderni sistemi digitali.
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In: http://hdl.handle.net/10280/2469
La crescente attenzione riguardo l'interconnessione tra agricoltura e aspetti ambientali così come la crescita di volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli ha posto una nuova enfasi sull'introduzione di misure ambientali nella politiche agricole e sulla ricerca di nuovi strumenti di stabilizzazione del reddito degli agricoltori. La ricerca di questa tesi di dottorato si inserisce in questo contesto e analizza i contratti agro-ambientali, misure della Politica Agricola Comunitaria (PAC) in Unione Europea (UE), sotto una duplice prospettiva. Il primo lavoro di ricerca consiste in un'analisi degli effetti dell'adesione a tali contratti sulle scelte produttive e sulle perfomance economiche degli agricoltori in cinque Paesi dell'UE. I risultati indicano un'eterogeneità di questi effetti: in alcuni Paesi i contratti agro-ambientali sembrano essere più efficaci nel promuovere pratiche agricole sostenibili, così come in alcuni Paesi il pagamento compensativo agro-ambientale sembra non essere sufficiente a compensare la perdita di reddito dei partecipanti. Questo studio è stato condotto combinando il Propensity Score Matching con lo stimatore Difference-in-Differences. Il secondo lavoro di ricerca sviluppa una nuova proposta metodologica che incorpora il rischio in un framework di Programmazione Matematica Positiva (PMP). Il modello elaborato presenta caratteri innovativi rispetto alla letteratura sull'argomento e permette di stimare simultaneamente i prezzi ombra delle risorse, la funzione di costo non lineare dell'azienda agricola e un coefficiente di avversione al rischio specifico per ciascuna azienda. Il modello è stato applicato a tre campioni di aziende e i risultati delle stime testano la calibrazione del modello e indicano valori del coefficiente di avversione al rischio coerenti con la letteratura. Infine il modello è stato impiegato nella simulazione di diversi scenari al fine di verificare il ruolo potenziale di un contratto agro-ambientale come strumento di gestione del rischio a diversi livelli di volatilità dei prezzi agricoli. ; The increasing attention to the relationship between agriculture and the environment and the rise in price volatility on agricultural markets has led to a new emphasis on agri-environmental policies as well as to a search for new risk management strategies for the farmer. The research objective of this PhD thesis is in line with this challenging context, since it provides an analysis of the EU agri-environmental schemes (AESs) from two viewpoints. First, an ex-post analysis aims at investigating the AESs for their traditional role as measures which encourage sustainable farming while compensating the farmer for the income foregone in five EU Member States. The effects of AESs participation on farmer's production plans and economic performances differs widely across Member States and in some of them the environmental payment is not enough to compensate the income foregone of participants. This study has been performed by applying a semi-parametric technique which combines a Difference-in-Differences estimator with a Propensity Score Matching estimator. The second piece of research develops a new methodological proposal to incorporate risk into a farm level Positive Mathematical Programming (PMP) model. The model presents some innovations with respect to the previous literature and estimates simultaneously the resource shadow prices, the farm non-linear cost function and a farm-specific coefficient of absolute risk aversion. The proposed model has been applied to three farm samples and the estimation results confirm the calibration ability of the model and show values for risk aversion coefficients consistent with the literature. Finally different scenarios have been simulated to test the potential role of an AES as risk management tool under different scenarios of crop price volatility.
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R ist eine freie Statistik-Software, die in der Psychologie zunehmend eingesetzt wird. Die Vorteile: R ist kostenlos, fehlerfreier und flexibler als die meisten kommerziellen Statistik-Programme. R wird ständig weiter entwickelt und neue Verfahren werden schnell aufgegriffen. Hier werden die statistischen Verfahren vorgestellt, die für die psychologische und sozialwissenschaftliche Forschung zentral sind. Das Vorgehen wird an konkreten Datenbeispielen ausführlich erklärt. Alle Daten werden online zur Verfügung gestellt, sodass die Beispiele direkt am PC nachvollzogen werden können - ohne Vorkenntnisse im Programmieren. Übersichtstabellen mit den wichtigsten Befehlen erleichtern das Nachschlagen - und Beispiele, Übungsaufgaben und Anwendertipps helfen beim Einstieg in die Software. In der 4. Auflage: Lineare Strukturgleichungsmodelle und Mehrebenenanalyse; neue Funktionen, Tricks und Tipps. Für Studierende der Psychologie und der Sozialwissenschaften (begleitend zur Statistik-Vorlesung) und empirisch arbeitende Wissenschaftler (für den Umstieg von SPSS auf R). Aus dem Inhalt Installation Grundlagen der Programmiersprache Transformationen von Variablen Deskriptive Statistiken Graphiken t-Tests Varianzanalyse Regressionsanalyse Faktorenanalyse Nonparametrische Verfahren Lineare Strukturgleichungsmodelle u.a. Dipl.-Psych. Maike Luhmann, Wissenschaftliche Mitarbeiterin an der FU Berlin.
Il seguente lavoro si propone di analizzare il concetto di co-sviluppo in ambito europeo, concentrando inizialmente l'attenzione sulla relazione che intercorre tra migrazione e sviluppo. Essa appare non univoca e lineare a causa dei diversi aspetti economici, sociali e politici che entrano in gioco nel determinare sia positivamente che negativamente il nesso in questione. Successivamente l'attenzione viene rivolta alla presa di posizione del contesto politico ed accademico europeo su tale relazione, cercando di individuare i punti chiave che hanno portato alla nascita e all'evoluzione del concetto. In seguito, viene descritta la nozione di co-sviluppo odierno caratterizzato da solidità teorica e allo stesso tempo da fragilità empirica e debolezza istituzionale; a tale proposito saranno posti tre interrogativi: Quanto è concretamente attivo il ruolo dei migranti nel co-sviluppo? Quanto il paradigma del co-sviluppo è a rischio dal punto di vista pratico nel tradire le sue elevate ambizioni teoriche? E quanto la mobilità internazionale genera sviluppo da sola e quanto invece va aiutata concretamente con programmi e politiche adeguate? Cercando di rispondere a tali domande, l'interesse viene rivolto al gap che intercorre tra le politiche teoriche di co-sviluppo ed ai relativi programmi empirici effettivamente realizzati negli ultimi anni in Europa. In seguito, il concetto in questione, viene inquadrato all'interno dello scenario politico europeo con particolare attenzione ai programmi, alle leggi e ai trattati stipulati dalle istituzioni europee negli ultimi anni. Il riferimento all'Unione Europea non è casuale, ma voluto e ricercato proprio per la sua importanza come istituzione multilaterale promotrice della politica di co-sviluppo. In seguito, viene descritto il funzionamento dell'Unione Europea, la quale è formata da numerose agenzie ognuna con un proprio compito ed una propria funzione, spesso, le diverse agenzie sono chiamate a collaborare per trovare una linea comune per sviluppare un programma unico di politica migratoria e non sempre l'obiettivo viene raggiunto. Riportando esempi di politiche di co-sviluppo redatte negli ultimi anni (in particolare dal 2008 al 2010) in ambito europeo, saranno individuati i punti di forza ma anche le criticità e le incoerenze tra le diverse istituzioni europee, con particolare riferimento al Consiglio e alla Commissione europea. Infine, verranno analizzati gli scenari futuri del co-sviluppo all'interno di un contesto sociale in continuo cambiamento, caratterizzato dall'aumento dell'invecchiamento della popolazione europea, oltre che da una crescente mobilità umana. Cercando di rispondere a queste sfide cruciali, verranno proposte alcune modalità di cooperazione allo sviluppo come la "cooperazione decentrata" che emerge come importante strategia futura di co-sviluppo, volta alla promozione dello sviluppo locale, attraverso una responsabilizzazione dei governi. Per concludere l'attenzione sarà posta nuovamente sul nesso migrazioni e sviluppo in chiave etica ed universale cercando di sottolineare -con riferimento ai diritti fondamentali dell'uomo- l'importanza della mobilità umana e dello status di migrante, che necessita di maggiori tutele da parte del mondo istituzionale oltre che una presa di coscienza da parte della società civile. A tale proposito saranno proposti alcuni strumenti concreti, volti alla valorizzazione e facilitazione del processo migratorio e del suo operato, come potente motore di sviluppo in ambito europeo ed internazionale.
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Questo lavoro di ricerca si iscrive in un progetto innovativo e sperimentale che è quello del Dottorato in Azienda, misura che ha previsto lo svolgimento di parte del percorso formativo presso una piccola media impresa del territorio campano che ha affiancato il tutoraggio universitario negli anni di formazione dottorale. Gran parte della letteratura internazionale (Furubo et al 2002; Wollman 2002; Toulemonde 2000) e nazionale (Stame 2002; Lippi 2007; La Spina, Espa 2011) è unanime nel riconoscere alle spinte comunitarie un ruolo cruciale nella diffusione della pratica valutativa in Europa. Tuttavia alcune comparazioni internazionali tendono a sottovalutare le diversità nelle pratiche valutative innescate dall'Europa tra i diversi territori (Stern 2009) finendo per associare, in modo generalista, la diffusione dell'attività valutativa data dagli obblighi europei allo sviluppo di una cultura della valutazione in grado di stimolare apprendimento. Il lavoro analizza i meccanismi di funzionamento della valutazione nell'ambito della politica di coesione finanziata dai Fondi Strutturali, il ruolo rivestito dall'Europa nello sviluppo della valutazione, e le modalità di intervento della valutazione nel processo di programmazione del POR FESR Campania 2014-2020. In tal senso la prospettiva del Dottorato in Azienda ha rappresentato una occasione assolutamente favorevole per osservare il processo all'interno del contesto locale. La documentazione empirica si compone di analisi dei documenti comunitari, nazionali e locali, interviste a testimoni privilegiati che hanno preso parte al processo di programmazione locale, osservazione strutturata condotta nel corso di riunioni di lavoro e nel più generale ambito lavorativo in Azienda. Ciò che è emerso dall'analisi è che i meccanismi di funzionamento attraverso cui la valutazione è regolamentata, le modalità di intervento della valutazione nei processi decisionali e la più generale capacità istituzionale delle amministrazioni locali sono dimensioni rilevanti rispetto al tipo di attività di valutazione che verrà condotta le cui finalità, più che essere orientate alla produzione di conoscenza ed apprendimento, sembrerebbero essere imbrigliate in stringenti vincoli di spesa che non permetto di attingere a reali risultati di valutazioni ex post, in una logica programmatica fortemente orientata agli obiettivi, in indicatori non sempre in grado di cogliere l'andamento di programmi complessi come quelli attraverso i quali la politica di coesione viene implementata. Nel caso specifico della Regione Campania, l'analisi della documentazione empirica ha evidenziato, nei lavori di costruzione del POR FESR Campania 2014-2020, un processo decisionale dagli esiti altamente incerti e continuamente ridefinito sulla base di quanto stabilito tanto a livello comunitario che nazionale. Le modalità di intervento della valutazione sono apparse strettamente interconnesse ad una conformità con i dettami comunitari legati ad una logica lineare in base alla quale i programmi sono stati costruiti. Indipendentemente quindi dal numero di rapporti di valutazione prodotti, entro l'amministrazione regionale, l'analisi della documentazione empirica ha restituito evidenze circa l'identificazione della valutazione in una più generale logica di adempimento burocratico per rispondere ad un'esigenza di compliance e di rendicontazione economica.
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Purpose: The purpose of this study was to determine the effects of demographic and occupational characteristics, anthropometric indices, lifestyle adopted and physical activity levels, free (leisure) or structured in the form of institutional training (Physical Education), sources of Stress and coping strategies, and the perception of the state of physical and mental health of the State Police of Puglia. Methods: The sample consists of 101 police officers (age 46.08 ± 5.66 years, weight 81.60 ± 14.04 kg, height 173.47 ± 6.14 cm) volunteers for this study. The Occupational Stress Indicator and the Short Form-12 were used, along with a questionnaire of socio-demographic, occupational and anthropometric data. Statistical analyzes were performed using descriptive analyzes followed by the analysis of multiple linear regression with the stepwise method. The level of significance was set at p <0.05. Results: To follow an active lifestyle, practicing motor sports or sports at any level, especially in institutional training environments (Physical Education), can enable State Police operators to cope with stress by adequately increasing coping strategies. In addition, the beneficial effects of active lifestyle on some sources of stress and perception of the physical health status are mediated by some bio-anthropometric data, such as abdominal circumference, which inversely correlate with the intensity and continuity of the sports motorcycle practice Structured and motivated. Conclusions: These findings encourage Formation of the Order's Forces to adopt an institutional policy that allows police practitioners to regularly attend Physical Education, Adapted Physical Education programs to their age and working characteristics in order to maintain and improve their form Psycho-physical, performance and quality of life. Scopi: Il presente studio ha voluto determinare gli effetti delle caratteristiche demografiche e occupazionali, indici antropometrici, stile di vita adottato e livelli di attività fisica, libera (Tempo Libero) o strutturata sotto forma di percorso formativo istituzionale (Educazione Fisica), sulle fonti di stress e le strategie di coping, e sulla percezione dello stato di salute fisica e mentale degli operatori della Polizia di Stato della Puglia. Metodi: Il campione è costituito da 101 operatori di polizia (età 46.08 ± 5.66 anni, peso 81.60 ± 14.04 kg, altezza 173.47 ± 6.14 cm) volontari per questo studio. Sono stati utilizzati l'Occupational Stress Indicator e lo Short Form-12, insieme ad un questionario di dati socio- demografici, occupazionali e antropometrici. Le analisi statistiche sono state effettuate usando le analisi descrittive seguite dall'analisi della regressione lineare multipla con il metodo stepwise. Il livello di significatività è stato fissato a p<0.05. Risultati: Seguire uno stile di vita attivo, praticando attività motoria o sportiva a qualsiasi livello, soprattutto nei contesti formativi istituzionali (Educazione Fisica), può consentire agli operatori della Polizia di Stato di fronteggiare lo stress adeguatamente incrementando le strategie di coping. Inoltre, gli effetti benefici dello stile di vita attivo su alcune fonti di stress e sulla percezione dello stato di salute fisica sono mediati da alcuni dati bioantropometrici, come la circonferenza addominale, che correlano inversamente all'intensità ed alla continuità della pratica motorio sportiva strutturata e motivata. Conclusioni: Questi risultati incoraggiano i responsabili della Formazione delle Forze dell'Ordine ad adottare una politica istituzionale che consenta agli operatori di polizia di seguire regolarmente programmi formativi di Educazione Fisica Adattata all'età ed alle caratteristiche lavorative allo scopo di mantenere e migliorare la loro forma psico-fisica, la prestazione lavorativa e qualità della vita.
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Two very different questions coexist with difficulty and conflicts in the Port of Naples. Both are still unresolved despite the projects and programmes which have accumulated over the last decade. On the one hand the desirable and requested reappropriation of public space and projection of the city towards the sea, along the 5 kilometres of the linear strip that borders the port area. On the other, the inverse questions that are posed to the city – of a spatial, cultural and sensorial nature and also of the discovery and hospitality related to the different forms and corridors of travel - from the sea routes of the various flows of commuters and cruisers. To this already critical interaction there is added the cumbersome but unavoidable needs of a large and competitive commercial port of the Mediterranean which generate both strong specialisation and compartmentalisation within the port area, and a further boost from the port to the city generated by specialised traffic that is linked to this great intermodal hub. This traffic produces invasive and non-programmed dynamics in the areas behind the port and relies on an inadequate infrastructure, straining the already difficult relationship with the freight terminal of Nola. This difficult coexistence of fluxus and places, which is also the coexistence of public and economic actors that raise many questions, causes different degrees of porosity and reciprocal "resistance" in the relationship between the city and the port, thereby producing differentiated processes of urban osmosis. The choices that have been made over the last decade, from the international competition to redesign the waterfront to the Grand Project "Port integrated system of Naples", make it clear, in the difficulties encountered in their implementation but especially in their episodic nature, the difficulty there is in expressing a vision that is able to go beyond the port area and to stimulate both the strategic priorities of the future Metropolitan City and the Government's Urban Agenda. ; Nel Porto di Napoli coesistono con difficoltà e conflitti due domande molto diverse, entrambe irrisolte nonostante i progetti e i programmi sedimentatisi nell'ultimo decennio. Da un lato l'auspicabile e invocata riappropriazione di spazio pubblico e di proiezione verso il mare da parte della città, lungo i 5 chilometri della fascia lineare di contatto col recinto portuale. Dall'altra le domande inverse poste alla città - di tipo spaziale, culturale e sensoriale di scoperta e accoglienza legate alle diverse forme e traiettorie di viaggio - dai molteplici flussi pendolari e crocieristici delle vie del mare. A questa già critica interazione si sovrappongono le ingombranti ma ineludibili esigenze di grande e competitivo scalo commerciale mediterraneo che generano sia domande di forte compartimentazione e specializzazione interna al recinto portuale, sia un'ulteriore spinta dal porto alla città generata dai flussi specializzati legati di questo grande nodo intermodale. Essi determinano dinamiche invasive e non programmate sugli spazi retroportuali e sollecitano una rete infrastrutturale inadeguata, mettendo in tensione il rapporto irrisolto con l'interporto di Nola. Questa coesistenza difficile di flussi e luoghi che è anche coesistenza di attori pubblici ed economici portatori di molteplici domande - determina diversi gradienti di porosità e "resistenza" reciproca nel rapporto città-porto, producendo quindi modalità differenziate di osmosi urbana. Le scelte dell'ultimo decennio – dal concorso internazionale per ridisegnare il waterfront al Grande Progetto "Sistema integrato portuale di Napoli" – rendono evidente, nella loro difficoltà attuativa ma soprattutto nella loro episodicità, la difficoltà di esprimere una visione capace di andare aldilà del recinto portuale e di sollecitare sia alcune priorità strategica della futura Città Metropolitana, sia quelle dell'Agenda Urbana del Governo.
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