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Turismi e ricchezza nella regione Emilia-Romagna
In: Rapporto dell'Osservatorio Turistico Regionale 2
In: Emilia-Romagna economia 24
La ricchezza del debito pubblico (secoli XII-XXI)
In: Universale paperbacks Il mulino 814
La ricchezza delle idee: storia del pensiero economico
In: Manuali Laterza 182
Tutti knowledge worker? Ricchezza e impoverimento dei lavori
In: Sociologia del lavoro, Heft 151, S. 174-189
La ricchezza dell'Europa. Indagini sull'antico regime sulla modernità
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 61, Heft 1, S. 122
ISSN: 0035-6611
L'ammontare e la composizione Della Ricchezza Delle Nazioni
In: The Economic Journal, Band 73, Heft 292, S. 727
Ricchezza in eredità: quale futuro per l'imposta sulle successioni?
In: Universale paperbacks Il mulino 805
La responsabilità (e irresponsabilità) della ricchezza in alcune parabole evangeliche
Secondo un'interpretazione recente dei Vangeli, da essi i cristiani dovrebbero trarre in primo luogo non una condanna incondizionata della ricchezza, né una denuncia dei suoi pericoli spirituali, ma un invito a farne buon uso, un'esortazione alla responsabilità verso il prossimo. Questa interpretazione è convincente. Ma accanto al tema, ben noto, della responsabilità, vi è, non meno importante, quello dell' irresponsabilità. Questo è dovuto alla prospettiva apocalittica dei Vangeli. Molte delle situazioni immaginate da Gesù si collocano a un punto di estrema discontinuità temporale, immediatamente prima del collasso del vecchio mondo, e dell'arrivo del nuovo. Tutte le attività legate alla continuazione della vita, materiale, sociale, famigliare, sono condannate alla decadenza e alla sterilità. Non vi è nulla di un facile moralismo pauperistico in questa metafisica apocalittica. Tuttavia in un simile contesto non può che restare allentato e addirittura vanificato l'esercizio di diverse forme di responsabilità. Queste infatti presuppongono un ambiente stabile, un contesto di prevedibilità e di calcolabilità. Acquistano invece rilevanza quasi esclusiva situazioni-limite in cui l'esito dipende da una e una sola decisione da prendere in un momento irripetibile. Anche in questi contesti si può forse parlare di responsabilità, ma la responsabilità si muta qui in speranza, o disperazione, e le risorse alle quali attingere nel momento della decisione oscillano tra il mero istinto di sopravvivenza e l'ispirazione divina. E' vero che l'osservanza della normativa di emergenza indicata da Gesù per essere ammessi nel Regno è a volte da lui presentata come un investimento conveniente. Ma l'esortazione a "accumulare ricchezza in cielo, non (più) in terra", incappa nel dubbio, suscitato dallo stesso Gesù, che presso Dio i meriti individuali acquisti non contino. Inoltre, nel passaggio dal vecchio al nuovo eone era in attesa una terribile prova, unico fondamentale collegamento tra le credenze apocalittiche di Gesù e la sua predicazione, da un lato, e la sua inattesa fine, la morte in Croce, dall'altro.
BASE
La ricchezza illecita tra profili sanzionatori e capacita contributiva
La trattazione che seguirà ha lo scopo precipuo di esporre la disciplina della ricchezza illecita, un tema che assume sempre più rilevanza negli ultimi anni, dal momento che la globalizzazione ha favorito la mobilità di persone, capitali, beni e servizi. Questo scenario economico sociale diviene terreno fertile per la nascita e lo sviluppo della criminalità economica1 che sfrutta l'estrema mobilità che caratterizza il sistema degli scambi per poter incrementare i propri profitti. Essa, galvanizzata dal fiorire degli scambi economici, ha sempre più preso piede cogliendo anche la possibilità di far perdere le tracce degli illeciti, tramite operazioni finanziarie di natura transnazionale, che permettono alla criminalità economica, non solo di autofinanziarsi, ma anche di poter ripulire il denaro sporco derivante dalla commissione di reati. Questo fenomeno ha posto i legislatori di tutte le nazioni dinanzi alla necessità di adottare degli strumenti idonei per poterlo arginare. A tal proposito sono stati realizzati degli interventi per impedire il riciclaggio, anche tramite la recente introduzione del reato di autoriciclaggio2; sono state inoltre sfruttate le potenzialità degli strumenti ablatori di natura penale. Il problema della ricchezza illecita, tuttavia, non è confinato al solo diritto penale, ma interessa anche il diritto tributario. La dottrina e la giurisprudenza, infatti, per lungo tempo si sono poste l'interrogativo di quale fosse il regime fiscale di tali ricchezze, se ve ne fosse uno. Ed invero, nelle pagine che seguono verranno ripercorsi questi dibattiti che non sono stati sopiti neppure dall'intervento del legislatore. Quest'ultimo a partire dal 1993 - anno in cui è stato introdotta la legge 537/1993 - ha mostrato sempre più interesse al tema della rilevanza tributaria dei proventi illeciti. V'è da dire che la materia risulta affetta da molti profili di complessità e criticità che la rendono delicata nei suoi contatti con la disciplina penalistica. Infatti, come si vedrà, è in quest'ultimo versante che si palesano le maggiori difficoltà, dal momento che si tratta di conciliare due branche del diritto, profondamente diverse tra loro per struttura e finalità, vale a dire il diritto tributario ed il diritto penale. Il primo è volto a garantire all'Erario che tutti i contribuenti partecipino alla spesa pubblica secondo un principio solidaristico improntato sulla capacità contributiva. Il secondo, invece si presenta come un Giano bifronte che tutela la collettività dalla lesione di beni giuridici rilevanti, nonché il reo dalla forza dello Stato che, se non regolamentata, potrebbe schiacciarlo. Le due discipline si incontrano nel momento in cui il diritto tributario si serve della sua ancella prediletta per sanzionare coloro che, pur essendo tenuti alla contribuzione, vi si sottraggono. Tuttavia in questo incontro tra mondi diversi si generano profonde fratture di difficile composizione. In questo lavoro si cercherà di far emergere queste complessità per poterne dare, se possibile, una soluzione conforme ai principi che improntano il nostro sistema giuridico.
BASE
Debito pubblico, ricchezza privata e politiche per la famiglia
In: Lectio magistralis 3