El centralismo en México: Problema estructural que se agrava
In: Problemas del desarrollo: revista latinoamericana de economía, Band 4, Heft 13
ISSN: 2007-8951
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In: Problemas del desarrollo: revista latinoamericana de economía, Band 4, Heft 13
ISSN: 2007-8951
Nel mondo globalizzato e in un'Europa interconnessa dove formalmente non vi sono confini per merci, capitali, servizi, lavoratori, famiglie e studenti la spinta verso l'integrazione appare nei fatti sempre più lontana. Mentre nell'Ue si assiste ad un malessere dilagante riprende vigore il fascino delle identità tanto che, negli ultimi anni, si sono moltiplicate le rivendicazioni identitarie a livello nazionale e subnazionale. Forze centrifughe e centripete erano già presenti nel Trattato di Maastricht del 1992 e con l'allargamento dell'Ue si è creata una forbice sempre più ampia e una disomogeneità sul piano politico, socio economico e costituzionale. Ma quale evoluzione ha avuto lo Stato e quale ruolo hanno assunto gli elementi che hanno spostato la dimensione relativa alla sovranità verso il decentramento e in che modo le categorie relative all'Identità/Ideologia e alla Coesione/Divisione si stanno manifestando? L'evoluzione dello Stato si fonda su caratteri culturali, ideologici ed economici in base ai quali si esplica l'esercizio del potere. Una prima forma di modello statale in Europa si esprime nel Seicento. Tale modello fu esportato in tutto il mondo. Nell'evoluzione dello Stato la divisione politica ha risposto a fenomeni (colonizzazione, conflitti, industrializzazione) che portano ad una perdita dello spazio come categoria concettuale. Tutto ciò ha modificato sia le forme statali che i confini, giungendo ad una sorta di flessibilità, anche riguardo le forme di potere (Casari, Corna Pellegrini, Eva, 2004). Lo Stato con i suoi elementi costitutivi: popolazione, territorio e sovranità, strettamente connessi tra di loro, è caratterizzato da sistemi di governo diversi (teocratico, totalitario e democratico), a cui corrispondono particolari modi di organizzare la vita sociale, sulla base delle influenze storiche che si sono espresse nel corso dei secoli (Ferro, 1993; Lizza, 2001). In epoca moderna l'economia, la cultura e la politica hanno determinato la forza e la potenza di uno Stato (Pounds, 1980; Lizza, 2009). Le scelte istituzionali mirano a raggiungere la stabilità, la prosperità e difendere la sicurezza e l'integrità di uno Stato. Altrettanto importante in tale contesto è la Nazione o lo Stato nazione lì dove risultano essenziali elementi che sottolineano l'omogeneità, la condivisione di fattori identitari e di coesione sociale forti come la lingua, la religione (Hobsbawn, 1991). Ma i processi di internazionalizzazione e globalizzazione hanno fatto perdere incisività al potere politico e hanno eroso la sovranità e il centralismo, a causa della presenza di forze sovranazionali. Altrettanto è avvenuto riguardo il territorio, con i fenomeni di decentramento e deterritorializzazione, mentre la popolazione sia riguardo le dinamiche demografiche che rispetto alla rilevanza del fenomeno migratorio e agli spostamenti massicci dei gruppi umani vive fasi di instabilità che si riflettono negli Stati (Grumo, 2014). Dunque la coesione e la divisione si manifestano attraverso confini labili che i sistemi democratici, attraverso la partecipazione e la rappresentanza politica, devono costantemente regolare come forma di garanzia, pace e prosperità. Lo Stato moderno si fonda su una struttura caratterizzata da una varietà di forme istituzionali, giuridiche e di governo che tendono al centralismo, ma in parallelo già dai primi del Novecento insieme alla dimensione dello Stato come entità politica perfetta nascono concetti quali federazione, autonomia, flessibilità (Harvey, 1997; Pounds, 1980, Lacoste, 2008). Al centralismo e federalismo si aggiunge l'importanza assegnata all'unità territoriale della regione come sistema territoriale complesso sia sotto il profilo economico che sociale e politico, il cui esempio scaturisce dalle politiche territoriali dell'Unione * Il contributo è il risultato di periodi di ricerca svolti in Catalogna (nel 2011, 2015 e 2017) presso la Facoltà di Geografia e Storia (Proff. Joan Tort i Donada, Horacio Capel- Dipartimento di Geografia umana); l'Università Autonoma di Barcellona (Prof. Francesc Munoz); lo IET (Institut d'Estudis Territorials) (Università Pompeu Fabra); la Diputaciò di Barcellona (Dott. Maria Herrero Canela, Direcciò d'Estudis i Prospectiva); la Generalitat di Barcellona; l'Idescat (Istitut d'Estadistica de Catalunya; Centre de Cultura Contemporania de Barcelona). – 736 – europea e dal fenomeno del nuovo regionalismo. Tale fenomeno ha origine dalla crisi dello Stato-nazione ed è generato da fattori istituzionali ed economici (Vallega, 1994; 2004). Si affermano così i poteri sovranazionali che orientano i piani di sviluppo e la coesione della regione contribuendo alla formazione di nuove forme di governance multilivello, ponendo attenzione alla valorizzazione, al capitale sociale, alla cultura locale e alle economie regionali in ambito internazionale. Di fatto questa maggiore autonomia e attenzione alle regioni, si è tradotta nell'euro regionalismo, un modello tecnocratico dove la legittimazione politica, il decentramento delle risorse finanziarie e normative non ha sortito gli effetti sperati, anche a causa della presenza di un disequilibrio socio-spaziale delle Regioni (Conti, Giaccaria, Rossi, Salone, 2014). Con la globalizzazione alla presenza di nuove entità intermedie (macroregioni, regioni, città metropolitane e abolizione delle province) e al conseguente rilievo dato ai sistemi locali si contrappone una visione nuovamente centralista (si ergono muri e barriere, le politiche riportano al centro le esigenze dei singoli paesi) che non sembra seguire una linea coerente rispetto all'indirizzo, rispondendo ad esigenze di chiusura (Società Geografica Italiana, 2013). Si tratta dunque di una visione e di una realtà differenziate che si sta manifestando con uno scenario frammentato e di difficile comprensione da leggere e interpretare nella sua evoluzione continua (Faraguna, 2015). In tale contesto, il caso di studio della Catalogna in Spagna focalizza l'analisi su una Comunità autonoma che, attraverso diverse tappe, sta portando avanti una sfida per lo Statuto di autonomia e il riconoscimento di una distinta nazione all'interno della Spagna e dell'Unione Europea. A questo proposito si cercherà di valutare quali siano i fattori culturali, sociali, politici ed economici che giustificano un distacco osservando la situazione sotto alcuni profili: la popolazione, il governo centrale, la spinta secessionista, l'autodeterminazione del popolo catalano e l'ottica dell'Unione europea.
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In: Reforma y democracia, Heft 69, S. 135-158
ISSN: 1315-2378
World Affairs Online
In: Italian Political Science Review: IPSR = Rivista italiana di scienza politica : RISP, Band 9, Heft 2, S. 229-261
ISSN: 2057-4908
IntroduzioneQuali sono i fattori politici che determinano l'andamento e l'esito di importanti movimenti di riforma delle istituzioni? In un mondo in cui le istituzioni, una volta create, mostrano scarsa propensione a scomparire, possiamo dare per scontato che, in assenza di movimenti rivoluzionari, le riforme istituzionali siano eventi rari il cui successo è legato a circostanze particolari: un elevato grado di determinazione e di unità da parte dei movimenti riformatori, una speciale qualità delle istituzioni oggetto di riforma, o una insolita congiuntura politica. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che sia stato cosí difficile invertire la tendenza verso la centralizzazione degli stati nazionali: è difficile mobilitare movimenti a sostegno delle riforme, le istituzioni tendono ad essere immobili e inamovibili, e le circostanze politiche raramente sembrano favorevoli.
In: Revista de estudios de la vida local, S. 219-246
ISSN: 1989-8975
Presentación. ; Ramos Jiménez, Alfredo ; Ciudadanía y espacio público. ; Debate y perspectivas. ; Quiroga, Hugo ; Un sistema de premisas para provocar una discusión. ; ¿Nuevas sensibilidades? y gobernanza empresarial. ; Brito, Morelba ; Política e historia en los tiempos de la globalización. ; Entre la postmodernidad y las identidades culturales. ; Quintero Lugo, Gilberto ; Limitaciones, condicionantes y posibilidades de la Asamblea Constituyente. ; Mansilla, H.C.F. ; El centralismo federado de México. ; Entre el texto y el contexto. ; Zamorano Farías, Raúl ; El pensamiento político de Simón Bolívar. ; Bolívar Meza, Rosendo ; La regulación constitucional del ambiente en Venezuela. ; Desde una perspectiva socio-jurídica. ; González Cruz, Fortunato ; Factores de cambio institucional de las gobernaciones en Venezuela. ; García Chourio, José Guillermo ; Documento ; Año electoral 2006. ; América Latina y sus tendencias políticas. ; Mires, Fernando ; Índice acumulado. ; 95-124 ; semestral ; Nivel analítico
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Una delle forme di manifestazione di Machiavelli nella storia e nella cultura spagnola è sicuramente l'esperienza particolarmente significativa del viceré di Spagna a Napoli, il duca di Medinacoeli. Questi operò nella città partenopea a cavallo fra la fine del 1600 e l'esordio del secolo successivo, in un momento particolarmente florido della vita civile e della produzione intellettuale napoletana, che già si era intensificata a partire dalla prima metà del seicento. L'Accademia di Medinacoeli, dal nome del nobile che la volle, si rivelò un luogo di prezioso incontro fra culture e istanze ideali differenti, tutte sostanzialmente ruotanti intorno alla possibilità di definire un modello di Stato moderno e adeguato alle dimensioni che la città aveva assunto grazie anche alla presenza spagnola. Al centro di questo raffinato circolo di professori e scienziati, non poteva mancare, o in termini adombrati, o in menzione esplicita, sebbene assai problematica, il nome del Segretario fiorentino, che finì così col diventare un punto di riferimento fondamentale nella ricerca di una consapevole teoria del governo e dei compiti del governatore. Naturalmente, le tesi contenute nelle lezioni recitate a Corte -da cui il nome di Accademia Palatina o di Palazzo- si ponevano in guise differenti rispetto a Machiavelli, adottato come esempio di innovazione risolutiva, o come modello da non imitare, per la durezza che veniva imputata all'autore rinascimentale. Rimane, però, storiograficamente corretta l'impressione secondo la quale, dopo un intero secolo -quello barocco- di netta ispirazione antimachiavellica, l'occasione offerta dal Viceré di Spagna, foriera di un'apertura più coraggiosa sul Fiorentino, sembrava intervenire come un momento di inversione di tendenza e di apertura agli scritti di Machiavelli, ma soprattutto di sua possibile adozione in seno al tema dell'educazione del principe e della centralità del comando. ; One of the ways in which Machiavelli is apparent in Spanish history and culture is without doubt the especially important experience of the viceroy of Spain in Naples, the Duke of Medina Coeli. He acted in the «Parthenopean» city from the end of the XVII century to the beginning of the XVIII, at a particularly fresh time in civilian life and Neapolitan intellectual output, which had become stronger since the first half of the XVII century. The Medina Coeli Academy, named after the nobleman who requested it, proved to be a valuable meeting place for different cultures and authorities, which all revolved around the possibility of defining a State model that was both modern and appropriate in terms of the size the city had become with the Spanish presence as well. At the centre of this refined circle of professors and scientists, the name of the Secretary of Florence cannot be omitted, either in implicit terms or by explicit and very problematic mention. He ended up being a principle reference in the search for a conscious theory of the government or of the roles of the governor. Naturally, the theses contained in the classes recited in the Court -from which came the name Academia Palatina or Palacio- related to Machiavelli in different ways, taking him as an example of resolving innovation, or as a model not to be copied, due to the harshness of which the Renaissance author was accused. Nevertheless, remaining historiographically correct is the impression according to which, after an entire century of clear anti-Machiavellian inspiration -that of the Baroque-, the opportunity provided by the viceroy of Spain, who presaged a more courageous openness towards that of Florence, seemed to intervene as a time of trend reversal and of openness towards the writings of Machiavelli, but especially, of his possible adoption into the heart of the prince's education and the centre of command.
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In: Textos universitaris
In: Estudios 3
In: Investigaciones Sociales, Band 12, Heft 21, S. 203-220
ISSN: 1818-4758
Esta investigación es de carácter fundamentalmente exploratoria que busca comprender la descentralización y las expectativas de la ciudadanía en Conchucos Bajo de la Región Áncash. Descentralización que responde a una antigua aspiración del país y constituye uno de los principales desafíos que durante los dos gobiernos últimos las diversas fuerzas políticas han asumido como uno de los aspectos prioritarios de la reforma del Estado. En opinión de las autoridades locales, la descentralización es un medio que permitirá alcanzar como objetivo compartir democráticamente el poder político, económico, social y cultural entre las distintas fuerzas políticas, en cada uno de los espacios sociales del ámbito local, regional y nacional. Consideran la necesidad de una gobernabilidad concertada que permita dinamizar las potencialidades y así poder alcanzar un desarrollo sostenible.
In: Revista internacional de filosofía política, Heft 33, S. 211-218
ISSN: 1132-9432
This essay analyzes the extent to which the Colombian centralization process, from 1886 to 1930, fulfilled Max Weber's criteria for successful State building: legitimate monopoly of force, territorial consolidation, and construction of a rational bureaucratic order. In the first part of the period, there were several civil wars, and religious and political strife that only ceased after the Thousand Days War (1899-1902). The economy stagnated and had few links with the global market. Between 1905 and 1930 more tolerant governments were committed to the country's economic development and it accelerated. However, the balance is poor: the monopoly of force was late and incomplete, the State remained weak due to low taxation and the oligarchic political order continued. Bureaucratic development was incomplete, although it extended into areas of economic policy driven by the central Government. The cities prospered and became poles of power with which the political center had to negotiate. ; Este ensayo analiza en qué medida el proceso de centralización colombiano de 1886 a 1930 cumplió los criterios de Max Weber para la construcción de Estado: el monopolio legítimo de la fuerza, la consolidación territorial y la construcción de un orden burocrático racional. En la primera parte del periodo hubo varias guerras civiles y una pugnacidad religiosa y política que solo cesó después de la Guerra de los Mil Días; la economía se estancó y tuvo pocos vínculos con el mercado global. Entre 1905 y 1930 unos gobiernos más tolerantes se empeñaron en el desarrollo económico del país y este se aceleró. No obstante, el balance es pobre: el monopolio de la fuerza fue tardío y muy incompleto, el Estado se mantuvo endeble por la baja tributación y continuó el orden político oligárquico. El desarrollo burocrático fue incompleto, aunque se extendió en las áreas de política económica del gobierno central. Las ciudades prosperaron y se volvieron polos de poder con los que el centro político tuvo que negociar. ; Este ensaio analisa até que ...
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In: Iconos: revista de ciencias sociales, Heft 68, S. 171-189
ISSN: 2224-6983
El artículo propone la categoría de ciudades contrapeso como aquellas que logran tanto dinamizar su desarrollo de manera endógena y a su vez impulsar un proceso de descentralización y devolución de poder en contextos de Estados tradicionalmente centralistas y con alta hegemonía de sus capitales. El contrapeso supone una visión federalista o autonomista que logra cambios desde la propia articulación regional con base en una fuerza política territorial de impacto nacional que moviliza dichas ciudades en pacto con sus regiones cercanas. Desde el punto de vista de resultados materiales, implica la capacidad de crecimiento económico y demográfico para ser polo alternativo a la capital, infraestructura de ciudad global con lazos internacionales y capital humano avanzado como polo cultural y universitario. Se concluye el éxito de Guayaquil en Ecuador y Santa Cruz de la Sierra en Bolivia con alianzas público-privadas, fuerza política influyente y alianzas interregionales para movilizarse y lograr procesos de mayor autonomía regional, a diferencia de Concepción en Chile, que muestra mayor dinamismo en lo universitario y en lo cultural. Dichas ciudades complejizan el sistema de ciudades permitiendo contener la macrocefalia del centralismo latinoamericano. Entrevistas en profundidad en los países permitieron comprender el contexto de lucha de estas ciudades contra el centralismo, sus hitos y desafíos en las diversas dimensiones del contrapeso.