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Intro -- Preface -- Acknowledgement -- Contents -- Editors and Contributors -- About the Editors -- Contributors -- Homage to Mimmo Paladino -- Dreams and Numbers -- Paladino's Matematici -- Part I Homage to Bauhaus -- Homage to Bauhaus, April 1, 1919 -- References -- Paul Klee's "Honey-Writing" Some Reflections on the Relation of Automatism, Automation, Machines and Mathematics -- Introduction -- Klee's Theory of Creation: Construction/Intuition -- Painted, Built and Mathematical-Graphical Machines -- Conclusion -- References -- Part II Fields Medals -- Maryam Mirzakhani: A Mathematical Polyglot -- References -- From Soap Bubbles to Fields Medals: An Exhibition -- The Fantastic Story of Soap Bubbles: Science -- The Fantastic Story of Soap Bubbles: Art -- The Role of Mathematicians -- My Personal Dream -- Two Fantastic Events -- References -- Part III Mathematics and Cinema -- Alternative Methods for Digital Contrast Restoration -- Introduction -- Restoration Approaches -- Spatial Color Algorithms: SCA -- ACE: Automatic Color Equalization -- Restoration Workflow -- Results -- Scene Detection and Key-Frames Extraction -- ACE Parameter Tuning and Scene Filtering -- Results Assessment -- Conclusion -- References -- Mathematically Based Algorithms for Film Digital Restoration -- Introduction -- Digital Restoration -- Dirt and Sparkles Removal -- Scratches Removal -- Inpainting -- Dust Removal -- DustRemover -- Motion Detection -- Noise Detection -- Restore -- Digital Restoration of Isole nella Laguna -- Isole nella Laguna -- Results Assessment -- Results -- Conclusions -- References -- Homage to Octavia Spencer -- The Oscars Academy Awards for 2015 -- References -- Part IV Mathematics and Origami -- Geometric Origami -- Introduction -- A Very Brief History of Origami -- Geometric Origami -- A Geometric Interlude -- Tessellations -- And More….

International audience ; Quando nell'agosto 1914 l'Europa entra in guerra, l'Italia si trova in una situazione delicata per il suo intricato sistema di alleanze. Infatti, sebbene l'Italia faccia ufficialmente parte della Triplice Intesa insieme con Austria-Ungheria e Germania fin dal 1882, un netto avvicinamento franco-italiano comincia verso la fine del XIX secolo, sigillato dalla firma di patti di non aggressione, più o meno segreti, in caso di ostilità. Visti i precedenti, l'Italia sceglie dunque la neutralità nell'estate del 1914, anche perché l'opinione pubblica sembra restia a imbarcarsi in una nuova avventura militare, poco dopo la guerra di Libia. Tuttavia, ben presto, un certo numero di voci si levano per dichiarare che l'Italia non può e non deve restare fuori dal gioco, pena il fallimento dell'impresa, cominciata durante il Risorgimento, di recuperare un giorno le "terre irredente" (ossia il Trentino, Istria, la Dalmazia,.) ancora sotto gli Austriaci e il rischio di minare fortemente la credibilità dell'Italia sulla scena internazionale faticosamente costruita nell'arco di vari decenni. Queste voci, che appartengono a intellettuali provenienti da diversi orizzonti, scelgono principalmente l'alleanza con Francia e Gran Bretagna e orchestrano, tra l'agosto 1914 e il maggio 1915, una campagna interventista destinata a convincere, o meglio a forzare, il governo italiano a entrare nel conflitto.

International audience ; Quando nell'agosto 1914 l'Europa entra in guerra, l'Italia si trova in una situazione delicata per il suo intricato sistema di alleanze. Infatti, sebbene l'Italia faccia ufficialmente parte della Triplice Intesa insieme con Austria-Ungheria e Germania fin dal 1882, un netto avvicinamento franco-italiano comincia verso la fine del XIX secolo, sigillato dalla firma di patti di non aggressione, più o meno segreti, in caso di ostilità. Visti i precedenti, l'Italia sceglie dunque la neutralità nell'estate del 1914, anche perché l'opinione pubblica sembra restia a imbarcarsi in una nuova avventura militare, poco dopo la guerra di Libia. Tuttavia, ben presto, un certo numero di voci si levano per dichiarare che l'Italia non può e non deve restare fuori dal gioco, pena il fallimento dell'impresa, cominciata durante il Risorgimento, di recuperare un giorno le "terre irredente" (ossia il Trentino, Istria, la Dalmazia,.) ancora sotto gli Austriaci e il rischio di minare fortemente la credibilità dell'Italia sulla scena internazionale faticosamente costruita nell'arco di vari decenni. Queste voci, che appartengono a intellettuali provenienti da diversi orizzonti, scelgono principalmente l'alleanza con Francia e Gran Bretagna e orchestrano, tra l'agosto 1914 e il maggio 1915, una campagna interventista destinata a convincere, o meglio a forzare, il governo italiano a entrare nel conflitto.

International audience ; Quando nell'agosto 1914 l'Europa entra in guerra, l'Italia si trova in una situazione delicata per il suo intricato sistema di alleanze. Infatti, sebbene l'Italia faccia ufficialmente parte della Triplice Intesa insieme con Austria-Ungheria e Germania fin dal 1882, un netto avvicinamento franco-italiano comincia verso la fine del XIX secolo, sigillato dalla firma di patti di non aggressione, più o meno segreti, in caso di ostilità. Visti i precedenti, l'Italia sceglie dunque la neutralità nell'estate del 1914, anche perché l'opinione pubblica sembra restia a imbarcarsi in una nuova avventura militare, poco dopo la guerra di Libia. Tuttavia, ben presto, un certo numero di voci si levano per dichiarare che l'Italia non può e non deve restare fuori dal gioco, pena il fallimento dell'impresa, cominciata durante il Risorgimento, di recuperare un giorno le "terre irredente" (ossia il Trentino, Istria, la Dalmazia,.) ancora sotto gli Austriaci e il rischio di minare fortemente la credibilità dell'Italia sulla scena internazionale faticosamente costruita nell'arco di vari decenni. Queste voci, che appartengono a intellettuali provenienti da diversi orizzonti, scelgono principalmente l'alleanza con Francia e Gran Bretagna e orchestrano, tra l'agosto 1914 e il maggio 1915, una campagna interventista destinata a convincere, o meglio a forzare, il governo italiano a entrare nel conflitto.

International audience ; Quando nell'agosto 1914 l'Europa entra in guerra, l'Italia si trova in una situazione delicata per il suo intricato sistema di alleanze. Infatti, sebbene l'Italia faccia ufficialmente parte della Triplice Intesa insieme con Austria-Ungheria e Germania fin dal 1882, un netto avvicinamento franco-italiano comincia verso la fine del XIX secolo, sigillato dalla firma di patti di non aggressione, più o meno segreti, in caso di ostilità. Visti i precedenti, l'Italia sceglie dunque la neutralità nell'estate del 1914, anche perché l'opinione pubblica sembra restia a imbarcarsi in una nuova avventura militare, poco dopo la guerra di Libia. Tuttavia, ben presto, un certo numero di voci si levano per dichiarare che l'Italia non può e non deve restare fuori dal gioco, pena il fallimento dell'impresa, cominciata durante il Risorgimento, di recuperare un giorno le "terre irredente" (ossia il Trentino, Istria, la Dalmazia,.) ancora sotto gli Austriaci e il rischio di minare fortemente la credibilità dell'Italia sulla scena internazionale faticosamente costruita nell'arco di vari decenni. Queste voci, che appartengono a intellettuali provenienti da diversi orizzonti, scelgono principalmente l'alleanza con Francia e Gran Bretagna e orchestrano, tra l'agosto 1914 e il maggio 1915, una campagna interventista destinata a convincere, o meglio a forzare, il governo italiano a entrare nel conflitto.

International audience ; Se la Grande Guerra è l'evento principe del decennio 1911-1920, per l'Italia la prova generale avviene proprio all'alba di esso, in singolare coincidenza col cinquantesimo dell'Unità, con la guerra contro l'Impero ottomano, che controllava fra l'altro Tripolitania, Cirenaica e alcune isole del Dodecanneso. È la guerra italo-turca o guerra di Libia, anche se la Libia non esisteva ancora nelle carte geografiche. All'epoca, la corsa alla spartizione del mondo era ormai conclusa. Restavano pochi territori liberi, fra cui la Libia, la cui conquista era considerata, dal governo Giolitti – in crescente difficoltà per gli effetti della crisi economica internazionale del 1907-'08 – capace di superare la " stagnazione ". Nel 1911, tutti i paesi industriali avevano portato il protezionismo a un livello di semi-autarchia. Già fin dal 1908, tutte le potenze che avrebbero partecipato all'ormai imminente conflitto mondiale per una nuova spartizione del mondo erano impegnate nella produzione di guerra. Lo sviluppo industriale italiano era notevolmente rallentato. L'urgenza di trovare nuovi sbocchi si imponeva come una condizione di sopravvivenza per i grandi gruppi finanziari e industriali. La guerra di Libia – dal 29 settembre 1911 al 18 ottobre 1912 – fu decisa sotto le pressioni dei gruppi industriali e bancari interessati alle forrniture militari e a investimenti nel Levante e in Libia. Mai come durante la guerra libica, la compenetrazione fra politica governativa e iniziative economiche fu più stretta. Uomini d'affari, politici e funzionari statali, alti esponenti della marina militare e dell'esercito condussero assieme le operazioni di maggiore interesse economico. È significativo che, a guerra finita, i negoziati di pace con la Turchia siano stati affidati per l'Italia a Giuseppe Volpi (poi conte di Misurata), non un diplomatico di carriera, ma uomo d'affari 1. Giocando la carta del " prestigio internazionale " , Giolitti e i gruppi dominanti scatenarono una intensa campagna di propaganda tendente ad allargare il consenso e alimentare l'entusiasmo, nel corso della quale la Libia venne presentata come una terra fertile, ricca d'acqua, di commerci carovanieri e di miniere; una " terra promessa " in grado di assorbire la disoccupazione italiana che, nei primi dieci anni del secolo, aveva portato all'emigrazione milioni di lavoratori. In realtà la Libia era una regione immensa, sabbiosa, povera (il petrolio verrà scoperto solo dopo il 1950) e poco popolata. I motivi propagandistici agitati dai nazionalisti e dai circoli colonialisti, e ripresi da quasi tutta la stampa alla vigilia dell'impresa, sono riassunti, a ostilità iniziate, da Giovanni Pascoli nel famoso discorso La grande Proletaria si è mossa: la 1 Era però assistito da due esperti giuristi e politici, Pietro Bertolini e Guido Fusinato. Quest'ultimo morirà suicida subito dopo lo scoppio della Grande Guerra, per l'angoscia di vedere l'Italia venir meno – con la scelta della neutralità – al " debito d'onore " nei confronti della Triplice, e per la consapevolezza dell'impreparazione bellica del Paese, che costituiva comunque un insormontabile impedimento al suo intervento immediato nel conflitto.

International audience ; Se la Grande Guerra è l'evento principe del decennio 1911-1920, per l'Italia la prova generale avviene proprio all'alba di esso, in singolare coincidenza col cinquantesimo dell'Unità, con la guerra contro l'Impero ottomano, che controllava fra l'altro Tripolitania, Cirenaica e alcune isole del Dodecanneso. È la guerra italo-turca o guerra di Libia, anche se la Libia non esisteva ancora nelle carte geografiche. All'epoca, la corsa alla spartizione del mondo era ormai conclusa. Restavano pochi territori liberi, fra cui la Libia, la cui conquista era considerata, dal governo Giolitti – in crescente difficoltà per gli effetti della crisi economica internazionale del 1907-'08 – capace di superare la " stagnazione ". Nel 1911, tutti i paesi industriali avevano portato il protezionismo a un livello di semi-autarchia. Già fin dal 1908, tutte le potenze che avrebbero partecipato all'ormai imminente conflitto mondiale per una nuova spartizione del mondo erano impegnate nella produzione di guerra. Lo sviluppo industriale italiano era notevolmente rallentato. L'urgenza di trovare nuovi sbocchi si imponeva come una condizione di sopravvivenza per i grandi gruppi finanziari e industriali. La guerra di Libia – dal 29 settembre 1911 al 18 ottobre 1912 – fu decisa sotto le pressioni dei gruppi industriali e bancari interessati alle forrniture militari e a investimenti nel Levante e in Libia. Mai come durante la guerra libica, la compenetrazione fra politica governativa e iniziative economiche fu più stretta. Uomini d'affari, politici e funzionari statali, alti esponenti della marina militare e dell'esercito condussero assieme le operazioni di maggiore interesse economico. È significativo che, a guerra finita, i negoziati di pace con la Turchia siano stati affidati per l'Italia a Giuseppe Volpi (poi conte di Misurata), non un diplomatico di carriera, ma uomo d'affari 1. Giocando la carta del " prestigio internazionale " , Giolitti e i gruppi dominanti scatenarono una intensa campagna di propaganda ...

International audience ; Eugenio Beltrami was a prominent figure of 19th century Italian mathematics. HeHe was also involved in the social, cultural and political events of his country. This paper aims at throwing fresh light on some aspects of Beltrami's life and work by using his personal correspondence. Unfortunately, Beltrami's Archive has never been found, and only letters by Beltrami - or in a few cases some drafts addressed to him - are available. In this paper some letters addressed by Beltrami to his foreign colleagues are published and annotated for the first time in order to give a more exhaustive picture of Beltrami's personality and to point out the impact of his work in Italy and abroad.

International audience ; Eugenio Beltrami was a prominent figure of 19th century Italian mathematics. HeHe was also involved in the social, cultural and political events of his country. This paper aims at throwing fresh light on some aspects of Beltrami's life and work by using his personal correspondence. Unfortunately, Beltrami's Archive has never been found, and only letters by Beltrami - or in a few cases some drafts addressed to him - are available. In this paper some letters addressed by Beltrami to his foreign colleagues are published and annotated for the first time in order to give a more exhaustive picture of Beltrami's personality and to point out the impact of his work in Italy and abroad.

AbstractMath anxiety (MA) is a specific feeling of tension generated by the manipulation of numerical stimuli in daily life and academic situations (Richardson & Suinn, 1972). This condition has significant repercussions on the individual's life at personal, social, and economic level. Literature on the topic of MA alleviation, however, is still scarce. This study aims at contributing to this field by addressing MA prevention in school‐age children. We have developed two different training methods administered to two groups of fourth graders: (a) MA training focusing on identifying and copying with MA‐related feelings (N = 76); and (b) Math strategy training focusing on supplementary exercises to enhance calculation strategies (N = 76). We also carried out a Control training involving a range of activities, such as reading comic strips, describing characters in the story, and combining text and images to obtain an original narrative text (N = 72). We evaluated the differential effects of these training methods on MA, general anxiety, and math achievement before and after the training. Results indicate that MA training contributes to a decrease in MA level, although it does not appear to affect math achievement; Math strategy training, on the other hand, results in far transfer on a reduction of MA level as well as near transfer on the improvement of math achievement. Data are discussed in terms of specific mechanisms underlying each type of training method, and with specific focus on the evaluation of educational and developmental opportunities linked to MA prevention and improvement of math abilities in school‐age children.

Math education in the United States remains resistant to systemic change, and our country pays the price. Stemhagen's article "Democracy and School Math" further confirms this trend. Despite repeated calls for reform, decades of research on how people learn, millions of dollars invested in teacher professional development, and years of politicized debate, the math wars rage on—between those who believe students have the capacity to construct their own mathematical ideas and others who insist mastery of the traditional canon must come first. Meanwhile, algebra failure among secondary students remains rampant and elementary education majors report the greatest rates of math anxiety of any college major. Adults and children alike joke about being terrible at math, seemingly unaware of the extent to which this innumeracy serves as a barrier to full participation in democracy as well as to the realization of their individual goals, hopes, and dreams. In the math education community itself, there is little discussion of the unique role mathematics can play in preparing students for democracy. In this short paper, I offer a more detailed conceptualization of democratic mathematics education and discuss the role of constructivism in bringing these ideas to fruition. I suggest that a shift in the power dynamic that characterizes most mathematics classrooms will be a key component in moving beyond the gridlock.