La dinamica del traffico commerciale nei porti jugoslavi
In: Est-ovest: rivista di studi sull'integrazione europea, Band 3, Heft 2, S. 155-158
ISSN: 0046-256X
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In: Est-ovest: rivista di studi sull'integrazione europea, Band 3, Heft 2, S. 155-158
ISSN: 0046-256X
L'articolo, partendo da una analisi dei valori di bilancio delle autorità portuali italiane lungo l'intero periodo fra 2003 e 2010, prende in esame, sull'intero periodo, il r apporto fra le entrate proprie dei porti e i contributi pubblici ricevuti e, quindi, in sintesi, lo sbilancio eventuale gravante sull'erario per ciascun porto, comprendendo anche la spesa per investimenti. Tale dato è quindi posto in relazione, rispettivam ente, alla "scala" dei porti, all'appartenenza dei porti a diverse macro - aree geografiche, nonché all'importanza strategica che, a livello nazionale, i porti rivestono per quel che concerne specifiche attività e funzioni di interesse pubblico. La ricerca, pur con diversi limiti, permette di migliorare la "geografia interpretativa" dell'efficienza di impiego delle risorse pubbliche nel settore portuario, offrendo spunti per analisi ulteriori volte a orientare più decisamente le politiche di razionalizzazione della spesa pubblica portuale nazionale, in una cornice di r idotta disponibilità di risorse .
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In: Economia., Sez. 5.: Ricerche 121
In: Percorsi
In: Storia
I Porti franchi sono importanti strumenti di una politica marittimo-portuale che da "offerta statica dei servizi" si sta evolvendo verso una "politica di organizzazione dinamica della domanda" dei servizi portuali presenti e soprattutto futuri. Il Porto franco è uno strumento di politica marittimo-portuale internazionale, un meccanismo di attuazione del commercio marittimo internazionale, nonché strumento di liberalizzazione delle merci nell'ambito della globalizzazione ed internazionalizzazione dei mercati, una vera e propria categoria giuridica fondamentale del diritto marittimo generale. Il mantenimento del regime giuridico di Porto franco è stato uno dei cardini della Sino-British Joint Declaration prima e della Basic Law, dopo, che hanno configurato per Hong Kong un regime speciale basato sul principio del "one country, two systems" che impegna la Repubblica Popolare Cinese al mantenimento dell'esistente sistema legislativo, amministrativo e giurisdizionale per almeno 50 anni dopo il 1997, anno in cui Hong Kong è stata restituita dagli Inglesi alla Cina.
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ITALIANO: Il volume punta a inserirsi nel contesto generale degli studi sul commercio che collegava l'antica Roma con i Paesi dell'Oriente, quali Arabia, Etiopia e India. Tale commercio è descritto dalle fonti antiche che riferiscono di come esso fosse fiorente e dei grandi capitali che gli imprenditori romani investivano per prendervi parte. Più specificamente, la monografia si concentra sull'analisi della vita e dell'evoluzione delle installazioni portuali ubicate sul Mar Rosso e controllate da Roma. Tali porti furono per secoli degli hub internazionali, punti di collegamento tra Oriente e Occidente, le porte attraverso cui le mercanzie orientali entravano nei mercati romani. Mantenere in vita questi insediamenti, collocati in punti remoti e di difficile accesso dell'Impero, richiedeva un grosso sforzo economico, nonché una certa capacità di pianificare investimenti e linee di sviluppo. Nel corso dei secoli, la geografia portuale del Mar Rosso romano cambiò sensibilmente. La maggior parte degli studi finora pubblicati sul tema, ha associato tale cambiamento, avvenuto durante la fase tardoantica di dominazione romana, con un fenomeno di declino del potere romano nella zona. Questo lavoro spinge l'analisi oltre la soglia considerata di declino, indagando approfonditamente le dinamiche economiche dell'era tardoantica, e dimostrando che essa non fu una fase di recessione economica, ma piuttosto di riorganizzazione, spiegandone le caratteristiche e le peculiarità. Il volume si propone quindi di giungere a una nuova e più completa comprensione della politica economica romana nel Mar Rosso tra i secoli I a.C. e VI d.C. / ENGLISH: This volume draws upon the scholarship on the international trade between the Roman Empire and Eastern regions such as Arabia, Ethiopia and India. Such trade has been often described by ancient sources as a flourishing and very expensive one. More in detail, the book focuses on the life and the development of the ports on the Red Sea, controlled by Rome. These ports acted for centuries as international hubs, linking points between West and East, and they were the gates though which the eastern merchandise would reach the Roman markets. Keeping these remote settlements alive required a big effort on the part of the imperial administration, and some degree of planning to choose how and when to invest in the area. So, over the centuries, the geography of such ports changed dramatically. Most works published so far have explained such changes in terms of decline and economic shrinking, due to the "late antique phase" of the Roman Empire. This monograph looks for a different explanation and stretches the analysis into the late antique period, showing hot it was not a period of decline and economic recession, but rather of reorganization. The volume aims finally to reach a new and more full level of understanding of the Roman economic policy in the Red Sea between the first century BC and the sixth AD.
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In: Materiali
Il volume punta a inserirsi nel contesto generale degli studi sul commercio che collegava l'antica Roma con i Paesi dell'Oriente, quali Arabia, Etiopia e India. Tale commercio è descritto dalle fonti antiche che riferiscono di come esso fosse fiorente e dei grandi capitali che gli imprenditori romani investivano per prendervi parte. Più specificamente, la monografia si concentra sull'analisi della vita e dell'evoluzione delle installazioni portuali ubicate sul Mar Rosso e controllate da Roma. Tali porti furono per secoli degli hub internazionali, punti di collegamento tra Oriente e Occidente, le porte attraverso cui le mercanzie orientali entravano nei mercati romani. Mantenere in vita questi insediamenti, collocati in punti remoti e di difficile accesso dell'Impero, richiedeva un grosso sforzo economico, nonché una certa capacità di pianificare investimenti e linee di sviluppo. Nel corso dei secoli, la geografia portuale del Mar Rosso romano cambiò sensibilmente. La maggior parte degli studi finora pubblicati sul tema, ha associato tale cambiamento, avvenuto durante la fase tardoantica di dominazione romana, con un fenomeno di declino del potere romano nella zona. Questo lavoro spinge l'analisi oltre la soglia considerata di declino, indagando approfonditamente le dinamiche economiche dell'era tardoantica, e dimostrando che essa non fu una fase di recessione economica, ma piuttosto di riorganizzazione, spiegandone le caratteristiche e le peculiarità. Il volume si propone quindi di giungere a una nuova e più completa comprensione della politica economica romana nel Mar Rosso tra i secoli I a.C. e VI d.C.
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Nel settore crocieristico, le conseguenze degli eventi terroristici dell'11 settembre 2001 sono state riassorbite con notevole rapidità. Secondo l'Ineternational Council of Cruise Lines (ICCL), che rappresenta le 16 compagnie crocieristiche nordamericane, tra le misure adottate per minimizzare i danni in tale comparto turistico, hanno avuto un ruolo fondamentale le politiche di marketing aggressive, la strategia degli sconti a scalare (adottate anche dalle compagnie principali) e l'adozione di rigidi piani di security. Tra le misure adottate dalle compagnie che operano in America, non vanno assolutamente dimenticati il ridimensionamento della loro presenza nel Mediterraneo, il trasferimento delle navi da crociera il più possibile verso i Caraibi, il Golfo del Messico, l'Alaska, Le Hawaii. Il Nord Europa e gli Stati Uniti ed il moltiplicarsi del numero degli home port in terra statunitense. Queste misure preventive sono state poste in essere dalle compagnie soprattutto per assecondare i turisti americani che, per sentirsi più tutelati, preferiscono "itinerari locali". Il lavoro analizza l'impatto economico del turismo crocieristico in alcuni scali del Mediterraneo occidentale e l'impatto economico generato dai croceristi a Genova. Conclude affermar mando che il trend in aumento, registrato nell'ultimo decennio, nel settore crocieristico in generale, e più specificatamente nel Mediterraneo occidentale e nei porti oggetto dell'indagine, consente di affermare che l'impatto economico generato dalle crociere nelle città portuali risulta meritevole di attenzione.
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[English]:This volume draws upon the scholarship on the international trade between the Roman Empire and Eastern regions such as Arabia, Ethiopia and India. Such trade has been often described by ancient sources as a flourishing and very expensive one. More in detail, the book focuses on the life and the development of the ports on the Red Sea, controlled by Rome. These ports acted for centuries as international hubs, linking points between West and East, and they were the gates though which the eastern merchandise would reach the Roman markets. Keeping these remote settlements alive required a big effort on the part of the imperial administration, and some degree of planning to choose how and when to invest in the area. So, over the centuries, the geography of such ports changed dramatically. Most works published so far have explained such changes in terms of decline and economic shrinking, due to the "late antique phase" of the Roman Empire. This monograph looks for a different explanation and stretches the analysis into the late antique period, showing hot it was not a period of decline and economic recession, but rather of reorganization. The volume aims finally to reach a new and more full level of understanding of the Roman economic policy in the Red Sea between the first century BC and the sixth AD./ [Italiano]: Il volume punta a inserirsi nel contesto generale degli studi sul commercio che collegava l'antica Roma con i Paesi dell'Oriente, quali Arabia, Etiopia e India. Tale commercio è descritto dalle fonti antiche che riferiscono di come esso fosse fiorente e dei grandi capitali che gli imprenditori romani investivano per prendervi parte. Più specificamente, la monografia si concentra sull'analisi della vita e dell'evoluzione delle installazioni portuali ubicate sul Mar Rosso e controllate da Roma. Tali porti furono per secoli degli hub internazionali, punti di collegamento tra Oriente e Occidente, le porte attraverso cui le mercanzie orientali entravano nei mercati romani. Mantenere in vita questi insediamenti, collocati in punti remoti e di difficile accesso dell'Impero, richiedeva un grosso sforzo economico, nonché una certa capacità di pianificare investimenti e linee di sviluppo. Nel corso dei secoli, la geografia portuale del Mar Rosso romano cambiò sensibilmente. La maggior parte degli studi finora pubblicati sul tema, ha associato tale cambiamento, avvenuto durante la fase tardoantica di dominazione romana, con un fenomeno di declino del potere romano nella zona. Questo lavoro spinge l'analisi oltre la soglia considerata di declino, indagando approfonditamente le dinamiche economiche dell'era tardoantica, e dimostrando che essa non fu una fase di recessione economica, ma piuttosto di riorganizzazione, spiegandone le caratteristiche e le peculiarità. Il volume si propone quindi di giungere a una nuova e più completa comprensione della politica economica romana nel Mar Rosso tra i secoli I a.C. e VI d.C.
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In: Archaeopress archaeology
In the Imperial Age, many ports in Italy had been built in opus coementicium. The most important ones were in Latium (eg. Portus Romae, Antium and Centumcellae), in the Phlegrean Fields (portus Iulius, Misenum, Puteoli and Baiae) and along the northern-Adriatic coast (Classis-Ravenna, Aquileia and Altino). The military fleets of Augustus, in particular, were quartered in the ports of Classis and Misenum.00Most Roman ports were located at river mouths and/or in lagoon areas and were connected with inland areas by rivers or artificial canals. For this reason, port structures (piers and warehouses) were set at some distance from the sea, as in Rome (Emporium of Testaccio along the Tiber), in Pisa-San Rossore and in the Po valley.00In Late Antiquity many of the Roman ports gradually fell into disuse while others continued until the 7th century. In Ravenna, however, a new port settlement, known as Civitas Classis, came into being in the 5th century, after the creation of the suburb of Portus Romae. In the Early Middle Ages, the northern-Adriatic coast became very important in connection with trade with Constantinople. New settlements equipped with timber port structures were created at Comacchio, Cittanova and in the Venetian lagoon. If maritime trade in the Tyrrhenian Sea decreased (although to a lesser extent in Byzantine towns like Naples), river-borne traade was still dynamic and often managed by abbeys and other ecclesiastical institutions. According to historical sources, many river wharves were located along the Po while San Vincenzo abbey managed the Volturno river. The Carolingian river wharves of San Vincenzo were composed of timber, stone and, according to the Roman tradition, concrete structures. A slow recovery of maritime trades is already evident in the Carolingian Age
In: La grande 11
In: Politix: revue des sciences sociales du politique, Band 7, Heft 26, S. 177-180
ISSN: 0295-2319