Este trabalho é resultado de reflexões no campo da memória e do patrimônio, seguindo uma vertente de estudos multidisciplinares sobre processos de patrimonialização e recebe influência direta dos campos da história e da antropologia visual. Entende-se a fotografia enquanto método e objeto de estudo, mas, sobretudo, como um modo de pensar através de imagens. O método corresponde a uma abordagem fenomenológica e interpretativa baseada na análise do discurso em memoriais criados em lugares marcados por experiências dolorosas. Propõe-se uma reflexão sobre a preservação e a transmissão de memórias dolorosas e a manifestação da memória por meio de imagens mentais ou objetuais. As imagens não falam por si, mas possuem o potencial de colocar as memórias em movimento e de fazer circular suas informações.Contudo,é necessário um exercício ético-moral, situado entre empatia e imaginação, que conecte o testemunho em primeira pessoa, possibilitado pela história oral, e a pensatividade das imagens.
Since the early 1990s we have observed a wide media coverage of voguingas an underground cultural expression of the American LGBT community. When overflowing Hallem's borders, voguingbecame an act of resistance that impresses on the body subjectivities held back by modern rationalism. Today, occupying different spaces, voguersteach us that new performative textualities can be reconfigured in the gestural memory, allowing the deconstruction of gender essentialisms
En este texto se analiza la figura del hashtag (#) en Twitter como lugar de memoria y espacio para su construcción empleando los casos del primer aniversario del terremoto del 19 de septiembre de 2017 en México y el cuarto aniversario de la desaparición de los 43 estudiantes de Ayotzinapa. Se discuten postulados de estudiosos clásicos de la memoria y su pertinencia para el análisis de las redes sociodigitales como potenciales lugares de memoria y/o vectores que la configuran. Se concluye que el uso del hashtag constituye un espacio de memoria y enunciación para grupos usualmente silenciados o invisibilizados; no obstante, no está libre de censura ni exclusión. Estas reflexiones pueden ampliarse a cómo algunos espacios digitales abren la puerta a fuentes de datos útiles para la Historia enunciadas desde voces consideradas no oficiales.
Desde hace varias décadas, el movimiento estudiantil de 1968 se ha transformado en uno de los acontecimientos más importantes dentro de las memorias públicas en México. Recordado por lo ocurrido el 2 de octubre en Tlatelolco y simbolizado como uno de los principales momentos en la lucha por la democracia política, el 68 se ha anclado tanto en las memorias públicas como en lugares de memoria. Dentro de estos últimos, probablemente uno de los más relevantes es la Plaza de las Tres Culturas, en Tlatelolco, Ciudad de México. En este artículo se analiza su conformación y significados en tanto lugar de memoria, así como el lugar que ha ido ocupando en los circuitos nacionales e internacionales del turismo de trauma.
Este artículo aborda los procesos de marcación social de lugares de memoria en Argentina, Chile y Colombia, y las acciones desarrolladas en estos espacios y desde ellos como parte de una función restitutiva del ámbito de lo político y lo comunitario. En los casos argentino y chileno, la recuperación de ex recintos de detención y tortura de las últimas dictaduras y su transformación en sitios de memoria ha posibilitado la ejecución de un trabajo de memoria que excede lo conmemorativo y reparatorio, mientras en Colombia la proliferación de lugares de memoria ha convocado la participación de actores locales que, desde ellos, rearticulan sentidos comunitarios destruidos o debilitados por la larga experiencia del conflicto armado. De distinta forma, estos espacios de memoria se proponen incidir en el escenario público en el cual se insertan, trascendiendo las fronteras topográficas del lugar, lo que permite entenderlos como espacios para una acción política con una capacidad de convocatoria de actores diversos.
Questa ricerca si occupa della storia di un edificio monumentale, focalizzando l'attenzione sulle dimensioni simboliche che ne fanno un lieu de memoire, un luogo della memoria. Il protagonista è il Palazzo de La Moneda, sede tradizionale del governo del Cile; edificio che è considerato il monumento più rappresentativo del patrimonio nazionale, e che fu bombardato dalle Forze Aeree cilene l'11 settembre del 1973, durante un colpo di Stato che è ampiamente considerato come evento cruciale nella storia nazionale del secolo ventesimo. Si tratta di uno studio multidisciplinare, ubicato nell'intersezione tra la storia culturale e la storia dell'architettura e dell'urbanismo. Il Palazzo è considerato come un oggetto fisico e simbolico nel quale convergono e si condensano i processi delle memorie collettive: sia il processo di costruzione di una memoria e una identità nazionali - di cui l'edificio è uno dei simboli più emblematici - che della inclusione nel grande racconto della Nazione di una memoria pubblica relativa ad una tappa dolorosa e conflittiva della storia recente. Allo stesso tempo, trattandosi di un luogo della memoria specialmente rappresentativo del potere statale, l'oggetto del lavoro è la relazione tra memoria e potere, così come si trasforma e si manifesta nelle successive tappe della storia del Cile. Il foco centrale della ricerca è la rottura politica del 1973 e il Palazzo si converte in un elemento nel quale leggere la storia del potere e delle sue rappresentazioni nel passaggio tra democrazia e dittatura e, posteriormente, nella transizione da un regime autoritario ad un nuovo sistema democratico-liberale. Lo studio si divide in sei capitoli. Il primo capitolo è interamente dedicato a una discussione intorno ai fondamenti e agli antecedenti teorici e metodologici dai quali muove la ricerca: lo studio della memoria come oggetto specifico della storia del presente; il panorama bibliografico dei lavori sulle memorie collettive del secolo ventesimo in Europa e in America Latina; il significato dei luoghi come elementi di cristallizzazione e trasmissione delle memorie nello spazio pubblico, partendo dalla teorizzazione di Pierre Nora e ripercorrendo le rivisitazioni proposte da parte di studiosi di diverse latitudini per l'analisi delle memoria conflittive del secolo XX. Questo primo capitolo culmina in un quadro concettuale nel quale, partendo con una riflessione radicata nel presente, si mostra il Palazzo de La Moneda come luogo della memoria, edificio-símbolo che puó essere letto allo stesso tempo come una parabola della storia del Cile e come uno specchio nel quale leggere le dinamiche di costruzione e ricostruzione del passato nazionale. Il secondo capitolo ha per oggetto l'11 settembre del 1973 e appunta a mettere in luce il processo di costruzione di verità e miti su quello che successe nel palazzo quel giorno: la morte del presidente Allende, la distruzione dell'edificio, la morte di collaboratori e ministri impegnati in una difesa armata del Palazzo. Si tratta di un racconto tridimensionale nel quale si mostra la memoria come incontro di diverse soggettività, come lavoro fatto di silenzi, nostalgie e manipolazioni e come ambito di una complessa confluenza tra il lavoro dello storico e quello dei testimoni oculari e dei diversi gruppi di commemoratori impegnati nella costruzione della verità storica nello spazio pubblico. I capitoli successivi hanno una struttura sostanzialmente cronologica, anche se la loro logica di costruzione rende conto delle diverse "densità" del tempo con cui deve necessariamente misurarsi una storia interessata al simbolo, alla soggettività, alla rappresentazione. Il terzo capitolo abborda la storia del Palazzo dalla sua costruzione fino algiorno del bombardamento: in questo lungo excursus si evidenzia che la storia dell'edificio corrisponde con quella di un "laboratorio della nazionalizzazione" nel quale si depositano - selettivamente e in epoche successive - diversi strati di memoria che mostrano il processo non lineare di costruzione di quei valori nazionali intorno ai quali il potere convoca i suoi cittadini nelle diverse tappe della storia del Cile indipendente. A continuazione, gli ultimi tre capitoli analizzano le pratiche di riscrittura e di trasformazione di questo "laboratorio" nel periodo posteriore al cambio di regime. Si abbordano gli anni in cui il Palazzo rimase distrutto, mettendo in relazione i concetti di memoria e trauma collettivo; si analizza la restaurazione messa in atto dal regime autoritario, diretta a fare del Palazzo una metafora della ricostruzione della Patria e il cui risultato mostra l'instaurazione di un linguaggio tecnico patrimoniale che va a sovrapporsi e a sostituirsi al racconto e alla memoria della storia recente. Gli ultimi due capitoli sono dedicati alle politiche e alle pratiche della memoria delle quali il Palazzo è oggetto e scenario nei due decenni di transizione alla democrazia (1990-2010). In questa fase si vede questo luogo come uno spazio privilegiato di conflitto tra diverse volontà di memoria, silenzio e commemorazione. Queste pratiche ed estetiche della memoria mostrano come il processo di rinegoziazione intorno al passato tra diversi attori sociali e istituzionali, sia un elemento chiave della ricostruzione di uno spazio sociale democratico che segue lo scongelamento del discorso unico imposto dalla dittatura. L'ultimo capitolo abborda l'ultima fase della transizione alla democrazia e mostra come, dall'anno 2000, questo processo conflittivo di riscrittura del passato converge in una serie di politiche e pratiche della memoria intorno al Palazzo, che indicano la configurazione di una memoria nazionale e condivisa che, anche se densa di silenzi e manipolazioni, sembra giungere alla ricomposizione della frattura aperta nel 1973 e alla instaurazione di una nuova memoria democrática con la quale il paese si affaccia alla celebrazione del Bicentenario della sua Indipendenza. La ricerca si basa su un ampio ventaglio di fonti eterogenee: pubblicazioni di architettura e urbanismo relative all'edificio e alle trasformazioni del suo contesto urbano; giornali e riviste di attualità di diversa tendenza politica selezionati in corrispondenza con eventi specialmente rilevanti per la storia del Palazzo; documenti di archivio provenienti dal Consejo de Monumentos Nacionales, dal Ministerio de Obras Públicas e dalla Contraloría General de la República; documenti conservati negli archivi di associazioni specialmente attive intorno al Palazzo, come la Fundación Salvador Allende, la Agrupación de Familiares de Detenidos Desaparecidos y Ejecutados de La Moneda, il Dipartimento di Storia e Patrimonio delle Forze Armate; documenti fotografici e audio visuali; materiali di divulgazione relativi all'edificio; pubblicazioni autobiográfiche e testimoniali; testi poetici e letterari. La ricerca include quindici interviste inedite a testimoni oculari del colpo di Stato; architetti e artisti implicati nei successivi progetti di restauro e commemorazione; dirigenti di organizzazioni della società civile promotrici di iniziative di commemorazione effettivamente realizzate o no. Il risultato è un racconto corale in cui il Palazzo de La Moneda prende vita come spazio fisico e simbolico in cui si contrappongono, convergono e cristallizzano i processi che tracciano il percorso di costruzione di una memoria pubblica sul passato recente in Cile.
La relación entre historia y memoria a través de la espacialidad se estudia en este artículo a partir del caso de la violencia masiva del contexto español del golpe de 1936, la guerra civil y el primer franquismo. Se analiza el proceso de transformación de los lugares de violencia en lugares de memoria durante la dictadura franquista primero, y en la democracia actual nacida en la transición. El presente texto argumenta que en el caso español se ha transformado los lugares de memoria en lugares de negación, como paso previo a su consagración en lugares de olvido e impunidad ; This article analyses the relation between history and memory through the case of the massive violence of the Spanish context after the coup of 1936, the Spanish Civil War and the first years of Franco's regime. It analyses the process of transformation of the sites of violence in sites of memory during Francoism, and in the current democracy that was born in the transition. The present article argues that in the Spanish case this transformation meant the creation of places of denial, like a previous step to its conversion in places of oblivion and impunity ; Este artículo se enmarca en los proyectos: "Actitudes sociales en contextos de violencia estatal masiva: procesos de adaptación y resiliencia en la retaguardia de la Guerra Civil española (Galicia, 1936-1939)" (2016-2019) HAR2016-80359-P, IP: Antonio Míguez Macho, Proyectos de Excelencia, Ministerio de Economía y Competitividad y "Dos lugares da violencia aos lugares da memoria: actitudes sociais nos espazos de reclusión, execución e enterramento durante o Golpe, a Guerra Civil e o franquismo en perspectiva comparada" (2017-2020) 2017-PG128 ; SI
Historical studies have attempted to clarify what actually happened during the seizure of the Alcázar of Toledo by Republican troops from July to September in 1936. The Alcázar, however, as a lieu de mémoire, no longer existing as a real event, was transformed into a symbolic object, which was utilized to great advantage by the Franco regime in post-civil war society. This article considers the elements of story, myth, and symbolism of this lieu de mémoire, and identifies how this military exploit fit into the public image of the Franco regime.
O presente estudo versa sobre as disputas travadas nos processos de criação e de institucionalização de políticas públicas de preservação da memória política em quatro países do Cone Sul que foram submetidos a regimes de exceção (Argentina, Brasil, Chile e Uruguai). Para fundamentar este estudo, traçou-se, inicialmente, o referencial teórico sobre o conceito lugares de memória, como também sobre a institucionallização desses dispositivos e sua relação com o patrimônio cultural. Utilizou-se como aparato metodológico a técnica de estudos de casos. Os quatro países analisados foram selecionados por serem, até o presente, os que mais avançaram na aplicação da Justiça de Transição, com destaque para a responsabilização de agentes do Estado e criação dos chamados Lugares de Memória política. Foram selecionados, de cada país, exemplos de lugares de memória que ilustram os embates travados. Constata-se que a institucionalização de lugares de memória nasceu das pressões dos movimentos sociais organizados sobre o poder público. Constatase, ainda, que as disputas pela memória são permanentes porque refletem os diferentes interesses políticos, econômicos e sociais presentes na sociedade.
Desde el regreso a la democracia en 1990, la memorialización del espacio público en Chile mediante la construcción de lugares de memoria ha sido una forma de abordar tanto la reparación simbólica a las víctimas, como la instalación de una cultura del "Nunca Más" que asegure que no se repitan los atropellos a los derechos humanos ocurridos durante la dictadura militar de Augusto Pinochet (1973-1990). Como señalan diversos autores, la memorialización del espacio público a través de los lugares de memoria ha tenido avances notables. Sin embargo, en el presente artículo se sostiene que este proceso de memorialización ha sido parcial e insuficiente en el barrio Cívico de Santiago de Chile porque no condice ni con su relevancia como espacio público, ni con los hechos ocurridos ahí durante el golpe de Estado. Para fundamentar esta interpretación, se analizan las intervenciones urbanas realizadas por el gobierno central en ese entorno y se proponen algunas hipótesis que permiten comprender las causas de dicha memorialización incompleta.
La memoria histórica en Andalucía, nacida como en el resto de España de una reivindicación de justicia y reparo a las víctimas de la Guerra Civil y el franquismo, ha experimentado en los últimos años un recorrido que la aproxima al marco conceptual del patrimonio cultural. Además, paralelamente, esta memoria ha encontrado en el espacio un recurso en el que argumentar y tutelar su mensaje. Este trabajo pretende mostrar cómo este proceso no es, ni sencillo en su implementación, ni claro en lo conceptual y protocolario. Para ello analiza los reconocimientos espaciales que ha tenido la memoria histórica en Andalucía (primero Lugares de Memoria Histórica y después Lugares de Memoria Democrática), así como las distintas consideraciones espaciales asociadas que merecen tales reconocimientos. Como resultado, además de la reflexión general desde el punto de vista espacial del proceso, se aportan propuestas que mejoren la inclusión en el ámbito patrimonial del legado de esta memoria.
Desde el regreso a la democracia en 1990, la memorialización del espacio público en Chile mediante la construcción de lugares de memoria ha sido una forma de abordar tanto la reparación simbólica a las víctimas, como la instalación de una cultura del "Nunca Más" que asegure que no se repitan los atropellos a los derechos humanos ocurridos durante la dictadura militar de Augusto Pinochet (1973-1990). Como señalan diversos autores, la memorialización del espacio público a través de los lugares de memoria ha tenido avances notables. Sin embargo, en el presente artículo se sostiene que este proceso de memorialización ha sido parcial e insuficiente en el barrio Cívico de Santiago de Chile porque no condice ni con su relevancia como espacio público, ni con los hechos ocurridos ahí durante el golpe de Estado. Para fundamentar esta interpretación, se analizan las intervenciones urbanas realizadas por el gobierno central en ese entorno y se proponen algunas hipótesis que permiten comprender las causas de dicha memorialización incompleta.
The Places of memory reflect the thoughts that certain societies make about their past and how this is represented. These places are cut by a set of political and ideological tensions that determine what is remembered and what is forgotten and depending on what we remember. Museums, memory centers and memorials are the spaces that have allowed us to localize the memory and turn the recent past into a living document for learning and reflection. These places have been possible thanks to the collective, systematic and conscientious work, of victims and human rights organizations, who, from their actions, have allowed the lessons of the past to guide our present and future. ; Los lugares de memoria reflejan las reflexiones que hacen determinadas sociedades sobre su pasado y las forma como este es representado. Estos lugares están atravesados por un conjunto de tensiones políticas e ideológicas que determinan qué se recuerda y qué se olvida y en función de qué recordamos. Museos, centros de memoria y monumentos conmemorativos son los espacios que han permitido territorializar la memoria y hacer del pasado reciente un documento vivo para el aprendizaje y la reflexión. Estos lugares han sido posibles gracias al trabajo colectivo, sistemático y concienzudo de organizaciones de víctimas y derechos humanos, quienes desde su accionar han permitido que las lecciones del pasado guíen nuestro presente y futuro ; Os lugares de memória refletem as reflexões que fazem determinadas sociedades sobre o seu passado e as formas como este é representado. Estes lugares estão atravessados por um conjunto de tensões políticas e ideológicas que determinam o que se lembra e o que se esquece e em função do que lembramos. Museus, centros de memória e monumentos comemorativos são os espaços que têm permitido territorializar a memória e fazer do passado recente um documento vivo para o aprendizado e a reflexão. Estes lugares têm sido possíveis graças ao trabalho coletivo, sistemático e feito com muita atenção e detalhe, de organizações de vítimas e direitos humanos, quem desde o seu acionar têm permitido que as lições do passado guiem o nosso presente e o futuro.
Este artículo tiene como propósito evidenciar tres lugares de memoria que se han construido en Colombia. En estos se resaltan las tensiones y pugnas que se dan entre la memoria oficial y las memorias locales; estas últimas son las que se construyen en los territorios en donde han ocurrido hechos atroces en contra de la humanidad, y que permiten el desocultamiento de voces y relatos sobre los hechos vividos en el marco del conflicto armado. La investigación fue de carácter cualitativo, en su dimensión hermenéutica, mediante la propuesta de investigación narrativa hermenéutica (PINH) de Quintero, que considera a la narrativa como el núcleo central del trabajo. Se concluye con los desafíos de la memoria ejemplar como apuesta ética y política que contribuye a la construcción de paz en Colombia, por medio del tratamiento del pasado que demanda verdad, justicia, reparación, y el nunca más de los hechos atroces. Esto permite un presente y futuro diferente. ; This article aims to make evident three sites of memory that have been built in Colombia. In them, tensions and struggles between official and local memories are emphasized; the latter are those built in territories where atrocious acts against humanity have occurred, and which allow the uncovering of voices and stories about the events experienced in the context of the armed conflict. The research was of qualitative in nature, in its hermeneutic dimension, through Quintero's proposal for hermeneutic narrative research (PINH, in Spanish), which considers narrative to be the main nucleus of the work. It concludes with the challenges of exemplary memory as an ethical and political commitment that contributes to the construction of peace in Colombia, through the treatment of the past that demands truth, justice, reparation, and the never again of atrocious events. This allows for a different present and future.