I santi degli altri. Devozione, mutamento e rituali tra i singalesi cattolici a Messina
In: Archivio Antropologico Mediterraneo: Semestrale di Scienze Umane, Band 25, Heft 2
Abstract
In questo articolo esamino il mutamento, innescato dall'esperienza della mobilità transnazionale, cui riti e pratiche devozionali attivati dai singalesi cattolici nella città di Messina vanno incontro mediante l'inclusione di figure sante conosciute e introdotte nei repertori devozionali in seguito alla migrazione. Da questa prospettiva, i processi di costruzione della santità alla base di tali costellazioni rituali, utili per una riflessione sulla vernacolarizzazione del discorso religioso nei terreni post-coloniali della Chiesa "multiculturale" in Occidente, verranno analizzati nell'interazione che li lega ai rapporti di potere ecclesiali, all'esperienza quotidiana del sacro e alle traiettorie esistenziali-biografiche degli attori religiosi. I singalesi cattolici di nazionalità srilankese residenti nella città di Messina costituiscono una presenza ormai pienamente radicata nel paesaggio migratorio locale e negli anni hanno progressivamente istituzionalizzato la loro appartenenza religiosa a partire da relazioni stabili (ma soggette a continua negoziazione) con la diocesi messinese. Attingendo a un lavoro di ricerca etnografico realizzato negli ultimi due anni e focalizzato sui processi di home-making perseguiti in migrazione attraverso pratiche e attività di tipo rituale, prendo in considerazione due esempi di pratiche rituali incentrate su figure sante incontrate e conosciute nell'esperienza della mobilità (come Sant'Elia) o verso le quali la devozione non è consolidata nei contesti di provenienza in Sri Lanka, essendo invece alimentata dalla Chiesa messinese (come San Giacomo), comprendendole all'interno del contesto complessivo delle relazioni sociali e politiche entro le quali maturano repertori culturali e idiomi devozionali.
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